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CalcioScommesse, il lato oscuro di un bel gioco: Figc, Uefa, Polizia e Interpol nel convegno romano

17 gennaio 2013 - 11:43

“Da quando è scoppiato il caso calcioscommesse devo dire che il mondo del calcio ha retto l’urto, ha fatto squadra con organi di giustizia, Ministero dell’Interno e Organismi internazionali. Ed è stato fatto in maniera seria, serrata, consapevoli che c’è ancora tanto da fare e che dobbiamo cooperare”. E' il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete a tirare le fila dell’incontro ’’Calcioscommesse: il lato oscuro di un bel gioco’’, la conferenza internazionale Interpol rivolta alle forze di polizia e alle Federazioni calcistiche europee, organizzato a Roma, presso la Scuola Superiore di Polizia.

Scritto da Ca

Un convegno ricco di interventi e composto da tutti gli attori importanti del settore dello sport e delle scommesse.

Come riporta l'agenzia Agipronews.it, Abete ha aggiunto: “Ancora oggi le scommesse sul calcio 85-86% delle scommesse sportive totali, e questo dimostra che il calcio mantiene la sua forza. Abbiamo un rapporto importante con tutti gli attori coinvolti, fare squadra é fondamentale ma dobbiamo ancora migliorare il quadro normativo esistente a livello nazionale e internazionale. Rimane centrale la qualità dei comportamenti, la formazione e il rispetto delle regole”.

D'effetto l'attacco del convegno del giornalista sportivo Marino Bartoletti: “Il giro economico delle attività illecite legate al calcio, soprattutto nell’estremo Oriente, é superiore al fatturato della Coca Cola in tutto il mondo”.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il Prefetto Antonio Manganelli, Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, il Segretario Generale dell’Interpol Ronald K. Noble, il Segretario Generale della Fifa Jerome Valcke e il Segretario Generale della Uefa Gianni Infantino.

“L’inchiesta di Cremona ci ha spinto a reagire con forza per combattere le truffe – ha detto il vice capo della Polizia Francesco Cirillo e riporta Agipronews.it - il 9 maggio 2011, UEFA e Interpol avevano siglato un accordo che precedeva di poco l’inizio dell’inchiesta. A ottobre anche le autorità italiane hanno cominciato a collaborare, inizialmente con i giovani e con la Lega Pro, segnalando i rischi e gli aspetti negativi della combine. Abbiamo creato Uiss e Giss (l’unità di investigazione e il gruppo operativo interforze creati dal Ministero dell’Interno per la lotta alle combine sportive, ndr)”.

Intervenuto anche il segretario generale dell'Interpol, Roland Noble che ha assicurato come in “Italia è già attivissima la sulla lotta alle combine sportive: ora la sfida è all’estero”. Il miglior sistema di allarme che possiamo avere è un esempio come Simone Farina il caso del calciatore del Gubbio che denunciò un tentativo di combine. “Ci sono ancora problemi in giro – prosegue Noble - anche se non riguardano l’Europa. Ora l’attenzione è sul Canada, dove il calcio è gestito in maniera ancora dilettantistica. Un tribunale tedesco ha riscontrato tentativi di combine e minacce ad un giornalista che ne aveva parlato. Questo dimostra che anche un campionato non di primo livello quindi può interessare i criminali, ad esempio il Sudafrica prima del 2010, la Serie A, la Turchia, Corea, Germania e altri. Nessuno ne è immune”.

 Presente anche l'Uefa con il segretario generale Gianni Infantino che ha ammesso: “Il calcio scommesse é un problema in tutti i Paesi e la lotta e la prevenzione é una priorità per l’Uefa. Noi dobbiamo proteggere il calcio perché si tratta di un problema che attacca l’anima stessa del gioco. Non vogliamo parlare molto ma agire concretamente”, riporta sempre Agipronews.

“La nostra attività si basa su prevenzione e formazione, controllo e monitoraggi, repressione - ha spiegato Infantino - Facciamo incontri a tutti i livelli. Nel 2010 abbiamo pubblicato una risoluzione riconoscendo il pericolo delle partite truccate, per coinvolgere tutti gli attori e noi lavoriamo insieme su questo punto. L’esempio di Simone Farina é il modello in questo contesto. Per quanto riguarda il monitoraggio - ha aggiunto Infantino - in tutti i campionati che organizza l’Uefa, più di 30mila partite e più del 99% di quelle che monitoriamo sono regolari, ma lo 0,7% (più di 100 match all’anno) ci indica che c’è qualcosa che non va”.

L'Uefa sta discutendo a livello europeo perché reati dello sport siano previsti dal codice penale. “Questo in Italia già avviene ma deve estendersi a tutti i Paesi - ha aggiunto Infantino - il momento di studio e analisi adesso é passato, ora non dobbiamo permettere che il nostro gioco sia contaminato dai malviventi. Ma non posiamo fare questa battaglia da soli, dobbiamo farlo tutti insieme ed é sintomatico che siamo qui seduti tutti insieme, per proteggere la magia del calcio”.

 

 

 

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