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Scommesse illegali: il procuratore aggiunto Greco "Settore attraente per i clan camorristici"

22 aprile 2013 - 11:01

Il procuratore aggiunto Francesco Greco svela i dettagli dell’operazione contro il giro di scommesse illegali partito dalla Campania. I magistrati della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia - i Carabinieri del Ros hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dall'Ufficio del Gip in Tribunale nei confronti di 21 indagati (15 in carcere e 6 ai domiciliari) per concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia e violenza, associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo dell'attività di gioco e scommesse, in alcuni casi con l'aggravante delle finalità mafiose. Iacolino (Ue): "Occorre approccio giuridico comune contro scommesse illegali"

Scritto da Sara

Per il reato di associazione per delinquere finalizzato all'esercizio abusivo di gioco e scommesse, è stato disposto il divieto di dimora nella regione Campania a carico di ulteriori 17 indagati. Contestualmente sono state effettuate 38 perquisizioni in Campania, Puglia e Sicilia eseguiti decreti di sequestro preventivo di beni, 25 attività, tra agenzie di scommesse, internet point e sale giochi, per un valore complessivo di 3.500.000 circa - nella disponibilità di otto indagati, nonchè dei server delle società dove risiedevano i siti web illegali.

“I provvedimenti scaturiscono da un'attività investigativa su una qualificata articolazione del clan dei casalesi, riconducibile alla famigli 'Venosa' di San Cipriano d'Aversa, operativa prevalentemente in provincia di Caserta, nell'area di Giugliano in Campania (Na) e con ramificazioni in diverse zone del territorio nazionale, che raccoglieva scommesse su competizioni sportive utilizzando piattaforme informatiche illegali 'online', mutuate da quelle attive nei concessionari autorizzati da Aams e installate all'interno degli stessi concessionari. La contraffazione del logo stampigliato sulle matrici consentiva di superare i controlli amministrativi di routine, nonchè di carpire la buona fede degli ignari giocatori, ampliando in tale modo il numero delle giocate e il volume degli introiti che giungevano nelle casse dei clan coinvolti attraverso il pregiudicato Salvatore Venosa, nipote del capo clan detenuto, Luigi Venosa, risultato al vertice dell'organizzazione Venosa, Iovine e Zagaria. I complessi accertamenti effettuati anche attraverso intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e con il contributo risolutivo dell'intercettazione del traffico telematico dei principali appartenenti all'organizzazione, hanno consentito di individuare i diversi siti internet utilizzati per la raccolta scommesse e i server su cui risiedono, di identificare gli esperti informatici che li hanno realizzati, di accertarne la struttura di natura piramidale e le modalità di funzionamento, di decifrare i numerosissimi 'nicknames', cioè gli pseudonimi con i quali in rete sono individuati tutti i soggetti che sfruttano il sistema illegale, ricostruendo così la ramificata rete delle agenzie che raccolgono illecitamente le scommesse, localizzandole sul territorio”, afferma il procuratore.

L'indagine, inoltre, ha permesso di quantificare “l'elevato volume di affari dell'attività illegale, di stabilire le quote dei proventi spettanti a ciascun soggetto delle diverse piramidi in cui sono strutturati i siti, di accertarne le modalità di calcolo (ciascuna quota, variabile in relazione alla posizione occupata nella struttura piramidale, è formata dalla percentuale concordata sull'importo delle scommesse raccolte al netto delle vincite pagate dai giocatori) e di individuare i sistemi attraverso i quali i gestori delle agenzie corrispondono le quote dovute ai soggetti sovraindicati della struttura telematica di cui sono parte integrante (carte prepagate ricaricabili come la postepay, in contanti a mezzo di incaricati della raccolta a domicilio). le attività tecniche hanno consentito di documentare la manipolazione della visualizzazione dei risultati di alcuni eventi sportivi, sulle piattaforme informatiche illegali, su esplicita richiesta dei gestori dei siti in alcuni casi ai danni degli ignari scommettitori e in altri, a vantaggio di giocatori consapevoli delle modifiche dei risultati. L'attività investigativa ha confermato come le scommesse sportive costituiscano uno dei settori più attraenti per i clan camorristici, sia in ragione degli ingenti capitali movimentati, sia come strategia di differenziazione degli investimenti illegali, ottimizzata dalla spiccata capacità di operare anche in ambiti ultraregionali", conclude.

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