skin

Verschuuren (Iris): “Match fixing, una piattaforma comune e sensibilizzazione pubblico”

25 febbraio 2014 - 12:04

Roma - Abbiamo condotto una ricerca durata due anni, un programma - finanziato dalla commissione Ue e con la collaborazione della European Lotteries - che ha coinvolto 60 aziende, le forze di polizia e le autorità dei singoli paesi.

Scritto da Ac
Verschuuren (Iris): “Match fixing, una piattaforma comune e sensibilizzazione pubblico”

Pim Verschuuren, ricercatore di Iris (Institut de Relations Internationals et Stratégiques, è intervenuto durante la conferenza stampa ’Match fixing: prevenzione e legalità in ambito europeo e italiano’ in corso a Roma promossa da Sistema Gioco Italia spiegando come “la ricerca mostra che il match fixing non nasce dal nulla ma è una grande opportunità per il crimine organizzato di fare profitti illeciti ed espandersi anche in altri ambiti. Gli effetti sullo sport sono invece gravi e fortissimi sulle singole discipline bersaglio dei tentativi di combine".

 

 

GLI OBIETTIVI - Secondo Verschuuren occorre ora “sensibilizzare il pubblico con informazioni e poi identificare nei singoli paesi le buone pratiche di contrasto al match fixing. Servirebbe la creazione di una piattaforma comune che unisca tutti i soggetti coinvolti nella lotta al fenomeno e spingere i singoli paesi ad adottare la convenzione del Consiglio d’Europa di contrasto alle combine". Verschuuren ha poi spiegato come si articola il programma: "Partiamo da singole situazioni nazionali per allargare l’azione. Inoltre cerchiamo di unire tutti gli sport, non solo il calcio, per una battaglia comune. Oggi, nel pomeriggio, è in programma un seminario in cui faremo tesoro dell’esperienza unica italiana. L’Italia ha un notevole bagaglio nella lotta alle combine ed è importante capire come le autorità stiano agendo in concreto contro la criminalità”.

 

LE NUOVE PRATICHE ESTERE - In Italia "la criminalità organizzata è molto presente e sappiamo che già il livello di contrasto è alto, anche nel campo delle combine. Per questo riteniamo che proprio l’Italia abbia alcune delle migliori pratiche per contrastare il gioco illegale", ha sottolineato ancora. “In altri paesi esistono altri buoni esempi: in Belgio il governo ha dato il via alla collaborazione con banche creando una black list di operatori non autorizzati, a Malta si lavora molto sulla formazione dei giovani sportivi e anche nei paesi scandinavi esistono ottime pratiche di prevenzione".

Articoli correlati