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Abodi (Serie B): "Ruolo proattivo e collaborazione con Monopoli”

25 febbraio 2014 - 12:28

Roma - Non è più tempo di azioni disarticolate, serve un salto di qualità e gioco di squadra, perché solo con cooperazione si tutela lo sport. Lo ha evidenziato il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi nel corso della conferenza stampa 'Match fixing: prevenzione e legalità in ambito europeo e italiano', organizzata a Roma da Confindustria Sistema Gioco Italia. Il nostro gioco finisce quando in chi guarda una partita si insinua il dubbio.

Scritto da Ac
Abodi (Serie B): "Ruolo proattivo e collaborazione con Monopoli”

Il match fixing è come il doping che mina la credibilità dello sport e a oggi l’unico elemento che lega gli operatori del gioco al calcio è di tipo economico. I concessionari devono essere tutelati, soprattutto da chi offre gioco illegale o non autorizzato perché le scommesse sono industrialmente e socialmente importanti, ma non possiamo accorgercene in positivo solo per accordi economici, e in negativo per i fatti di cronaca. In mezzo deve esserci altro".

 

 

UN RUOLO PROATTIVO - Secondo Abodi “non dobbiamo giocare solo in difesa, ma collaborare il più possibile anche con i Monopoli sono la casa del gioco, ma devono essere più proattivi. I concessionari non possono agire solo in modo corporativo, non si può solo difendere l’esistente o al limite conquistare quote di mercato. Oggi la gente ancora non ha ben chiaro quale sia una scommessa legale e quale illegale. Noi abbiamo investito molto per prevenire e tutelare i nostri interessi, sia contro i ’piccoli sbandati’, che contro la grande industria del malaffare perché entrambi fanno danni enormi. Adesso non bastano codici etici e bilanci sociali, ma serve maggiore collaborazione per confrontarsi con il legislatore”.

 

IL RUOLO DELLO STATO – “Deve essere lo Stato a fare una distinzione chiara fra autorizzato, non autorizzato e illegale. Quando alcuni soggetti giocano sull’equivoco dobbiamo affrontare insieme alle società il problema: la Lega Serie B è pronta a una scelta netta, ma serve maggiore collaborazione, anche economica", ha evidenziato ancora.

"Oggi mancano anche le campagne di comunicazione sulla legalità dei giochi, non si percepisce la differenza per i giocatori, un problema che riguarda anche le società, quando stringono accordi con chi gioca sugli equivoci e sta in una zona grigia". Nelle scorse settimane gli accordi che Sampdoria e Udinese hanno stretto con Federbet per il monitoraggio anti-frode delle partite hanno provocato la reazione proprio di Confindustria Sistema Gioco Italia che ha espresso "incredulità e preoccupazione" in merito alla vicenda.

Abodi ha evidenziato, infine, l’importanza della "formazione degli atleti che é uno dei cardini della prevenzione. Lo stiamo facendo formando e parlando con allenatori, calciatori, dirigenti anche con accordi con una società internazionale. - ha concluso - Lo stiamo facendo parlando con il capo della Polizia, le task force antifrode e con il ministro Alfano, e inserendo sanzioni anche penali per frode sportiva. Pensiamo sia utile pensare anche a un congelamento dei beni e ne stiamo parlando e valutando la fattibilità con il servizio legislativo dei ministeri. Dobbiamo sapere a livello globale quando si stanno alzando i livelli di allarme e attenzione su un match e dobbiamo avere i mezzi per saperlo prima: dobbiamo fare prevenzione, insomma, e non ’autopsie’".

 

L’EQUIVOCO FEDERBET – Abodi interviene anche sui recente accordi stretti tra società di calcio e Federbet: "Lo ha fatto l’Udinese ma lo ho fatto anche io: l’accordo fra Udinese, Sampdoria, Torneo di Viareggio e Federbet nasce da presupposti condivisibili. A noi si è presentato un operatore che ha giocato su una zona grigia, sono questioni tecniche che una società di calcio magari non conosce, ecco perché serve più collaborazione. Ormai l’equivoco è chiarito, da parte nostra non abbiamo altro obiettivo che collaborare con operatori legali. Adesso però dobbiamo dare meno spazio a Federbet, altrimenti succederà quello che successo durante le indagini della Procura di Cremona, quando Sks365, un operatore non autorizzato, passava sui giornali come il certificatore delle combine".

 

UNA MIGLIORE COMUNICAZIONE – Secondo Abodi, che così ha parlato a margine dell’incontro, la comunicazione tra amministrazione, operatori e organismi sportivi "deve fare un salto di qualità, anche nella gestione delle informazioni su partite con flussi di gioco anomalo. Alcuni dati sensibili non dovrebbero essere resi pubblici, il rischio è di favorire su chi specula sulle variazioni delle quote gli organismi sportivi devono essere avvertiti tempestivamente, garantendo anche la riservatezza di alcune informazioni", anche per questo motivo la Lega di B sta "prendendo contatti per la prossima stagione, in maniera che un soggetto esterno, sul modello di quanto fa Sportradar per Lega Pro, controlli i flussi di gioco e ci avvisi per tempo", un percorso che potrebbe intraprendere anche la Serie A. "Serve che qualcuno ci fornisca credenziali concretamente affidabili. Abbiamo chiarito l’equivoco e Federbet non la guarderemo neanche da lontano adesso però serve andare avanti, ci stiamo guardando intorno". Secondo il presidente della Lega di B, inoltre, serve "un modello di ritorno economico per gli organizzatori degli eventi, come ad esempio é stato fatto in Francia: non è possibile che chi è oggetto di scommessa non abbia vantaggi, ma solo il rischio di essere coinvolto suo malgrado in vicende dubbie", anche se Abodi ha sottolineato come "in effetti chi punta a fare delle combine non lo fa certo sulla rete autorizzata, anzi passa quasi sempre dall’estero".

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