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Passamonti (Sgi): “Servono stringenti azioni di contrasto a chi opera senza concessione”

30 settembre 2014 - 14:29

Milano - Dalle buone intenzioni, ai fatti: il seminario di oggi segna un passo concreto e decisivo a livello internazionale rispetto a un questione delicata e di grande importanza come la lotta al match fixing. Sistema Gioco Italia, da sempre attiva nelle azioni di prevenzione e contrasto alla frode sportiva, condivide appieno le premesse, i valori e gli obiettivi dettati dalla Convenzione illustrati dai relatori di oggi e si mette a disposizione per favorire una maggiore collaborazione e uno scambio di informazione tra autorità pubbliche, organizzazioni sportive e operatori di gioco legali in merito al tema del match fixing.

Scritto da Ac
Passamonti (Sgi): “Servono stringenti azioni di contrasto a chi opera senza concessione”

Con queste parole Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, interviene al seminario odierno e commenta il fatto che sia stato posto al centro del primo evento del programma sport del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell'UE un tema cruciale per la tutela e la promozione dell'integrità dell'universo sportivo.

 

 

LA FLESSIONE DELLE ENTRATE - Passamonti evidenzia come nel 2013, dopo 13 anni, tutti gli ambiti del settore del gioco - raccolta, spesa effettiva, introiti degli operatori e gettito erariale - hanno registrato una flessione.  Anche per la Guardia di Finanza questo è un segno del fatto che il mercato illegale stia tornando a espandersi. "E' in crescita infatti per la prima volta da quando le scommesse sono state legalizzate il gioco illegale, che vale da solo 23 miliardi. Rispetto agli 80 complessivi di raccolta lorda nel nostro Paese, stando ai dati della guardia di Finanza" spiega.

"Il perché è presto detto - continua Passamonti -: sono infatti sempre di più le società di scommesse che operano nel nostro mercato prive di concessione, e che non sono sottoposti agli adempimenti di prevenzione, controllo e monitoraggio delle quote ovvero di restrizioni di prodotto rispetto ai concessionari. E qui entrano in scena i rischi legati al match fixing, perché con questo tipo di operatori è quasi impossibile intercettare i flussi anomali di giocate su singoli eventi. Soddisfazione quindi per la Convenzione che cita espressamente la necessità di contrastare tale offerta di gioco illegale ovvero quello offerto da operatori non autorizzati nella giurisdizione dove si trova il consumatore. In tal senso l’adozione di stringenti azioni di contrasto degli operatori che offrono attività di gioco in Italia senza il necessario titolo concessorio dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli risponde ad una necessità rilevata a livello internazionale”.

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