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L'affiliato ai tempi del Dignità, la storia di Dt9 (e del coronavirus)

21 marzo 2020 - 08:28

Le scommesse viste da una nuova angolazione, quella degli affiliate manager. L'esperienza Dt9, ci aiuta a dipingere lo scenario attuale, tra decreto dignità e Covid-19.

Scritto da Cesare Antonini
L'affiliato ai tempi del Dignità, la storia di Dt9 (e del coronavirus)

 

“Un ottimo momento per le scommesse, soprattutto online visto il nostro punto di vista specifico, nonostante l'entrata in vigore del decreto Dignità. Serve un approccio globale, però, per lavorare ad alti livelli e forti investimenti in tecnologia per continuare a fornire players ai bookmaker”. E questo, Dt9, uno dei più importanti gruppi di affiliazioni a livello internazionale, lo sa. E lo fa già con successo. Parola di Danilo Di Tota, che è l'amministratore delegato di Dt9, e che ci spiega il mercato delle scommesse da un punto di vista per noi inedito, quello delle affiliazioni. Chi offre linfa vitale ai book di casa nostra e aiuta gli allibratori a piazzare le proprie quote. Tutto orientato sul “dot it”, ovviamente, come tiene a specificare l'azienda in questione. 

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Come sta, quindi, il mercato, visto dal vostro privilegiato punto d'osservazione? “Il momento del settore è buono anche se si potrebbe essere portati a pensare che non sia così – esordisce Di Tota – coi bookmaker, ad esempio, non stiamo avendo nessuna problematica e anche se sono cambiati alcuni parametri nel rapporto di collaborazione con loro, siamo totalmente compliant col decreto Dignità. Non possiamo però dire che l'Adv ban non abbia colpito il settore. A subire i maggiori danni è stato il network marketing che senza pubblicità rischia di far arrivare sempre meno linfa vitale ai bookmaker, questo è evidente. Le società di betting stanno cambiando modello e si stano muovendo coi tipster sui social per reperire giocatori e stanno facendo un grande lavoro sui loro siti col Seo”. 

Un approccio a tre strade quindi, che Dt9 sta seguendo per aiutare i bookmaker: “Noi abbiamo rafforzato i modelli e accentrato tutto secondo i tre driver principali, network marketing, social e Seo e così riusciamo a stare sul mercato e a fare performance importanti”. 

Siamo alle solite, però, gli operatori legali costretti a fare i salti mortali e poi il mercato presenta conseguenti distorsioni: “La situazione è fuori controllo e rischia di far fruttare più i 'dot com' che gli operatori 'punto it'. Ci sono network competitor che lavorano sul 'punto com' e molti clienti preferiscono non avere problemi con le normative attuali, seppur rischiando, ma lavorare con operatori senza concessioni per loro è lo stesso. C'è una parte del mercato che non ha scrupoli e con la quale, come per tutti gli altri settori, è dura competere”. 

A Dt9 non interessa e opera solo con concessionari dotati di licenza. E, anzi, continua a studiare e investire per migliorare il prodotto che offre. Esiste una “quarta via”  su cui insistere insieme a quelle che abbiamo già indicato? “Stiamo lavorando molto sulla tecnologia per dotarci di un modello robotico, un widget molto potente che può abbattere la questione compliant e la burocrazia, avvicinando molto il giocatore all'operatore. Vogliamo portare per mano il player nei siti di gioco e per fare questo serve migliorare molto la tecnologia. Quello che hanno fatto gli operatori lato Seo e  network per noi è già il presente”, prosegue il ceo Dt9. 

Se il futuro è questo, come cambierà il mercato su un paio di aspetti? Stiamo vivendo ancora di luce riflessa dopo l'avvio del divieto di pubblicità, ma quando scemerà il valore riflesso dei brand più importanti cosa succederà? E poi, cosa servirebbe per  far tornare a crescere il settore e il vostro business? “È ovvio che succederà qualcosa sul lungo periodo e alcuni perderanno per la possibilità di non fare advertising – spiega Di Tota – tuttavia sono poche le campagne dei bookmaker che hanno effettivamente ottenuto risultati importanti ma sono stati tanti gli investimenti che sono serviti davvero a poco. Per poter fare un nuovo salto di qualità servirebbe mettere mano ad una liquidità condivisa europea anche nelle scommesse online e non solo nel poker o negli altri giochi predisposti. Un accordo bilaterale o con alcune nazioni. Sappiamo, però, che vista la situazione politica generale è davvero molto difficile come scenario da percorrere. Per questo, intanto, andiamo avanti sui modelli che abbiamo poc'anzi presentato”.

Dt9 è un operatore “puro online”, come si dice nel gergo del business to business. Tuttavia non possiamo ignorare il fenomeno dei punti vendita e ricarica che, anche su queste pagine, abbiamo analizzato e sviscerato: “Il Pvr fa numeri devastanti ed è una realtà consolidata seppur principalmente per il mercato italiano – prosegue Danilo Di Tota – tuttavia il futuro non è quello specie per una questione generazionale. E questa evoluzione inarrestabile ci lascia pensare che nei prossimi anni, seppur con tempi non così brevi, il gioco da remoto crescerà per forza fino a scalzare quello terrestre. Una statistica indica che i giocatori online producono già venti volte quelli terrestri e questo è un numero dal quale non si può prescindere. La fidelizzazione delle sale andrà a scemare anche se, ripeto, non succederà nei prossimi mesi ma ci vorrà ancora molto tempo”. 

Come può svilupparsi, invece, il vostro lavoro? “Il mondo dell'affiliazione ha una tecnologia importante, sviluppa grossi numeri ma ha in sé una problematica molto importante che riguarda il management e la sua inadeguatezza rispetto ai volumi generati. Bisognerebbe trovare delle figure migliori. Noi lavoriamo anche in Svezia dove vivono pochissime persone rispetto all'Italia ma loro hanno società quotate in borsa e noi no. Spesso – racconta Di Tota – i colleghi vedendo i numeri che sviluppiamo ci chiedono proprio perché non riusciamo a strutturarci. Siamo consci dei nostri limiti ma, al momento, anche se dovessimo strutturarci non riusciremmo a crescere come meriterebbero i nostri numeri. Potremmo unire Dt9 ad altri gruppi col rischio che arrivi un operatore straniero e sappia unire e sfruttare il lavoro dei vari operatori”.

Il percorso segnato da Di Tota parte dai numeri per poi passare alla piattaforma e al suo sviluppo. “Poi si passa alla struttura finanziaria e al management, la nostra nota dolente, anche di Dt9, e quindi si può arrivare alla borsa con lo sviluppo anche del lavoro e delle ricadute occupazionali”. 
Come risolvere questa criticità? “Servirebbe formazione e studio di ruoli fondamentali se si vogliono sviluppare numeri di questo livello. Io vengo dall'industria dello sport e del calcio, lì siamo cresciuti tantissimo e quello potrebbe essere il modello da seguire. Il gioco è il lavoro più antico del mondo, la vita è una scommessa già di per sé. Dovrebbero studiarlo all'università il settore eppure fatichiamo a trovare manager bravi, questo è il problema principale”, chiosa Di Tota che si rituffa nel lavoro. 
Loro chi sono?!? Dt9 è un gruppo di affiliazioni internazionale ed editore online specializzato su scommesse, slot, casinò, poker, bingo e contenuti Forex per i giocatori. I numeri fanno paura con dieci anni di esperienza, oltre 500 affiliati, oltre 300 campagne attive, 15 mercati raggiunti, 30 siti web gestiti e oltre 50.000 utenti finali attivi. Il modello di entrate di affiliazione di Dt9 Affiliations si basa su: probabilità fisse, quota di fatturato, costo per acquisizione.
 

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