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Covid-19, Malagò (Coni): 'Riprendere il marketing con le scommesse'

27 marzo 2020 - 08:55

Mentre il ministro dello Sport Spadafora dubita della ripresa dei campionati di calcio a maggio, il presidente del Coni Malagò propone di riprendere le sponsorizzazioni delle scommesse per trovare risorse.

Scritto da Redazione
Covid-19, Malagò (Coni): 'Riprendere il marketing con le scommesse'


“Siamo in emergenza, le risorse non potranno esserci per tutto e per tutti, dunque bisogna pensare a qualcosa di alternativo. Anziché chiedere soldi, ritengo logico avanzare richieste su quanto non si era riusciti finora ad ottenere: mi riferisco per esempio alla ripresa del marketing con le agenzie di scommesse".

A lanciare la proposta, circolata nei giorni scorsi anche fra i tavoli di lavoro sullle conseguenze del fermo del calcio a causa dell'emergenza Covid-19 della Lega di Serie A e della Figc, è Giovanni Malagò, presidente del Coni, in una videoconferenza stampa al termine della Giunta straordinaria di ieri, 26 marzo.

"Quando era stata negata questa possibilità mi ero dichiarato da subito contrario. Era una forma di indebolimento per i club e per gli impianti, a cui le grandi compagnie di scommesse non potevano dare il nome, soprattutto quando in tutta Europa tutti gli altri lo potevano fare. Vedevi Juventus-Real Madrid, o Napoli-Barcellona, o Milan-Bayern Monaco: i nostri dovevano cancellare le scritte sulle maglie, quando sui rulli dello stadio o sulle maglie degli avversari gli stessi nomi comparivano in maniera molto chiara", ha evidenziato Malagò, chiamando direttamente in causa il divieto di pubblicità al gioco introdotto quasi due anni fa con il decreto Dignità.
 
 
La palla quindi ora passa al Governo, che attraverso il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, intervenuto a Chi l'ha visto, su Rai 3, si è detto molto dubbioso sull'ipotesi di "poter riprendere le competizioni sportive a fine aprile o ai primi di maggio", reputandole "un po' troppo ottimistiche".
Secondo il ministro "a oggi non è pensabile dire che a maggio si possa riprendere regolarmente con tutte le competizioni, soprattutto con gli spettatori. Sono gli stessi scienziati a non avere certezze sull'evoluzione dell'epidemia, non è che stiamo sbandando o non è che non sappiamo cosa fare. Dobbiamo adattare le nostre decisioni alle situazioni che cambiano".
Sulla possibilità che il campionato salti definitivamente Spadafora chiama in causa la Figc: "Se il calcio deciderà di posticipare tutto all'estate, questo ricade nell'autonomia dello sport: a oggi la situazione è complicata, il calcio ci ha messo un po' di tempo in più degli altri a capire l'emergenza, immagino che ora si muoverà con tutta la cautela possibile per evitare episodi".
 
 
Dal canto suo, la Figc - che ha chiesto lo stato di crisi per il settore - dovrebbe mettere sul tavolo del Governo due richieste: un fondo salva calcio a supporto dei club in crisi di liquidità senza gli incassi delle partite e una cassa integrazione per i calciatori di B e C che guadagnano meno di 50mila euro lordi.
A cui si aggiungerebbe l'idea autorizzare il ritorno della pubblicità alle scommesse, con una deroga di 12 mesi.
 
 
PD E M5S SULLE BARRICATE - Tali proposte non hanno incassato il sostegno di alcuni rappresentanti politici. A cominciare dall'ex senatore Pd Stefano Vaccari, ora responsabile dell'organizzazione del partito. "No, non ci siamo. Non ci siamo proprio. Lo chiediamo ora: la Lega Calcio ritiri la sua vergognosa richiesta, ne va della dignità del gioco più bello del mondo. Ritiri la richiesta di abolire il divieto di pubblicità per l’azzardo e le scommesse. Perché oggi speculare sulla vita di un Paese che sta vivendo una situazione di emergenza e crisi non è dignitoso e non ha alcun senso se non quello del profitto fine a sé stesso. Tanti club di serie A si sono messi a disposizione delle strutture sanitarie del Paese oppure dei propri tifosi più bisognosi, attraverso donazioni e sostegno. La Lega calcio prenda esempio e si metta a disposizione del Paese anziché chiedere ciò che non può dare né oggi né domani. E lo faccia ora. Perché ora è il momento del bisogno".
Gli fa eco il senatore M5S Giovanni Endrizzi: "Se il calcio per ripartire ha bisogno di appoggiarsi ad un mercato, quello dell’azzardo, portatore di danno sociale, perde la sua nobile valenza di modello educativo, motore di salute e di coesione sociale. Vien da chiedersi se avremmo noi ancora bisogno di quel calcio. Il calcio deve poter essere visto da bambini e ragazzi, senza che alcuno li istighi ad azzardare. Deve avere la Nazionale libera da sponsorizzazioni dell’azzardo. Deve veicolare valori positivi e non altro. Non è un caso che il divieto di pubblicità sia stato sancito in un decreto chiamato Dignità. Per fortuna, per far ripartire il calcio non è necessario un cedimento morale sull’azzardo: la via viene tracciata dai calciatori stessi che in Germania e altri Paesi al vertice di questo sport hanno proposto di auto limitarsi lo stipendio. Questi sono esempi chiari e comprensibili. Gli stipendi rappresentano più della metà dei costi delle società’, ma ci sono anche altre opportunità".
 
 

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