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“Lo stato salvi l’intrattenimento”: da Londra l’appello delle sale giochi italiane

14 gennaio 2015 - 08:27

Londra – “La situazione delle sale giochi italiane, purtroppo, non è delle migliori. E dopo un’estate piena di difficoltà l’inverno non è stato certo favorevole per gli addetti ai lavori. E il risultato è che continuano ad esserci attività che chiudono i battenti e operatori che rinunciano a stare sul mercato in un settore ormai dimenticato dal legislatore nazionale”.

Scritto da Alessio Crisantemi
“Lo stato salvi l’intrattenimento”: da Londra l’appello delle sale giochi italiane

A parlare è Cristina Zanotti, presidente dell’Asgi – Associazione Sale Giochi Italiane – che dalla fiera del videogioco di Londra (Eag Expo) denuncia lo stato di crisi del comparto, chiedendo un intervento risolutivo per “ridare dignità a un comparto che dovrebbe rappresentare una risorsa per il paese”, poiché in grado di regalare divertimento alle famiglie.

 

“Sono anni che denunciamo le nostre difficoltà – aggiunge – ma nonostante le buone intenzioni dello scorso anno, quando proprio in questa fiera avevamo visto con piacere i rappresentanti dei Monopoli di Stato venire a studiare il settore, ci troviamo ancora oggi nella stessa situazione di prima. Cioè senza una norma adeguata alla nostra attività e al passo coi tempi, ma con diverse attività che nel frattempo hanno chiuso”. Per questo, secondo Zanotti, non c’è più tempo da perdere se si vuole davvero salvare il settore.

I POSSIBILI INTERVENTI - I punti su cui intervenire sarebbero molti tenendo anche conto che in questo settore nulla o poco più è cambiato negli ultimi anni. Ma volendo individuare delle priorità, Zanotti vede prima di tutto la definizione di una norma che permetta di semplificare le procedure di importazione degli apparecchi in modo da incentivare l’acquisto di giochi anche usati dai mercati esteri. “Sentiamo spesso parlare di Europa e di diritti degli Stati Membri, ma tali diritti non sembrano valere quando si parla di videogiochi visto che non ci è consentita una libera circolazione di prodotti all’interno dell’Unione. Purtroppo in Italia funziona diversamente dal resto del continente e del mondo. E se in fiere come l’Eag vediamo prodotti interessanti poi dobbiamo fare i conti con le norme italiane, sul nuovo e sull’usato. Questo significa non rendersi minimamente conto dea realtà di un settore che per poter rimanere in vita deve necessariamente potersi rinnovare rapidamente”.

OMOLOGHE AL CENTRO DEL DIBATTITO - A fare eco al leader delle sale giochi è il consigliere dell’Asgi, Fabio Ragoni: “Troviamo assurdo che ci vengano chiesti accertamenti preventivi sui videogiochi che vogliamo acquistare per le nostre sale che comportano importanti oneri e tempi lunghissimi, quando non ci sarebbe bisogno di tutto questo. Noi gestori delle sale giochi siamo i primi responsabili delle nostre attività. Cosa pretendere di più? Noi saremo pronti a mettere in gioco la nostra fedina penale per garantire rispetto a tutto quello che avviene nelle nostre sale: quindi ben vengano i controlli nei locali, ma che senso ha complicare l’accesso al mercato di nuovi giochi per un eccesso di rigore nelle verifiche preventive?”

NON C’E’ CONFORTO NEPPURE CON LE SLOT - Ma purtroppo la situazione sembra rimanere inalterata e da troppo tempo: “Sono tante le cose da sistemare e ogni giorno che passa risulta essere già troppo tardi”. Non solo, perché al peggio non c’è mai fine. “L’aspetto ancora più curioso arriva poi dalla Legge di Stabilità – aggiunge Zanotti – pensando a quelle sale giochi che per rimanere in vita e far quadrare i conti, magari anche in contrasto con le proprie idee di mercato, hanno introdotto nei propri locali qualche slot machine. Ora con questa nuova legge che sta creando scompiglio nel comparto per la ridistribuzione di quei 500 milioni chiesti al settore, finiranno con lo scomparire anche i minimi margini che qualcuno si era riuscito a creare, per una beffa totale”.

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