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Amusement made in London: sguardo italiano sull'Eag

15 gennaio 2018 - 11:40

L'Italia guarda alla fiera londinese Eag con grande interesse, ma senza adeguati strumenti normativi per poter beneficiare delle novità in mostra.

Scritto da Sara
Amusement made in London: sguardo italiano sull'Eag

Il puro intrattenimento si sposta a Londra con Eag, in programma dal 16 al 18 gennaio. Si tratta di una fiera ancora interessante per il mondo dell'amusement? Lo abbiamo chiesto agli operatori italiani, che solitamente si spostano nella capitale inglese per seguire l'evento e fare il punto sulle ultime novità.

Per il vicepresidente Sapar, Marco Gennatiempo, la situazione non è affatto facile: “Finché permarrà lo stato confusionale in cui versa il comparto dell’amusement, a causa di norme sempre più stringenti e in evidente contrasto con quanto accade nel resto del mondo, dove proliferano fiere ed esposizioni come Eag, nella quali vengono presentati prodotti sempre più innovativi, il mercato italiano non potrà beneficiarne proprio per la mancanza di adeguamenti normativi in grado di dare nuova linfa vitale a questo settore”.

Quali sono le novità che aspettate di trovare? “Al di là delle novità che ci saranno, il problema fondamentale è il blocco normativo necessario per rimettere in moto l’intrattenimento puro, in particolare attraverso lo snellimento delle procedure di certificazione, d'installazione, accesso al credito e un inquadramento di utilizzo dell’apparecchio per fasce di età, tramite sistema 'Pegi' applicato dalle aziende produttrici importatrici. Purtroppo, però, viviamo in un paese dove le istituzioni prestano pochissima attenzione alle richieste delle associazioni di categoria come la Sapar, portatrici delle necessità delle aziende produttrici che ne fanno parte e che non riescono a dare alternative concrete e stabili agli esercizi che offrono l'intrattenimento”.

In che modo dall'estero guardano l'Italia? “Credo che anche all’estero auspichino l’avvento di una nuova norma e nel contempo uno snellimento delle pratiche tutte italiane, al fine di eliminare quegli ostacoli e complicazioni che a livello europeo non esistono, visto che l'intrattenimento è un servizio reso alla comunità e quindi di libero commercio”.

Le grandi aziende estere spingono ancora per un cambiamento normativo nel mercato italiano? “Il comparto deve impegnarsi a mettere a disposizione di questo ramo tutte le risorse umane ed imprenditoriali, a prescindere dagli interessi personali, e lavorare affinché si riescano ad elaborare delle norme in linea con i tempi e procedure. L'associazione Sapar ha già prodotto e portato all’attenzione delle istituzioni diversi documenti, nei quali si sottolinea il blocco normativo che il settore dell’amusement ormai sta subendo da ben dieci anni; l’augurio è che finalmente si possa dare nuova linfa vitale ad un segmento che crea socialità e divertimento per le famiglie”.

Quali sono i rischi se le regole non saranno aggiornate? “Il rischio è che il settore dell’intrattenimento puro sprofondi sempre più in un baratro buio e privo di opportunità di rilancio, relegando il divertimento e la socialità ad un semplice ricordo del passato. Non dovremmo stupirci poi se intere generazioni passeranno la loro vita nell’isolamento, interfacciandosi con il mondo attraverso uno smartphone o giochi online”.

SERVE CAMBIO DI ROTTA - Alessandro Lama, vicepresidente Consorzio Fee, che raggruppa alcuni dei protagonisti della filiera dell’amusement italiano, crede che “le fiere per le aziende sono sempre un’occasione preziosa di confronto e un momento strategico per presentare eccellenze e novità. Questo vale anche per l’Eag di Londra, una vetrina importante per gli addetti ai lavori per dimostrare che il made in Italy nel settore esistite e resiste e ha ancora molto da dire e da dare. Preme però precisare che l’appuntamento di Eag non è esclusivamente dedicato al puro divertimento, il ‘comma 7’ per la legge italiana, dal momento che trovano spazio anche le slot. Qui risiede una differenza importante rispetto a Fee Expo, la fiera di cui ha sentito il bisogno il Consorzio Fee, proprio per rimarcare con nettezza la separazione tra gioco con vincita in denaro e gioco per il puro divertimento”.

 

Sulle novità che si potranno incontrare a Londra, secondo Lama “in senso stretto non credo ve ne saranno, le ultime su piazza sono già state presentate a ottobre a Roma in occasione di Fee Expo e a novembre a Orlando in occasione della Iaapa Attractions Expo. Tra i prodotti più innovativi e interessanti che ci aspettiamo di trovare anche a Londra, ci sono i kiddie rides con simulazione di realtà virtuale”.
Una situazione, quella italiana, che influenza anche l'opinione degli operatori esteri, i quali potrebbero essere sempre più restii a investire nel mercato nostrano, a causa di una normativa troppo obsoleta.
“Da parte del mercato estero c’è attendismo e diffidenza nei confronti di un Paese con un’impalcatura legislativa debole e estremamente confusa, che frena qualsiasi spinta a investire. Per superare l’impasse serve una regolamentazione che faccia una netta distinzione all’interno del comparto tra giochi con vincita in denaro e puro intrattenimento, tra gambling e redemption: tutte attività legali ma molto differenti. Sono invece piuttosto inutili i colpi di rigidità estemporanei e scomposti calati dall’alto dal legislatore. Si rivelano puntualmente soluzioni che hanno tutto il sapore di rincorse al facile consenso, mentre ciò che servirebbe - e il nostro comparto è il primo ad auspicarlo - è una politica sociale educativa ed etica. Le azioni verticali coercitive creano solo mercati ingovernabili e un settore che rischia fatalmente di virare verso il nero”.
Sulla possibile azione dei colossi esteri per apportare cambiamenti nel mercato italiano del puro intrattenimento, Lama aggiunge: “Non penso proprio che le grandi aziende straniere abbiano grandi margini di manovra per influenzare il cambiamento normativo all’interno del nostro mercato. Le grandi realtà commerciali estere fanno, come è normale che sia, i loro interessi, restando per ora solo affacciate alla finestra a guardare, pronte a intervenire laddove intravedessero mutamenti utili”.
Se l’aggiornamento continua a tardare “il rischio è un forte disorientamento – peraltro già in corso – sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico generico. Le aziende non potendo fare previsioni non si sbilanciano in acquisti e investimenti, restando in qualche modo indietro, mentre giovani, bambini e famiglie – il cliente in senso lato, insomma – di fronte a tanta incertezza viene toccato dal dubbio sulla correttezza legale di questo tipo di divertimento. Conseguenza che oltre che molto dannosa è ovviamente del tutto ingiusta.
E desta ancora più rabbia, in un panorama che vede lo Stato permettere se non incentivare campagne mediatiche che attaccano solo i deboli - come l’artigianato di eccellenza, noleggiatori, gestori, virtuose aziende di made in Italy -, senza invece neppure sfiorare redditizie praterie”, conclude Lama.

Gioco News è media partner dell'evento londinese. 

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