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Strata: 'Gli eSports rivoluzioneranno il concetto di sport'

09 aprile 2019 - 10:18

Andrea Strata parla di un inquadramento degli eSports nell’ambito delle Discipline sportive associate e all'interno di una Federazione nazionale.

Scritto da Redazione
Strata: 'Gli eSports rivoluzioneranno il concetto di sport'

Roma - "Vorrei focalizzare il mio intervento sul possibile inquadramento degli eSports nell’ambito del diritto sportivo (e dunque anche nell’ambito del Coni), la tematica è ampiamente trattata nel capitolo 3 del libro 'eSports, un universo oltre il videogioco', presentato oggi, martedì 9 aprile, a Roma presso la sede dell’istituto per il Credito sportivo, edito da Gn Media, in collaborazione con Eurispes e con il contributo di Aics".

Così interviene l'avvocato Andrea Strata, alla presentazione del libro sugli eSports, scritto a quattro mani con l'avvocato Chiara Simbaldi, esperto anche egli di gaming e direttore dell'Osservatorio permanente dell'istituto Eurispes su Giochi legalità e patologie "Italia in gioco".
 
"Inquadrare gli eSports nell’ambito degli sport “tradizionali - spiega Strata - o addirittura inserirli tra le discipline olimpiche, può avere impatti enormi dal punto di vista economico e di business.
 
Partiamo dalla domanda 'che cosa si intende per sport?'. Molti (almeno per me è stato così) risponderebbero così: per sport si intendono quelle attività che richiedono allenamento, competizione, concentrazione, ma anche un notevole sforzo fisico, sudore, fatica. Così ha risposto, ad esempio, la famosissima Federica Pellegrini, olimpionica di nuoto.
 
Ma siamo davvero sicuri? Siamo davvero sicuri che per essere considerato sport occorre necessariamente la componente fisica (lo sforzo fisico)?
 
Quello che per noi adulti può sembrare paradossale, per le nuove generazioni è del tutto normale. Quante volte ci siamo stupiti nel vedere nostro figlio utilizzare lo smartphone meglio di noi? Siamo, infatti, nell’epoca dei nativi digitali.
 
La tecnologia di oggi permette questo. La Tv on demand ha rappresentato una rivoluzione del concetto stesso di televisione: l’utente non sceglie più tra i palinsesti che le emittenti propongono, ma costruisce da sé la propria programmazione.
 
Per noi può sembrare assurdo inserire le competizioni di videogiochi tra gli sport tradizionali, per un millennial invece può sembrare ridicolo il contrario.
 
Ecco, per comprendere appieno il fenomeno dobbiamo necessariamente fare uno sforzo intellettuale: proiettarci nella testa di un giovane ed uscire dai nostri preconcetti.
 
In Italia gli eSports non sono ancora discipline riconosciute dal Coni. Attualmente, in ambito eSports, vi sono delle associazioni che operano sotto l’egida di enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, come l’Aics.
 
La struttura del Coni è composta da tre tipologie di enti: le Federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva e discipline sportive associate (Dsa).
 
Al momento, le Dsa riconosciute dal Coni sono 19 e sono: Federazione Arrampicata Sportiva; Federazione Cricket Italiana; Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali; Federazione Italiana Palla Tamburello; Federazione Italiana Pallapugno; - Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso; Federazione Italiana Wushu-Kung Fu; Federazione Italiana Biliardo Sportivo; Federazione Italiana Bowling; Federazione Italiana Sport Orientamento; Federazione Italiana Kickboxing, Muay Thai e Shoot Boxe; Federazione Italiana Twirling (uno sport simile alla ginnastica artistica); Federazione Italiana Turismo Equestre; Federazione Italiana Rafting; Federazione Italiana di America Football; Federazione Italiana Tiro Dinamico Sportivo; Federazione Italiana Gioco Bridge; Federazione Italiana Dama e Federazione Scacchistica Italiana.
 
Dunque, approfondendo il tema scopriamo che il Coni riconosce come discipline sportive anche attività che non richiedono una componente fisica: dama, scacchi, bridge, o ancora discipline che non sono sport olimpici: bowling, rafting.
 
Ora, considerati gli alti livelli di agonismo raggiunti dai giocatori di eSports, è evidente che la strada che può essere intrapresa è quella di essere inizialmente inquadrati nell’ambito delle Discipline sportive associate (come gli scacchi, la dama, e tutte le discipline che ho detto prima), per poi valutare se vi siano i presupposti per la nascita di una vera e propria Federazione nazionale di eSports, anche per sopperire a tutte le esigenze che questa disciplina pone su svariati fronti in termini organizzativi, procedurali, di tutela dell'integrità e della legalità.
 
Del resto, il Cio, ha ufficializzato la presenza ai Giochi olimpici di Parigi di 4 nuove discipline: breakdancing, surf, arrampicata e skateboard.
 
Ritengo che in un futuro non troppo lontano, anche il settore degli eSports potrà trovare spazio all’interno delle discipline sportive o addirittura olimpiche.
 
Gli eSports ben potrebbero essere inseriti nell’ambito delle discipline sportive riconosciute dal Coni, perché, pur non avendo una componente fisica prevalente, richiedono comunque una concentrazione elevatissima, allenamento costante e tanta competizione.
 
Tuttavia, per arrivare a ciò, occorrerà che il settore superi la frammentarietà che ad oggi lo contraddistingue; occorrono regole comuni ed uniformi, anche per il contrasto delle frodi nelle competizioni elettroniche.
 
Occorre che il settore si ispiri a principi democratici ed al principio di uguaglianza e di pari opportunità nella partecipazione all’attività.
 
Su quest’ultimo punto, in realtà, credo che il settore degli eSports possa insegnare molto allo sport tradizionale: rifletteteci un attimo, in questo settore una persona disabile, tramite un pc, può battere un soggetto normodotato. Una donna può competere alla pari con un uomo.
 
E se, come credo, gli eSports entreranno a pieno titolo nel mondo sportivo, allora è possibile immaginare arene gremite di spettatori che vanno a vedere i loro idoli che competono con i videogiochi: ciò che in realtà già accade in Asia (in Corea in particolare) ed in America.
 
Siamo davanti ad un nuovo mercato, nuove opportunità di business.
 
Molte squadre di calcio italiane hanno già investito in questo settore, ingaggiando i giocatori più forti al gioco del calcio Fifa, giocatori che viaggiano per il mondo sfoggiando i colori sociali della squadra a cui appartengono: sto parlando della Roma, della Sampdoria, il Parma, l'Udinese, l'Empoli, il Bologna, il Genoa ed il Cagliari.
 
In ambito europeo, fra le tante: PSG, Ajax, Schalke 04, West ham, Valencia, Besiktas, Manchester City. Il Real Madrid, all'interno dello stadio Bernabeu, ha creato un'arena dedicata alle competizioni di eSports. Occorre però regolamentare il settore, anche in ordine alla tutela dei videogiocatori professionisti.
 
Su quest’ultimo aspetto, in Francia sono più avanti di noi, è prevista una disciplina specifica per i professionisti di tale settore e la normativa francese potrebbe costituire una buona base di partenza per una regolamentazione uniforme del settore a livello europeo.
 
In Italia, attualmente non è prevista alcuna forma di tutela per i videogiocatori. Tuttavia, ragionando in ottica di diritto sportivo, è attualmente all’esame del Parlamento la riforma dell'ordinamento sportivo, che, fra le tante novità, prevede la tutela del lavoratore sportivo.
 
Ad ogni atleta saranno garantite tutele previdenziali e assistenziali, a prescindere dal suo status di professionista o dilettante.
 
Proprio come la Tv on demand ha rivoluzionato il concetto di televisione, da qui a breve gli eSports potranno rivoluzionare il concetto di sport".
 

 

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