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Eag Expo: esports in sala giochi, ma con formazione e connettività

14 gennaio 2020 - 17:17

Al dibattito di GiocoNews.it sui videogiochi, organizzato nell'ambito dell'Eag, focus sulla formazione e la connettività.

Scritto da Ac
Eag Expo: esports in sala giochi, ma con formazione e connettività

Londra – Il futuro dell’intrattenimento passa per il connubio tra sport elettronici e sale giochi. È quanto emerge in maniera piuttosto chiara dall’Eag Expo di Londra, la fiera dell’intrattenimento in corso di svolgimento nel centro espositivo ExCel della capitale britannica, dal dibattito organizzato da GiocoNews.it interamente dedicato a esports e amusement.

All’incontro, dal titolo: “Videogiochi competitivi in un mercato competitivo”, hanno partecipato i responsabili di alcune realtà leader nel segmento, con esperienze dirette nelle attività di sala, che hanno illustrato gli attuali sviluppi e i trend che si stanno delineando, mostrando tuttavia che, al di là del futuro, il connubio tra questi due mondi è già una realtà e sta dando diverse soddisfazioni a chi sta investendo sulle nuove tecnologie. Per un fenomeno decisamente trasversale che si sta espandendo, seppure a ritmi diversi, in tutto il mondo. Non a caso, a intervenire al dibattito sono state tre realtà appartenenti a paesi assai diversi tra loro come Italia, Germania e Stati Uniti, attraverso le testimonianze di Giovanni Antonioli Fantini, amministratore delegato di Vae Victis e partner di Tecnoplay, Robert Fankhaenel, co-fondatore di Hologate e Jan Goetgeluk, amministratore delegato e fondatore dell’americana Virtuix.

Nel delineare le proprie esperienze personali e aziendali sui vari mercati, è emersa una certa convergenza rispetto ad alcuni temi specifici, come il futuro dell’intrattenimento in sala giochi (e non solo) e le condizioni base di cui necessita questo tipo di attività per potersi affermare in tempi rapidi e in modo adeguato. Per tutti, ciò che serve è, in estrema sintesi, un cambio di approccio da parte degli operatori delle sale e dell’industria generale dell’intrattenimento, che oltre a dover investire su queste nuove tecnologie deve agevolare questo nuovo percorso puntando su formazione e infrastrutture.

“Il fenomeno degli esports, che sta letteralmente spopolando tra i giovani e i giovanissimi, deve ancora essere compreso fino in fondo da alcune generazioni – spiega Goetgeluk – per questa ragione è necessario diffondere una cultura del gioco competitivo attraverso un’attività di educazione che riguarda non solo i giocatori, per educarli a un consumo ragionevole del gioco e della tecnologia, ma anche i genitori, che non devono guardare con sospetto queste attività, ma ne devono valorizzare gli aspetti educativi e di aggregazione, oltre agli operatori dell’intrattenimento, che devono capire che il futuro passa ormai da qui”.

Il responsabile di Vituix, nel riportare l’esperienza statunitense e raccontando quello che stanno facendo in territorio come Las Vegas, evidenzia quanto sia importante diffondere la conoscenza degli sport elettronici tra il grande pubblico e come sia utile in questo senso l’introduzione della “materia” esports nei programmi universitari, nelle scuole più in generale ma anche nei luoghi di aggregazione e di culto.

Mentre l’altro aspetto indispensabile per l’affermazione di questo nuovo mercato è l’investimento in infrastrutture: “Sicuramente, se la realtà virtuale come quella aumentata rappresentano i principali driver di sviluppo per il gaming e per l’amusement, che avranno impatto forte e diretto anche sugli esports, è altrettanto evidente che queste tecnologie richiedono investimenti non solo in termini di prodotto ma anche in termini di infrastrutture”, spiega Fankhaenel. “È quindi fondamentale avere connettività adeguata e soprattutto stabile. Con il 5G che rappresenta sicuramente un’opportunità ma già oggi le attuali tecnologie consentono di proporre esperienze evolute, ma devono essere presenti nelle sale”.

Un tema sul quale si mostra particolarmente sensibile anche Fantini: “È importante evidenziare quello che devono fare gli operatori delle sale da gioco in questa fase per poteri garantire un futuro: per proporre le nuove forme di gioco è necessario avere sale connesse e personale dedicato che sia in grado di creare, sviluppare e gestire community di giocatori, che sono alla base del gioco competitivo”, spiega lo sviluppatore. “Si tratta di requisiti che fino ad oggi non si sono mai resi necessari, con le attuali forme di gioco per bambini, ma d’ora in avanti, tenendo conto del rapporto dei giovanissimi con la tecnologia, diventano imprescindibili perché quello che si aspettavano i giovani di oggi e di domani sono queste forme di gioco evolute e non più il gioco tradizionale. E gli operatori dovranno farsi trovare preparati”.

Secondo Ian Donegan, capo reporter della rivista InternGame e moderatore del dibattito: “Non ci sono dubbi che il futuro dell’amusement passi per questo tipo di tecnologie e per la competizione. Si tratta di fenomeni che ormai fanno parte della vita dei giovani e che l’industria dell’intrattenimento non può ignorare. Lo vediamo già oggi con il successo che stanno avendo prodotti come Escape Room e le varie esperienze di realtà virtuale e con il boom in generale degli esports. Si tratta quindi di opportunità che il settore non può lasciarsi sfuggire e iniziamo già ora a capire come si possono sfruttare”.

 

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