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Devoluzione mance e contratti casinò, un legame da non trascurare

02 aprile 2024 - 12:05

La devoluzione di parte delle mance alla gestione è un tema non trascurabile al momento di trattare su un contratto di lavoro collettivo nei casinò.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Calvin Hanson su Unsplash

Foto di Calvin Hanson su Unsplash

“Poco importa da quale parte si inizia... importa, invece, dove si va a parare”.
Forse in un contratto diverso da quello di una casa da gioco dove il personale tecnico usufruisce delle mance che non “devolve” (non desidero ripetermi con le sentenza alla quale mi sono sempre riferito) alla gestione.

Allorché le mance sono soggette a ripartizione alla quale l’azienda è estranea e l’accordo deve trovarsi tra i lavoratori aventi causa, il problema che potrebbe presentarsi è collegato alla divisione in reparti con giochi assegnati oppure alla quantità di giochi che il dipendente può svolgere professionalmente. Per di più potrebbe inserirsi nella devoluzione la percentuale di suddivisione con la gestione.

Non è il primo caso in assoluto. In altra casa da gioco inizialmente si è verificato un caso che riguardava il reparto chemin de fer, probabilmente quando i cosiddetti giochi americani non erano ancora presenti. La percentuale a favore dei dipendenti di quel reparto era del 46 percento.

Nella stessa casa da gioco, quando sono subentrati i giochi americani che, come è noto, producono mance meno importanti, è stata la gestione ad accontentarsi di una minore percentuale: 40 percento.

È abbastanza recente il discorso sulla multifunzionalità, sulla rilevanza che un impiegato sia in grado di svolgere professionalmente più giochi da tavolo o tutti quelli presenti. Ed ecco sorgere una seconda ipotesi di suddivisione del “punto” tra i dipendenti tecnici.

Chiaramente non è compito dello scrivente di entrare in argomento sul come e quanto, ho solo espresso l’esistenza di una realtà in vigore nel mondo dei casinò italiani. Mi pareva doveroso, anche se molti potrebbero già conoscerla, renderla nota. Considero il tempo residuo che rimane a disposizione non eccessivamente lungo per addivenire ad un accordo che nulla a che vedere potrebbe avere con il contratto di lavoro o l’esatto contrario.

L’argomento introdotto mi pareva sufficientemente interessante da essere annunciato anche perché se dovesse subire ritardi di trattazione potrebbe avere riflessi che chiamarli negativi sarebbe, forse, riduttivo.

Certamente non desideravo e non intendo assolutamente criticare le dichiarazioni di chicchessia ma le parole lette nell’articolo su gioconews.it mi hanno fornito la spinta a rendere noto un problema possibile e che in altra parte del Paese è stato affrontato e  risolto. Ciò non toglie che non è l’unica modalità!

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