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Slot con doppia scheda, Cassazione: 'È truffa, non frode informatica'

14 settembre 2017 - 10:56

La Corte di Cassazione ricorda che installando una slot con doppia scheda si incorre nel reato di truffa, non di frode informatica.

Scritto da Fm
Slot con doppia scheda, Cassazione: 'È truffa, non frode informatica'

 


Non una semplice "frode informatica" ma una vera e propria truffa. E' quella di cui si sono macchiati alcuni noleggiatori di slot secondo la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha annullato in parte la decisione della Corte di Appello di Bologna, che aveva confermato quasi integralmente sul piano della responsabilità la sentenza del tribunale di Bologna per reati di associazione per delinquere finalizzata a reati di frode informatica, esercizio abusivo del gioco di azzardo mediante tali frodi, reati di corruzione, violazione del segreto di ufficio, sottrazione di cose sottoposte a sequestro, violazione di sigilli, frode processuale ed accesso abusivo al sistema informatico.

 

In vario modo, ricordano i giudici, "gli imputati utilizzavano irregolarmente apparecchi per gioco d'azzardo (slot-machines) che, normalmente, dovrebbero operare in collegamento telematico con la Agenzia dei Monopoli in modo da consentire il diretto computo degli importi dovuti a titolo di tassa e, comunque, per controllare la conformità degli apparecchi alla normativa di settore (in particolare quanto a garantire che, del denaro inserito dai giocatori nelle macchine, la percentuale del 75 percento sia restituita quale vincita). Le modalità per effettuare tali frodi, come dopo specificato meglio, consistevano in alcuni casi nell'alterare le comunicazioni, via telematica,
con la Agenzia dei Monopoli, in modo da ridurre l'apparente incasso delle slot machines, ed in altri casi nella utilizzazione di apparecchi da gioco privi ab origine
di tale collegamento obbligatorio".


La sentenza della Cassazione spiega così le modalità della truffa. "Con un artifizio è stata creata una slot-machine per poter esercitare il gioco di azzardo in danno, fra l'altro, della pubblica amministrazione non venendo versato con tale meccanismo la quota di spettanza dell'ente del 'prelievo erariale unico'. La frode non è realizzata in modo automatico, qual è la situazione sottesa all'articolo 640 ter cod. pen., ma con un classico sistema di occultamento della attività per indurre in errore l'autorità di polizia amministrativa deputata ai controlli specifici del settore (e l'ulteriormente tradizionale sistema di pagamento di un pubblico ufficiale compiacente).
L'alterazione della cosa (informatica) propria, quindi, non rileva perché si è violato un obbligo di non modifica delle sue caratteristiche ma semplicemente in quanto la sua trasformazione è l'artifizio per indurre in inganno (n questo caso i soggetti addetti ai controlli). Situazione tipica della truffa comune".

 

"Si è in presenza di un sistema più moderno di installazione di slot machines non autorizzate. La 'informatizzazione' di tali apparecchiature non rende più necessario l'utilizzo di una macchina ad hoc occultata - come risulta da vecchia casistica giudiziaria - in locali clandestini per sfuggire ai controlli, bensì consente di compiere una più semplice operazione corrispondente al comune collegamento ad uno stesso monitor di due computer diversi. Questo e non altro è la installazione della doppia scheda: anziché utilizzare una diversa unità centrale collegata ad uno stesso monitor ed ad una stessa tastiera, con i normali comandi meccanici od elettronici per attivare l'uno o l'altro apparecchio, si utilizza la stessa 'cassa' per due pc in modo che all'esterno non sia distinguibile alcunchè e, con un semplice comando, si riattiva, in caso di controllo, la macchina 'regolare'. La slot machines è nascosta nella 'scatola' del videogioco. Si tratta, si ripete, di una soluzione più moderna rispetto alle salette 'riservate' delle sale giochi di altri tempi di cui si legge nei precedenti giurisprudenziali.
In questa situazione, invero, non si può parlare di alterazione di un sistema informatico: non è vero che 'il sistema continua a funzionare ma, appunto, in modo alterato rispetto a quello programmato', bensì funziona o l'uno o l'altro sistema perché si collegano allo stesso video diversi computer (la diversità dei circuiti dei due apparecchi prescinde dal modo più o meno 'forte della connessione materiale tra le loro parti 'fisiche')", conclude la sentenza.

 

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