skin

Pucci (As.Tro): “Formazione dei preposti, percorso di professionalizzazione del comparto”

22 novembre 2013 - 15:06

Un corso di formazione rivolto ai preposti sul delicato tema del gioco patologico. E' l'iniziativa messa in atto dalle aziende Aermatic Italia Srl e Punto Srl, in collaborazione con la società di formazione Articolo1, l'associazione As.Tro e il concessionario Gmatica, che si svolgerà il 25 e 26 novembre a Verona, presso l'hotel Gilberti. Ma non si tratta di un debutto, bensì, di un ritorno, dopo il progetto pilota realizzato qualche mese fa ad Ancona. A spiegare le ragioni di una iniziativa di questo tipo è il Presidente di As.Tro, Massimiliano Pucci.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Pucci (As.Tro): “Formazione dei preposti, percorso di professionalizzazione del comparto”


“L’esigenza di 'formare' il personale di sala, sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista dell’attenzione alla condotta responsabile dell’utenza, è sempre più avvertita da un consesso di operatori in un percorso di professionalizzazione costante. Per questa ragione As.Tro insieme ad Articolo 1 - società leader nella ricerca e formazione del personale – ha attivato un ciclo di incontri formativi mirati a professionalizzare gli addetti ai lavori di sale giochi, sale vlt e agenzie di scommessa, ma anche bar di dimensione e dinamica elevate che rappresentano ambienti di gioco a tutti gli effetti. Sono anni che parliamo di formazione, e ora che da diversi pulpiti si inizia a parlare di questa esigenza, dal canto nostro siamo già avanti con i lavori e il nostro format che è ormai ben collaudato, ha già riscosso un alto gradimento, sia dal punto di vista degli operatori che da quello istituzionale. Se pensiamo oggi alla Legge regionale dell'Emilia Romagna – uno dei pochi esempio di buona politica nel gioco in questo momento - che ha imposto dei corsi di formazione obbligatori per gli operatori, possiamo capire in quale direzione andrà il gioco pubblico e la bontà del nostro progetto”.

 

Come nasce questa idea di un corso di formazione per i preposti delle sale da gioco?
“Siamo convinti fin dall'inizio, e oggi più che mai, che per intervenire in maniera concreta sui temi relativi alla regolamentazione del gioco e al gioco patologico, non basta limitare la comunicazione del 'prodotto' gioco, ma al contrario, questo deve essere solo uno degli aspetti di un intervento più ampio, che prevede l'informazione e la formazione degli esercenti oltre che dei gestori. Se pensiamo al servizio andato in onda nel programma televisivo 'Le Iene', qualche giorno fa, è facile capire che quell'operatore disonesto comparso in televisione, di certo non era un operatore 'formato'. Nei nostri corsi insegniamo a spiegare il disvalore legato a certi comportamenti e le conseguenze  che questo comporta”.
Guardando il vostro format, sembrerebbe che spetti al settore intervenire nei confronti della dipendenza da gioco?
“Siamo da sempre convinti che il problema vada affrontato direttamente nei locali e con gli operatori, prima ancora che con i giocatori e con gli organismi seri che si occupano di patologie. Non a caso la nostra associazione ha avviato da tempo anche un percorso istituzionale e un confronto costante con il cosiddetto 'terzo settore' su questi temi. Ma per il fare il nostro già a monte, cioè nella nostra attività quotidiana, abbiamo previsto una formazione specifica per i preposti che sono la figura di riferimento che opera nelle nostre sale. Perché un preposto deve essere in grado di affrontare questo tipo di problema qualora si verificassero casi di gioco anomalo. Un operatore 'formato' deve conoscere e, se possibile, riconoscere un giocatore a rischio patologia”.
Obiettivo senza dubbio non semplice, quello di individuare un soggetto 'a rischio'?
“Assolutamente no. Per questo non abbiamo mai pensato di fare una formazione 'fatta in casa' e quindi circoscritta all'interno del settore ma, al contrario, abbiamo coinvolto esponenti del mondo scientifico che affrontano quotidianamente il problema e che possono fornire ai preposti le informazioni necessarie per individuare e rispondere a questo disagio. Noi non dobbiamo sostituirci agli esperti che si occupano del recupero dei giocatori, ma prima di arrivare al fatto che un giocatore si rivolga a un centro di ascolto o componga il numero verde del Sert, bisogna che sia l'operatore a rendersi conto della necessità di intervenire”.
Come funziona, quindi, questo corso di formazione rivolto ai preposti?
“Il corso di formazione è pensato per essere in grado di rispondere a tutte le domande che scaturiscono nell'affrontare il tema della dipendenza e, più in generale, del gioco responsabile. Per questo abbiamo coinvolto dei professionisti, attraverso il supporto di Articolo1 e dell'associazione, e suddiviso il corso in quattro moduli, per affrontare il tema sotto il profilo tecnico, legale, giuridico e sociale e, infine, con un attento sguardo alla comunicazione del gioco lecito, con particolare attenzione alle nuove disposizioni dettate dal Balduzzi”.

Articoli correlati