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Mettiamoci in gioco: "Nessuna alleanza con Sgi, unico obiettivo è legge quadro sul gioco"

20 ottobre 2014 - 08:29

Il protocollo non sigla alcuna 'alleanza' della campagna con i concessionari. L’opportunità di aprire un confronto con le imprese di Confindustria nasce esclusivamente dalla volontà di arrivare in tempi brevi a una legge quadro sul gioco d’azzardo, l’obiettivo principale che si è dato la campagna fin dalla sua costituzione. Così, la campagna Mettiamoci in gioco risponde alle polemiche sollevate dall'Alea a seguito della diffusione del protocollo d’intesa sottoscritto con Sistema Gioco Italia.

Scritto da Redazione GiocoNews
Mettiamoci in gioco: "Nessuna alleanza con Sgi, unico obiettivo è legge quadro sul gioco"

 

 

"In tale contesto, un’interlocuzione con i concessionari – che rimangono una 'controparte' – è finalizzato a verificare l’esistenza o meno di alcuni punti strategici su cui trovare un accordo, da sottoporre alla politica, in modo da rendere più agevole i passaggi in Parlamento", precisano i promotori di 'Mettiamoci in gioco'.


TRATTATIVA NECESSARIA  - "La campagna ritiene assai significativo che i concessionari, totalmente disinteressati a noi in passato, abbiano deciso di aprire un tavolo di confronto – cioè una sede trasparente di interlocuzione – riconoscendo così la necessità di dover 'trattare', vista la forza del movimento impegnato contro i rischi del gioco d’azzardo, di cui la campagna è solo uno dei soggetti, per quanto quello più rappresentativo. L’opportunità di inserire nel protocollo una 'clausola di riservatezza', perciò, non è nata per nascondere alcunché, ma per tutelare le due parti nella comunicazione rivolta all’opinione pubblica, garantendo entrambi dal rischio di strumentalizzazioni reciproche".

 

USARE UN TERMINE DIVERSO DA 'GIOCO D'AZZARDO' - La necessità di individuare, "in un documento condiviso con Confindustria, un termine diverso da 'gioco d’azzardo' per indicare il fenomeno nasce esclusivamente da motivazioni giuridiche. Nel nostro ordinamento attuale, il 'gioco d’azzardo' resta illegale. Per questo i promotori della campagna hanno concordato una espressione condivisa per riferirsi al gioco legale che fosse compatibile con l’ordinamento vigente. Tuttavia, dal punto di vista sociale, economico e culturale, la campagna continuerà anche in futuro a etichettare il fenomeno come 'gioco d’azzardo', perché – a nostro avviso – di questo si tratta. Anche su questo punto, dunque, la posizione della campagna non è cambiata: non è problematico solo il gioco 'illegale' (la posizione tradizionale dei concessionari), ma anche quello 'legale'".

NON VOGLIAMO ABROGARE IL GIOCO - Le critiche, si legge ancora nel documento diffuso da 'Mettiamoci in gioco', "non hanno esplicitato fino in fondo la vera differenza che esiste tra la campagna 'Mettiamoci in gioco' e alcune altre esperienze del movimento di contrasto al gioco d’azzardo: la campagna si propone di regolamentare il gioco d’azzardo e non di abrogarlo. E questo per un duplice ordine di motivi: etico, perché non intende assumere posizioni 'proibizioniste'; politiche, perché è irrealistico, almeno oggi, proporsi di eliminare il gioco d’azzardo nel nostro paese. L’opportunità di un confronto con i concessionari deriva da questo approccio e si configura come un normale dialogo sociale tra soggetti con visioni e interessi diversi. Ovviamente, è più che legittimo avere un approccio diverso. Tuttavia, è scorretto e inaccettabile attaccare singole persone e fare insinuazioni al limite della querela, pratiche che pensavamo lontane dai nostri mondi.
In conclusione, i promotori della campagna 'Mettiamoci in gioco' invitano gli altri soggetti impegnati nella lotta alla diffusione del gioco d’azzardo a non aprire – rimarcando differenze che pure esistono tra noi – un conflitto interno che non gioverebbe a nessuno, e soprattutto alla necessità di avere una seria regolamentazione del gioco d’azzardo nel nostro paese".

 

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