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Gioco e territorio, Mazzella (Lexandgaming): 'Principio di uniformità per tutela della legalità'

27 maggio 2015 - 08:08

Roma - Rapporto tra gioco e territorio. E' questo il tema del convegno promosso oggi a Roma dalla rivista giuridica Lexandgaming, nella sala Atti parlamentari del Senato della Repubblica. L'avvocato Federico Mazzella, direttore responsabile di Lexandgaming, sottolinea: In questa fase il settore sta vivendo una involuzione rispetto ad una fase evolutiva, quando c'è stata una regolamentazione del comparto e il gioco è stato legalizzato.

Scritto da Sara
Gioco e territorio, Mazzella (Lexandgaming): 'Principio di uniformità per tutela della legalità'

 

 

"Il decreto Balduzzi - prosegue Mazzella - ha creato uno spazio di disciplina all'interno del quale si sono inseriti regioni e enti locali, che hanno attuato normative sul gioco nei singoli territori. Questo ha creato un quadro frammentato e costituisce un limite per il settore, minando il principio di legalità che era un cardine della disciplina nazionale. Alla base c'è infatti un'industria che deve seguire delle regole la cui base è fatta dal principio di uniformità".

 

CONTEMPERARE INTERESSI ERARIO E SANITA' - Il ruolo dei soggetti regolatori del gioco diventa così fondamentale per raggiungere degli obiettivi. "C'e' infatti il rischio di avere degli effetti collaterali con norme difformi", dice ancora Mazzella. "Con la Delega fiscale il legislatore si è posto il problema riconducendo al modello organizzativo basato sul sistema concessorio tutti gli interventi. C'è la necessità di contemperare gli interessi erariali con quelli sociali e sanitari, anche a livello locale. Il tema dell'uniformità è emerso con forza e diventa nodale all'interno del territorio. Servono quindi regole trasparenti e uniformi nell'intero territorio nazionale per titoli abilitativi, autorizzazioni e controlli e quindi si arriva a parlare di titolo abilitativo unico".

 

QUALE RUOLO PER GLI ENTI LOCALI? - La razionalizzazione territoriale della rete di raccolta del gioco pone il problema della partecipazione delle amministrazioni locali, con forme vincolanti di partecipazione dei Comuni competenti per territorio al procedimento di autorizzazione e di pianificazione con parametri di distanza dai luoghi sensibili validi per l'intero territorio nazionale per la dislocazionee delle sale gioco. L'Ue riconosce la discrezionalità degli Stati membri sul gioco, ma con delle finalità e con dei limiti. Finalità che si basa sul principio di proporzionalità, quindi l'adozione della soluzione idonea e necessaria per soddisfare l'interesse pubblico primario perseguito in concreto comportante il minor sacrificio possibile per le posizioni dei destinatari. Due punti che stridono un po' tra normative locali e nazionali riguardano il marchio 'No slot' e le forme di premialità per chi non ha le slot nei propri locali. Qui si va a colpire l'operatore legale e tendono a essere discriminatori".

 

GLI INTERVENTI - Fra i relatori del convegno figurano l'avvocato Gennaro Terraciano, con un focus su ruolo del concessionario, limiti e problematica nell'esercizio delle funzioni pubblicistiche; l'avvocato Raffaele Bifulco, con una disamina dei profili costituzionali attinenti il rapporto tra norme statali e norme regionali. Rachele Cantelli, direttore dell'Ufficio Monopoli Puglia, Basilicata e Molise interverrà sui profili relativi all'applicabilità e rispetto norme in ambito territoriale, a seguire i contributi del senatore Franco Mirabelli, componente Commissione Territorio e Commissione Bicamerale Antimafia e di Andrea Minuto Rizzo, dell'Autorità garante, Concorrenza e Mercato. In chiusura di lavori la relazione del professor Claudio Barbaranelli (Università la Sapienza, Roma), sul tema del gioco patologico e la presentazione dei risultati degli studi condotti in materia.

 

 

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