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Gioco online: il bilancio di Arjel nell’intervista al presidente Coppolani che apre all’Italia

28 novembre 2015 - 10:08

Soddisfatti a metà. E’ questo, in due parole, il verdetto del Presidente di Arjel Charles Coppolani che traccia un bilancio di 5 anni di attività. E apre all'Italia.

Scritto da Alessio Crisantemi
Gioco online: il bilancio di Arjel nell’intervista al presidente Coppolani che apre all’Italia

Dopo i primi cinque anni del gioco online francese, che bilancio si sente di tracciare del vostro operato? Si sono realizzate le aspettative degli autori della regolamentazione?
“Lo scorso maggio del 2010, sotto la pressione congiunta della Commissione europea e dell’imminente Coppa del mondo di calcio, il nostro paese ha aperto ai giochi online con un procedura sostanzialmente di urgenza. L’Arjel, quale autorità di controllo di questo mercato, è nata in questa congiuntura con due specificità: una quella di limitare le attività di gioco ai tre segmenti rappresentati da dalle scommesse sportive, ippiche e poker, e l’altra, quella di rendere stabile ed economicamente sostenibile il mercato del gioco legale, offrendo ai giocatori uno spazio sicuro con dati personali protetti, offerte di gioco protette e garantite dallo stato, minimizzando i rischi di dipendenza per i giocatori. Direi che questi obiettivi sono stati sostanzialmente portati a termine anche se non tutto è andato esattamente come previsto. Il tasso di propensione al gioco patologico in Francia è rimasto stabile a differenza di quanto si poteva temere e come effettivamente avvenuto in altri paesi a noi vicini. Per i giochi autorizzati, una larga parte dell’offerta illegale è transitata nel circuito legale ed è quindi emersa. Quanto alla sicurezza nelle scommesse, la Francia rimane ancora lontana dagli scandali rispetto a quanto accaduto negli altri paesi europei: non ha mai conosciuto fino ad oggi problemi di corruzione o di manipolazione delle competizioni sportive legate alle scommesse illegali. Il nostro modello di regolamentazione del mercato ha giocato un ruolo strategico rispetto a questi punti positivi e gli autori della legge possono quindi ritenersi soddisfatti”.

In quali condizioni si trova oggi il mercato dei giochi?
“Certo non possiamo non notare come, in termini di competitività, il mercato del gioco online si sia rivelato meno competitivo di quanto ci si aspettava nel 2010. I dati mostrano che nei tre segmenti di gioco online due sono in difficoltà e tra questi c'è il poker che è un enorme crisi. E anche il mercato delle scommesse sportive, pur essendo in crescita, fatica a raggiungere l'equilibrio. È proprio questa la maggiore preoccupazione che registro da quando mi sono insediato in Arjel nel 2014. Ma non si deve attribuire la piena responsabilità di questa situazione al nostro modello di regolamentazione. Perché il dinamismo e la competitività di un settore dipendono da numerosi fattori sui quali l'Arjel non può intervenire. Serve un intervento politico per cambiare la situazione e stiamo lavorando in questi mesi per dare un contributo serio a questa evoluzione”.
"Il campo del mercato regolamentato è troppo stretto per garantire un livello di sviluppo equilibrato, poiché l'assetto fiscale non è fondato sul margine degli operatori - cioè la puntata meno le vincite restituite ai giocatori", aggiunge Coppolani. "La maggior parte dei nostri partner europei hanno scelto anch'essi una modalità di prelievo più conforme alle logiche economiche, cioè un assetto sul fatturato lordo dei giochi. Questi problemi riguardano la legge e il legislatore. Quello che possiamo fare come Arjel è chiarire gli aspetti che riguardano questa decisione da prendere".
Quali sono, in questo scenario, i margini di manovra in mano al regolatore?
“L’Arjel, effettivamente, può agire. E abbiamo lavorato attivamente in questo ultimo anno. Alcune misure di rilancio sono oggi in corso d’adozione e riguardano il poker online, con nuove varianti del gioco che verranno proposte ai giocatori prima della fine dell’anno, proponendo che i tavoli di gioco europei vengano autorizzati all’interno  del prossimo progetto di legge durante il 2016. Inoltre, l'Arjel ha intrapreso quest'anno, oltre al rinnovo delle licenze, un processo di semplificazione delle procedure imposte agli operatori. Tra le nuove misure ci proponiamo di ridurre il costo della regolamentazione senza alterarne la durata. Per andare oltre intendo concentrarmi nei prossimi mesi su due priorità: rafforzare la lotta contro l’illegale, che rappresenta il concorrente diretto del nostro mercato, e coinvolgere una riflessione sull'apertura della portata regolata a nuovi segmenti di gioco escludendo quelli con maggiore rischio di dipendenza. Dobbiamo impegnarci su quest'ultimo punto attraverso un dialogo costruttivo e responsabile di tutte le parti interessate. Mantenere il gioco d'azzardo e ricreativo in Francia è un obiettivo ampiamente condiviso dagli operatori. L'innovazione del settore per quanto riguarda i nuovi tipi di giochi ma anche nuovi mezzi di controllo e deve portare all’adozione di giuste soluzioni per diversificare l'offerta senza correre rischi in termini di salute pubblica. Infine, se il settore dei giochi dal punto di vista economico vive una situazione sicuramente preoccupante, non va tuttavia drammatizzata: la sostenibilità del mercato legale  non è minacciata. Tra i 17 operatori regolamentati, molti hanno raggiunto l'equilibrio o stanno per raggiungerlo. Per esempio alcuni operatori ‘mono canale’ che sono riusciti a diversificare la loro offerta per il segmento in cui operano hanno raggiunto la più rapida crescita del mercato e hanno trovato in questa strategia dei margini di crescita".
Perché è necessario un intervento legislativo?
“La questione dell'evoluzione del nostro sistema di controllo si pone. E non tanto in termini di bilancio, quanto piuttosto in termini di prospettiva. In 5 anni il mondo del gioco si è profondamente trasformato. Lo sviluppo e il posizionamento degli attori, le evoluzioni tecnologiche, gli investimenti finanziari e anche guardando al gioco in sè, non sono più gli stessi del 2010. E Gli anni a venire poi ci riservano senza dubbio dei cambiamenti ancora più radicali. È per questo che diventa oggi essenziale rivedere il nostro modello alla luce di queste trasformazioni per conservare la sua efficacia e il suo livello di eccellenza. Sono profondamente convinto che il bisogno di una regolamentazione si farà sempre più pressante nel corso dei prossimi anni. La moltiplicazione dei dispositivi, l'avvicinamento dei più giovani alla pratica dei videogiochi, la proliferazione dei siti illegali, la diversità dell'offerta dei giochi nell'universo della rete e lo sviluppo di un mercato mondiale della manipolazione delle competizione sportive con i rischi connessi, sono una serie di segnali di allarme che mostrano l'utilità sociale di una regolazione del settore del gioco online e ne giustificano il consolidamento".
Come immagina la futura regolamentazione?
"Prima di tutto non bisogna cedere alla tentazione di consolidare la regolamentazione aggiungendo soltanto più controlli nel sistema di controllo. È per questo che parlo di rivedere la legge, pensando alla volontà di concepire un modello flessibile, adattabile è capace di affrontare le sfide dei prossimi anni. Per arrivarci bisogna agire a più livelli. Anzitutto sul quadro regolamentare: l revisione che era stata previsto di organizzare nei 18 mesi successivi la promulgazione della legge del 2010 e che non ha mai avuto luogo, oggi ci viene imposta dagli eventi. Appartiene alla politica e al parlamento apportare questa riforma.  Quello che spetta a noi è solo consigliare le modalità operative per arrivare a raggiungere certi obiettivi sulla base dell'esperienza acquisita. Era questa una delle mie priorità per l'anno corrente e spero ora di poter ingaggiare durante il 2016 una riflessione più ampia sulla regolamentazione dei giochi e sulla riforma della legge del 12 maggio 2010. Per quanto mi compete, insisterò nettamente sulla necessità di rendere coerenti le nostre azioni. Perché il gioco in generale è praticato da un numero sempre più crescente di cittadini. E tra il canale terrestre e quello online abbiamo quattro autorità chiamate a intervenire: Budget, Interni, Agricoltura e Arjel). Io considero questo schieramento antiproduttivo. L’instaurazione di un’istanza superiore di coordinamento che assicuri l’armonizzazione delle politiche attuate e la valutazione dei risultati potrebbe essere una soluzione. Riguardo alle modalità di regolamentazione del comparto, credo che di fronte alla globalizzazione dei rischi noi dobbiamo più che mai privilegiare la cooperazione a livello nazionale ma anche e soprattutto a livello internazionale. Poi c’è la protezione dei giocatori, che ci impone di rimanere vigili. Anche se il numero di giocatori a rischio dipendenza è sostanzialmente stabile, le nostre stime rivelando un leggerissimo aumento del numero di giocatori a rischio, che passa dallo 0,9 per cento al 2 per cento. L’altro fronte che riguarda la riforma è la lotta contro il gioco illegale. Arjel fin dal momento della sua costituzione combatte incessantemente i siti di gioco non autorizzati, perché sprovvisti di concessione, ma anche e soprattutto quelli che offrono giochi mai legalizzati in Italia. Anche se è davvero difficile avere una stima certa del numero dei giocatori che optano per i siti di gioco illegali, l’Arjel ritiene che siano oltre 600mila soggetti con oltre 80mila che offrono border line, giochi da casinò.
Vale ancora la cooperazione tra Francia e Italia per la regolamentazione del mercato dei giochi?
“Si tratta di una collaborazione storica, quella tra Adm e Arjel, ormai collaudata, e che prosegue nel tempo. Condividendo gli stessi principi di tutela dei consumatori, integrità dello sport e delle scommesse oltre alla visione del mercato. Ci siamo confrontati anche nelle ultime settimane, quando abbiamo conosciuto il nuovo direttore dei monopoli italiani e continuiamo nelle attività abituali. E ora auspichiamo di poterla concretizzare con nuovi sviluppi anche di mercato”.

 

(L’intervista integrale è disponibile sul numero di novembre della rivista cartacea Gioco News)

 

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