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Francia, Parlamento boccia proposta di chiudere l'Arjel

09 dicembre 2016 - 09:58

Il Parlamento francese ha bocciato l'emendamento del deputato Jean-Luc Warsmann (Lr) che proponeva di chiudere l'Autorità di vigilanza dei giochi online nel 2020.

Scritto da Redazione
Francia, Parlamento boccia proposta di chiudere l'Arjel

Pericolo scampato, almeno per il momento, per l'Arjel, l'Autorità di vigilanza dei giochi online francese, che ha rischiato di essere chiuso alla scadenza dei mandati degli ultimi membri nominati, cioè il 24 febbraio 2020, secondo quanto chiesto dal deputato Jean-Luc Warsmann (Lr) in un emendamento alla proposta di statuto generale in discussione all'Assemblea nazionale nell'ambito della riduzione delle autorità amministrative indipendenti del Paese. L'emendamento è stato infatti bocciato dall'Assemblea, che ha sospeso il giudizio sulla questione almeno fino alla presentazione di una relazione sull'Arjel, prevista per gli inizi del 2017.

Il governo, stando a quanto si legge sui media transalpini, ha invece ricordato che "in un rapporto pubblicato nel mese di ottobre, la Corte dei conti raccomanda piuttosto rafforzare il ruolo e le competenze della Arjel e il Comitato di valutazione e monitoraggio delle politiche pubbliche deve pubblicare  una relazione sul tema nel mese di febbraio. In questo contesto, la soppressione dell'Autorità di vigilanza dei giochi online francese sembra prematura".

Tra i favorevoli alla sopravvivenza, il deputato Paul Giacobbi che ha puntato il dito contro il trasferimento di competenze relazionali chiesto dal gruppo dalla Lr Mp: "Lo Stato ha il 72 percento del capitale del gioco francese: i propri servizi non possono controllare questa attività". In breve, per il deputato non sarebbe opportuno organizzare un tale passaggio di consegne. "Ciò non significa che [Arjel] vivrà per tutta l'eternità: può essere che un giorno decidiamo di chiuderla, ma il tempo non sembra appropriato".
Ma Jean-Luc Warsmann ha approfittato di un ultimo intervento per lanciare un altro attacco al Governo: "Ho perso la speranza che nei prossimi mesi sia pubblicato un rapporto sull'Arjel in cui si vede che il suo bilancio è stato utilizzato per pagare una società di Pubbliche relazioni per fare, in occasione di questo dibattito, pressioni dei media per il suo mantenimento".
 

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