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Ippica, Tar Lazio: "Il decreto interministeriale presenta carattere di illegittimità"

19 febbraio 2014 - 10:42

Il decreto del 31 gennaio 2013 dimostra carattere di illegittimità e va, conseguentemente, annullato: dimostrandosi illegittima, si ribadisce, non già l’articolazione pluriennale del soddisfacimento delle pretese creditorie vantate (dapprima nei confronti di Assi, quindi) rispetto all’Autorità ministeriale intimata, quanto, piuttosto, la mancata previsione di interessi moratori che, in presenza dell’attuale piena esigibilità dei crediti, consentano la preservazione dell’utilità economica in essi incorporata. Con queste parole, la sezione Seconda Ter Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha accolto il ricorso presentato da alcuni associazioni ippiche contro il ministero delle Politiche agricole e il ministero dell’Economia e delle finanze per l'annullamento del decreto che 'spalma' su base triennale (2013-2015) l’ammontare dei residui passivi della gestione ex-Assi, onde procedere al pagamento delle relative poste (nei limiti della capienza annuale del capitolo 2290) in favore dei soggetti creditori.

Scritto da Fm
Ippica, Tar Lazio: "Il decreto interministeriale presenta carattere di illegittimità"

 

 

ESPLICITARE LE MOTIVAZIONI - I giudici del Tar Lazio, che hanno disposto l’ulteriore trattazione della controversia alla pubblica udienza del 29 ottobre 2014, hanno inoltre ordinato al Ministero delle Politiche Agricole di depositare in giudizio la documentazione necessaria a chiarire le motivazioni in ordine alla scelta "di articolare su base triennale una (peraltro consistente) riduzione del numero delle corse da disputarsi annualmente" e le "ragioni a fondamento della commisurazione annua del 'taglio' operato".

 

FINALITA' DI FINANZA PUBBLICA? - Sotto il profilo all’esame, si legge nella sentenza, "i presupposti tenuti in considerazione dalla procedente Amministrazione vengono a dimostrarsi privi della necessaria esplicitazione, sì da rendere concretamente inintelligibile – ai fini dell’esercizio del sindacato di legittimità, pur nei limiti di cui sopra – il proprium della scelta al riguardo operata. Se, come leggesi nel decreto, 'la riduzione delle corse consente l’ottimizzazione del palinsesto delle scommesse', il provvedimento ministeriale in rassegna non offre alcuno spunto di valutazione in ordine alla congruità e/o appropriatezza dell’intervento (e, quindi, del numero delle corse soppresse) rispetto alle finalità di finanza pubblica che lo stesso ha inteso perseguire".

 

IN ATTESA DI APPROFONDIMENTI - Difetta, quindi, "alcun riferimento che consenta il necessario apprezzamento della conseguenzialità e logicità della scelta nella fattispecie operata, con riguardo all’obiettivo (progressivo 'rientro' da una situazione finanziaria del settore ippico denotante un sempre più accresciuto disallineamento fra entrate ed oneri a carico dell’Amministrazione) pur legittimamente integrante un interesse pubblico meritevole di conseguimento. Si impone quindi, in un’ottica di piena sindacabilità dell’operato dell’Amministrazione, lo svolgimento di idonei approfondimenti istruttori atti ad addurre alla valutazione giudiziale tutti gli elementi utili ad una compiuta decifrazione delle valutazioni poste in essere dall’Autorità ministeriale in sede di individuazione (e conseguente quantificazione su base triennale) delle corse ippiche di trotto e galoppo da sopprimere".

 

RICORSI ANALOGHI - La questione è stata oggetto di diversi altri ricorsi presentati da alcuni gestori di ippodromi, dall'Emilia Romagna alla Sardegna.

 

GLI OPERATORI - “È un grande successo prima di tutto della Rappresentanza Unitaria, perché insieme associazioni e ippodromi del Coordinamento hanno impugnato quel decreto che l’allora ministro Mario Catania definì a suo tempo ‘zozzeria’. Il Tar ha accolto le nostre due osservazioni: la prima sul taglio delle giornate di corse che il Tar dice che non sia motivato, tanto che chiede al ministero chiarimenti entro 60 giorni. Inoltre, non è legittimo ‘spalmare’ i debiti in tre anni se non pagano la mora sugli interessi. Il Tar si aggiorna il 29 ottobre e la nostra richiesta di fare un nuovo decreto ora diventa necessaria, anche alla luce di quanto detto dal Tar. Speriamo che i nuovi ministri si mettano al tavolo con la filiera per misurare e affrontare tutti i problemi”, afferma il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio.

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