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Guidesi (Lnp): 'Ippodromi, polmoni per le nostre città'

18 novembre 2017 - 09:02

Il deputato della Lega Nord Padania, Guido Guidesi, affronta la crisi del settore ippico e chiede certezza nelle risorse.  

Scritto da Sara Michelucci
Guidesi (Lnp): 'Ippodromi, polmoni per le nostre città'

“Cosa significa rilanciare il settore ippico a livello nazionale? Significa investire nel settore e fare una seria riforma sulla sua gestione”. Parola di Guido Guidesi, deputato della Lega Nord Padania, il quale lancia la sua ricetta per l'ippica italiana, da tempo in uno stato di profonda crisi.

 

“Innanzitutto ci vorrebbe la sensibilità per valorizzare il settore, un punto di partenza che a questo governo manca. Prendere come modello qualche altro paese che crede nell'ippica per capire cosa si può fare. Comunque gli obiettivi minimi sono: investimenti e riforma della gestione”.

Che peso hanno gli ippodromi sul territorio nazionale in termini occupazionali, di indotto e a livello turistico?

“Un peso elevato di indotto occupazionale, ma anche di passione e, soprattutto, sono in alcuni casi aree verdi in centri abitati per cui sono polmoni. Gli ippodromi sono presìdi affascinanti che, dal mio punto di vista, potrebbero essere utilizzati anche per eventi. Il patrimonio degli ippodromi è importante e ha un grosso potenziale di valorizzazione. Visitare un ippodromo vuol dire avvicinarsi a un mondo sconosciuto, che ha una filiera incredibile fatta di passione ed entusiasmo. Ribadisco che questo è un patrimonio che con un po' di testa e strategia potrebbe essere utilizzato per essere valorizzato e investire l'indotto per rilanciare il settore dell'ippica”.

A livello nazionale, a suo avviso, cosa dovrebbe fare il Governo per ridare vigore all'ippica come sport e intrattenimento?

“Innanzitutto dovrebbe affrontare almeno la questione, questo governo è totalmente disinteressato. Stanno semplicemente attendendo la fine del comparto. Servono investimenti e una campagna di avvicinamento delle nuove generazioni al mondo dell'ippica. Portare le scuole negli ippodromi e nelle stalle in alcuni casi è stato un buon primo passo per un futuro cambio generazionale, ma perché ci sia futuro chi lavora nella filiera dell'ippica deve avere la certezza di mangiare. Non si mangia con l'amore per il proprio mestiere, ma si mangia e si dà futuro al mestiere con una certezza di sostentamento e guadagno”.

Crede che gli ippodromi debbano essere luoghi diversi rispetto al passato, per attirare un target diverso come le famiglie?

“Assolutamente sì, sono uno spazio verde-ambientale dove le famiglie possono stare al meglio, servono i servizi per attirare ancora più gente, organizzare eventi, essere attrattivi e reinvestire le entrate nel rinnovamento dell'ippica”.

Le scommesse, a suo avviso, andrebbero riformate per essere più appetibili?

“Lo dicono i dati, non io, ma soprattutto le entrate devono finire al settore e non a chi ci specula”.

È favorevole all'introduzione di altre tipologie di gioco, come bingo o slot machine, negli ippodromi?

“Assolutamente no! Sarebbe svilire e cancellare il potenziale dei siti che devono essere sviluppati come spazi aggregativi e verdi”.

Quanto conta riportare l'ippica a un livello di credibilità anche in termini di sicurezza, legalità, lotta alle infiltrazioni criminali e quali sono gli strumenti da mettere in campo?

“Gli strumenti possono essere presi dagli altri settori e da altre sperimentazioni, ma ribadisco che questo governo è totalmente disinteressato all'ippica”.
Pensa sia necessario il coinvolgimento dell'Anci per ridare lustro agli ippodromi?
“Non dell'Anci, ma dei singoli comuni che ospitano un ippodromo, loro sanno come poterli valorizzare o almeno dovrebbero saperlo. Però le linee guida devono valere per tutti: nessun cambio di destinazione d'uso ma, nuovi servizi.
Alcuni chiedono di trattare l'ippica come il Coni, cosa ne pensa?
“Diciamo che i risultati che sta dando il Coni non mi paiono da esempio, ma il modello deve essere quello della autogestione prendendo spunto da ciò che è stato fatto in altri paesi. L'ippica ha patrimoni immobiliari, filiera, passione e attrattività da rilanciare, dopo una spinta di investimento pubblico, attraverso un piano strategico con manager intelligenti. Pubblico-privato insieme hanno fatto ottime cose, pensiamo se dopo l'art bonus ci fosse uno sport bonus con defiscalizzazioni per chi investe nel rinnovamento degli impianti sportivi”.

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