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Ige 2024, al centro dell'attenzione la Questione territoriale e la ricerca di un equilibrio sostenibile

19 aprile 2024 - 13:48

All'Ige - Italian gaming expo & conference 2024 organizzato da Gn Media, focus anche sulla Questione territoriale e sulla necessità di trovare un equilibrio sostenibile.

Scritto da Amr
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Roma – Tra i temi più caldi del dibattito che ruota attorno al gioco pubblico c’è certamente “la Questione territoriale: alla ricerca di un equilibrio sostenibile”. Questo è anche il titolo della tavola rotonda che si tiene nella seconda giornata dell’Italian gaming expo & conference 2024, in corso oggi, 19 aprile, al Palazzo dei congressi di Roma.

Geronimo Cardia, founder dello Studio Cardia e autore dei libri “La questione territoriale” e “ Il gioco pubblico in Italia, riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali”, sottolinea: “Mettere al centro la questione territoriale è giusto dal punto di vista concettuale. Il riordino inizia a essere nella testa della politica come un obiettivo da raggiungere e ora ci sono i lavori in corso per il riordino del territorio, che richiede più tempo di quello online in quanto bisogna confrontarsi con le Regioni. Nel frattempo sono state messe a terra misure per contrastare il Gap tramite distanze e orari, la politica ha deciso di applicarle selettivamente ad alcune tipologie di gioco, Awp, slot, scommesse, che in diversi territori sono praticamente state quasi totalmente vietate e ciò ha imbarazzato la politica. Essa, infatti, non è stata in grado di assicurare lo svolgimento delle gare per il rinnovo delle concessioni, ma non si possono avere per sempre concessioni in proroga”.


La questione territoriale è stata affrontata anche nelle sedi giudiziali, con “decine, se non centinaia, di contenziosi ma finora il problema non è stato risolto in sede giudiziale, anche se il Consiglio di Stato ha detto al ministero dell’Economia che non può fare le gare perché, appunto, c’è la questione territoriale. Bisogna affrontare il tema consapevolmente e capire che il contrasto al gioco patologico va fatto con una strategia globale e non settoriale. L’obiettivo è tutelare l’utente non da un gioco, ma da tutti i giochi, e consentire il pieno soddisfacimento di tutti gli interessi costituzionali, compreso il gettito erariale, tenendo presente che i vari giochi hanno anche diverse percentuali di apporto all’erario. I distanziometri non sono efficaci e anche i giudici mettono in discussione alcuni luoghi sensibili. Sarebbe serio definire i luoghi effettivamente sensibili dal punto di vista sanitario e prendere a esempio quanto vale per i tabacchi, dove le distanze si applicano non ai luoghi sensibili, ma tra punti. Questo fa sì che l’offerta sia parametrata al numero di abitanti”.

Armando Iaccarino, del Centro studi As.tro, sottolinea alcuni numeri: “Della platea di 21 milioni di giocatori (ossia persone che giocano almeno una volta al mese), circa l’89 percento è a rischio 0, il 9 a rischio limitato e la parte restante a rischio moderato o alto. L’intrattenimento è un elemento comportamentale e motivazionale per avvicinarsi al gioco e non corrisponde al vero che la domanda sia una funzione diretta dell’offerta, tant’è che ci sono dei meccanismi di sostituzione dei prodotti. Lo vediamo nelle regioni dove si è intervenuti selettivamente in alcune tipologie di gioco: le persone hanno cercato altri canali per appagare il loro desiderio di intrattenimento. Serve un confronto fuori dall’emotività e il pregiudizio, su dati di analisi economica e imprenditoriale”.

L’assessore al Comune di Modena, nonché vice presidente di Avviso pubblico, Andrea Bosi, invita a “dare piena dignità a tutti gli elementi della discussione: iniziativa economica, coesione sociale e tutela della salute. L’esperienza di Modena dimostra che si può tenere insieme una razionalizzazione dell’offerta con una buona urbanistica. Bene che ci sia la volontà del governo di procedere al riordino del settore, era necessario, l’obiettivo è l’equilibrio. Si deve tenere presente quello che vivono gli amministratori nei territori”.


A moderare la tavola rotonda, Benedetta Fiorini, strategy & public affairs advisor e deputata della 18esima legislatura: “La sostenibilità non può esistere senza la tutela dei posti di lavoro, questo è un tema da approcciare in modo laico e costruttivo”, afferma.

Domenico Faggiani, membro del Coordinamento nazionale problematiche gioco pubblico dell’Anci, evidenzia la “grande attenzione degli amministratori al tema della tutela in generale del cittadino ma anche a problematiche che ne conseguono, oltre che a un settore che non dobbiamo né criminalizzare. Nel corso degli anni gli amministratori locali si sono trovati davanti a un vuoto normativo, le Regioni hanno provato a legiferare con leggi molto diverse l’una dall’altra, dopo numerosi tentativi questa riforma tanto auspicata è confluita nella legge Delega e ora c’è un tavolo di confronto sul gioco fisico dove è stata posta la proposta del Mef, che riprende l’Intesa del 2017 e che è una buona base di partenza”. Faggiani sottolinea la necessità di regole uniformi sul territorio, a cominciare dalla definizione di luoghi sensibili, e guarda con favore al “parametro della densità, già presente per le rivendite dei tabacchi. Se introdotto in maniera sensata potrebbe evitare la concentrazione di offerta di gioco in alcuni territori e favorire una distribuzione omogenea”.

Pier Paolo Baretta, assessore al Comune di Napoli e già sottosegretario all’Economia, ricorda il modello campano di regolamentazione del gioco: “Riprende le parti virtuose dell’intesa del 2017 che ha trovato nel governo attuale un tentativo di riedizione. La legge della Campania è molto orientata sulla prevenzione: non è tanto una legge sul gioco ma sulla necessità di proteggere i cittadini dagli eccessi negativi, prevede una certificazione molto rigorosa per gli operatori, una relativa limitazione dell’attività di gioco e un robusto intervento nella prevenzione degli effetti negativi”.
Baretta ribadisce: “Bisogna che si affermi l’idea che stiamo parlando di un settore industriale” e che “ci sia ancora spazio per ridurre l’offerta oltre al 30 percento del numero di Awp da me già realizzato. Questo depotenzierebbe la questione delle distanze. Il criterio della densità è la strada da praticare”.

Osservazioni che trovano risposta da Cardia: "In realtà gli obiettivi di riduzione dell’offerta degli apparecchi imposti dall’intesa Stato regioni del 2017 sono stati effettivamente già raggiunti e pertanto sarebbe non praticabile un’ulteriore riduzione dell’offerta".

A tracciare le conclusioni politiche è il senatore Fausto Orsomarso, membro della commissione Finanze e di quella sul Federalismo fiscale: “Finalmente il tema del riordino è in campo ed esso sarà complessivo. Tutto fanno politica industriale e noi che siamo seri decisori pubblici dobbiamo trovare una sintesi tra tutte le esigenze, tenendo conto che dal gettito di questo settore arrivano soldi pari quasi a una legge finanziaria.  L’offerta va analizzata, ma anche la domanda. Il gioco legale va sostenuto e non ghettizzato”.

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO - La tavola rotonda odierna è stata anche occasione per presentare l'ultimo libro dell'avvocato Cardia "Il gioco pubblico in Italia: riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali" (Giappichelli Editore), un testo di 704 pagine con le prefazioni di Sandra Savino, Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze con delega ai rapporti con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Massimo Garavaglia, Presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica; Marco Osnato, Presidente della VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati; Tommaso Miele, Presidente aggiunto della Corte dei Conti e Presidente Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio.
Nel testo, oltre all’inquadramento delle tematiche, è possibile consultare l’analisi di più di 140 casi concreti - riguardanti anche distanziometri e orari locali - le tavole urbanistiche di oltre 70 città italiane - con evidenza degli effetti delle misure applicate - e scaricarle in alta risoluzione.
Il volume fornisce il quadro dei  principi di distribuzione del  gioco pubblico, affronta l’impatto nel  tempo della normativa regionale e  comunale sull’ordinamento giuridico nazionale e mette in  luce  evoluzioni, cortocircuiti istituzionali e possibili soluzioni per evitare la paralisi delle  gare  pubbliche per le concessioni in scadenza, dando seguito all’indagine del  2016 (“La Questione Territoriale  – Il proibizionismo inflitto al gioco  legale  dalla  normativa locale”, edito  da Gn Media).
L’obiettivo è quello di fornire gli strumenti necessari per affrontare consapevolmente la stagione del riordino del comparto che, dopo una serie di tentativi non perfezionati come quello dell’Intesa tra Stato e Regioni raggiunta nel 2017, in questi mesi è stato annunciato con  la  Delega   Fiscale della  Legge  n. 111  del  9/8/2023 ed  avviato con l’attuazione del riordino della distribuzione del gioco online.   
In primo piano gli interessi pubblici che presuppongono l’esistenza ordinata ed efficace del comparto: tutela dell’utente, legalità, gettito erariale, impresa e occupazione, senza dimenticare equilibrio tra concessioni, stabilità di sistema.
 

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