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Caso Black Monkey: Pucci (As.Tro) “Il gioco lecito può essere tutelato, buone notizie dal tribunale”

30 aprile 2014 - 11:05

La costituzione di parte civile avanzata da Sistema Gioco Italia nell’ambito del processo penale denominato ‘black monkey’ è stata definitivamente accolta dal Presidente della Seconda sezione del Tribunale di Bologna, in rigetto delle contrarie eccezioni formulate dalle difese degli imputati.

Scritto da Sm
Caso Black Monkey: Pucci (As.Tro) “Il gioco lecito può essere tutelato, buone notizie dal tribunale”

“Con estremo compiacimento si è altresì censita l’avvenuta costituzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a completamento del corposo contesto istituzionale che ha ritenuto di proporre l’istanza risarcitoria nei confronti degli imputati, annoverante anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri della Giustizia e degli Interni, la Regione Emilia Romagna, e gli altri Enti locali di prossimità sul cui suolo risultano commesse le contestate attività criminali oggetto di dibattimento”. È il commento del presidente di As.Tro, Massimiliano Pucci, alla luce dell’udienza di ieri al tribunale di Bologna contro il gioco illegale.

L’udienza dibattimentale del 29 aprile, conclusasi in tarda serata per via della lunga camera di consiglio che ha preceduto l’ordinanza confermativa della competenza territoriale del Tribunale di Bologna, è stata rinviata al prossimo 16 maggio, durante la quale si darà corso alle richieste istruttorie delle parti.

“L’iniziativa giudiziaria assunta da Sistema Gioco Italia, pertanto, oltre a costituire il primo caso di azione concreta del gioco lecito contro il gioco illegale, assume un risvolto anche politico di primaria importanza nello scenario nazionale complessivo, spesso caratterizzato da un ‘trattamento’ riservato all’industria legale di gioco ben poco confortante”, aggiunge Pucci. “Mentre un autorevole sede giudiziaria conferma il diritto degli operatori economici onesti ad essere tutelati, importanti enti locali negano al settore persino l’aspettativa di presenziare ai tavoli tecnici per il contrasto al gioco patologico e per il controllo della distribuzione degli apparecchi. In Lombardia, infatti, il neo-istituito osservatorio dedicato al gioco non annovera la presenza neppure simbolica dell’industria legale di settore, arrivando invece a prevedere un ruolo per tutte le entità che abbiano un background di antagonismo all’esistenza stessa del gioco. Contrariamente rispetto all’Emilia Romagna, dove la serietà dell’impegno istituzionale rivolto alla formazione degli esercenti e al contrasto del G.A.P. tramite l’informazione e l’educazione del pubblico vede la presenza di Sistema Gioco Italia ai tavoli organizzativi, la Lombardia affida a ‘Dracula’ la consulenza sulla destinazione del ‘sangue’. Si potrà convenire che una sola di queste due Regioni otterrà risultati concreti di abbattimento delle patologie sociali, mentre l’altra si dovrà accontentare degli ‘effetti manifesto’ della propria azione, ma non è questo il punto cardine della riflessione, benché sia importante evidenziare che laddove si ‘voglia fare concretamente’ qualcosa di serio a beneficio dell’utenza di gioco, si è chiesto alle rappresentanze degli operatori tanto la collaborazione quanto la condivisione dei percorsi decisionali. Il punto drammaticamente centrale resta quello della confusione tra ‘regolamentazione’ del gioco lecito e mero contrasto ad esso (e solo ad esso), che caratterizza l’ideologia anti-slot, oramai stereotipata nella slot ‘presa a martellate’. Il sentimento che in questo momento prevale, quindi, è il compiacimento di poter assistere all’esistenza (almeno) di un ‘Giudice a Berlino’ che, distinguendo tra gioco legale e gioco illegale, ed accordando il rango di parte offesa solo al primo, contribuisce in modo determinante a rompere l’isolazionismo a cui il settore è relegato. E’ infatti evidente che attualmente ci sia un muro ‘politico’ che separa il principio del monopolio statale sul gioco (e la relativa mission di proporlo al pubblico in forma capillare sicura e controllata) dalla sua tutela al cospetto delle aggressioni che subisce. Il processo di Bologna, apre una porta in questo muro, ricordando a tutti che chi opera per lo Stato in ottemperanza alle leggi è soggetto meritevole di salvaguardia”, conclude.

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