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Piemonte, manifestazione legge Gap: As.Tro si sfila 'Prosegue mediazione'

11 dicembre 2017 - 11:50

L'associazione As.Tro non partecipa alla manifestazione del 12 dicembre contro la legge del Piemonte sul Gap e prosegue sulla via della mediazione con la politica.

Scritto da Redazione
Piemonte, manifestazione legge Gap: As.Tro si sfila 'Prosegue mediazione'

 

"As.Tro non parteciperà alla manifestazione di Torino annunciata per domani 12 dicembre, per protestare contro la legge regionale n. 9/2016".


Lo comunica, con una nota, la stessa associazione, in relazione alla manifestazione organizzata da alcuni operatori del gioco lecito per "per dare un forte segnale all'amministrazione regionale". 

"Per affrontare il problema della legge regionale del Piemonte, per illustrarne gli effetti espulsivi ed abolizionisti, unitamente alle ripercussioni occupazionali, As.Tro ha organizzato un evento il 3 aprile scorso al Museo dell’Automobile, mostrando ai media e alla politica locale i dati e le perizie comprovanti l’erroneità della normativa.
Da quel giorno, grazie all’impegno dei consiglieri piemontesi e dello staff associativo, tutte le istituzioni regionali del Piemonte sono state costantemente sensibilizzate sugli impatti nocivi della normativa adottata in tema di gioco lecito", sottolinea l'associazione.


"Dopo aver preso atto della volontà della Regione di non dar seguito all’intesa raggiunta in Conferenza Unificata il 7 settembre, sospendendo l’avvio dell’espulsione del gioco lecito dal territorio, in attesa dei decreti ad essa attuativi, gli operatori sono stati supportati attraverso un’articolata serie di iniziative associative e legali, volte a sensibilizzare sindaci e prefetti sull’assenza di mappatura dei luoghi sensibili e sulle necessarie cautele giuridiche che ogni atto sanzionatorio avrebbe richiesto, attivando altresì avvocati per l’assistenza delle aziende. Ai 1206 Comuni della Regione è stata inoltrata una analitica diffida a procedere con iniziative sanzionatorie sommarie, all’Esecutivo regionale è stata notificata un’istanza di auto-tutela per la sospensione degli effetti espulsivi della normativa, cui ha fatto seguito un esposto ai prefetti per porli a conoscenza delle ripercussioni derivanti dalla scomparsa dell’offerta lecito di gioco e di migliaia di posti di lavoro.
Grazie a dette attività, decine di sindaci piemontesi hanno già dato atto delle criticità attuative della normativa, diversi consiglieri regionali hanno recepito queste perplessità e la prossima riunione della Conferenza Unificata del 15 dicembre sarà deputata proprio a verificare se esiste un punto di mediazione politica tra l’interesse dello Stato a conservare il controllo e la gestione del gioco legale e le esigenza di salvaguardia socio-sanitarie dei cittadini. Il gioco lecito è nato in virtù di una precisa scelta legislativa del Parlamento di togliere dal sommerso le pratiche di gioco a cui già accedevano 30 milioni di Italiani, cui è seguito un incessante processo di normativa regolamentare per l’allestimento del circuito di imprese deputate a realizzare l’obiettivo pubblico prefissato. È quindi la 'medesima politica', che il gioco lecito ha creato, a doversi fare carico della sorte di un sistema industriale nato per obbedire ad una mission istituzionale, della cui attualità oggi si discute, unitamente alle modalità attraverso le quali attualizzarla alle nuove sensibilità sopravvenute. La scelta di tornare al sommerso, perché è questo l’effetto della mancata risoluzione delle questioni locali oggi in essere, non potrà quindi che essere di natura politica e non potrà che attivare un processo di de-industrializzazione di cui la Politica dovrà farsi carico, sia in termini di riallocazione dei lavoratori, sia in termini di individuazione di risorse erariali alternative, sia in termini di rinegoziazione dei contratti stipulati per la raccolta di gioco. Il gioco lecito ha bisogno di una scelta politica libera da sentimenti approssimativi, chiara nel confermare (o revocare) l’opzione di far emergere il gioco (e qualche milione di giocatori) dalla clandestinità, ma soprattutto risoluta nel reperire il punto di equilibrio tra gli interessi oggi contrapposti, oppure nel dichiararne l’assenza, con tutti gli effetti conseguenti di un ritorno al passato", conclude As.Tro.

 

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