skin

Curcio (Sapar): "24mila aziende in meno nell'ultimo anno, settore rischia collasso"

20 settembre 2014 - 08:26

  Non si può più aspettare, il settore degli apparecchi da intrattenimento è vicino al collasso: alle 24mila imprese che nell’ultimo anno non hanno rinnovato l’iscrizione al registro dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, e che sono a forte rischio cessazione di attività, se ne aggiungeranno presto molte altre se non si interviene. È l’allarme lanciato dal presidente dell’Associazione Nazionale Sapar (Sezione apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative), Raffaele Curcio, dopo la diffusione dell’ultima nota predisposta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. 

Scritto da Redazione
Curcio (Sapar): "24mila aziende in meno nell'ultimo anno, settore rischia collasso"

 

"Il dato che emerge è drammatico - prosegue Curcio - e si rende ancora più urgente la revisione del settore del gioco in Italia: dal 2013 al 2014, ben 24mila aziende operanti nel comparto degli apparecchi non hanno rinnovato l’iscrizione nell’apposito registro Adm. Chiediamo al Ministero dell’Economia di dare impulso ai lavori sui decreti attuativi della Delega Fiscale coinvolgendo gli operatori e le associazioni di categoria. I dati sul settore dicono che non si può più aspettar. Ai politici che insistono sull’aumento della tassazione sulle macchine da gioco, rispondiamo con l’evidenza dei dati Adm, che prevedono una riduzione delle entrate erariali del 4 per cento. Più aumentano le tasse e meno lo Stato incassa perché i margini per i gestori sono già al minimo e ridurli ulteriormente vuol dire portare molte aziende a uscire dal mercato. L’esempio emblematico è quello delle newslot. Per ogni 100 euro giocati su una macchina, 74 vengono restituiti in vincita ai giocatori e dei restanti 26 circa 13 vanno allo Stato per mezzo del prelievo erariale unico, tassa che da gennaio aumenterà. Sui 13 euro che rimangono, va corrisposta la percentuale al concessionario mentre il resto è diviso tra gestore ed esercente. Tra tasse, costi di gestione e personale, e regolamenti locali 'anti-gioco' per molte imprese andare avanti è ormai diventato impossibile. Bisogna intervenire subito".

 

Articoli correlati