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Lener (CoNaMi): "Grande battaglia per legalità e tutela delle imprese per riscrivere le regole"

30 gennaio 2015 - 09:34

Milano - Quella che stiamo conducendo è una grande battaglia all'insegna della legalità e per la tutela delle imprese e dei lavoratori che costituiscono questo comparto che lo Stato rischia di far sparire con l'adozione di leggi insostenibili, come quella di Stabilità e la norma sui 500 milioni di euro.

Scritto da Ac
Lener (CoNaMi): "Grande battaglia per legalità e tutela delle imprese per riscrivere le regole"

A parlare è Bruno Lener, presidente del consorzio CoNaMi, all’indomani del meeting promosso dal consorzio a Milano, nel corso del quale ha annunciato di aver presentato ricorso al Tar contro la stessa legge, svelando così chi c'era dietro al primo ricorso depositato al Tribunale capitolino di cui GiocoNews.it aveva dato notizia in anteprima. Un meeting che ha soddisfatto Lener, "perché ha riunito operatori del settore di tutte le categorie e non solo del nostro consorzio, perché il problema è generale e grande l’interesse da parte di tutti i soggetti. Per questa ragione stiamo portando avanti un dialogo e un confronto insieme alle associazioni e a tutte le categorie”.

 

 

LE ATTESE - Ciò che si aspetta il CoNaMi è “intanto, una sospensione della norma che riteniamo essere un obiettivo facilmente raggiungibile - spiega - vista la maniera del tutto estemporanea in cui è stata scritta, che sembra fare acqua da tutte le parti. Ma quello che più ci interessa è che le successive norme vengano scritte in maniera adeguata e soprattutto sostenibile, pensando in particolare alla delega la cui attuazione è ormai imminente".

Quello che serve al settore, secondo Lener, sarebbe piuttosto semplice: "A nostro giudizio il governo può scrivere ciò che vuole nella prossima legge, ma quello che è fondamentale è che qualunque soluzione sia sostenibile, razionale e coerente con gli investimenti che il settore ha fatto in questi anni e che dovrà fare nei prossimi, senza pregiudicare le attività ed evitando quindi di compromettere alcune categorie, come si sta facendo oggi e come purtroppo hanno fatto gli ultimi governi. Non ci sembra di chiedere molto, ma semplicemente le basi su cui si dovrebbe fondare ogni settore economico e produttivo, altrimenti non ci si può certo lamentare se in Italia non arrivano investitori”.

 

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