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New slot e Vlt: il paradosso dell’Emilia che espelle il gioco legale

23 giugno 2018 - 09:58

In Emilia Romagna ha preso il via l'operazione di chiusura delle sale entro le distanze dai luoghi ritenuti sensibili. Ma lo spostamento è spesso impossibile.   

Scritto da Vg
New slot e Vlt: il paradosso dell’Emilia che espelle il gioco legale

 

La situazione era nota già da tempo, al punto che gli addetti ai lavori del gioco pubblico e gli esercenti avevano avviato da mesi il “count down” in vista della scadenza. Adesso, però, la data fatidica fissata dalla Legge regionale “contro” il gioco pubblico in Emilia Romagna, è arrivata. Almeno in parte. E le sale da gioco hanno iniziato a chiudere baracca o a contare le poche ore che rimangono di attività. Tutto questo, nonostante i numerosi ricorsi che sono stati improntati dagli operatori del territorio, con il Tribunale amministrativo regionale che ha respinto le prime richieste di sospensiva delle norme attuative delle disposizioni regionali, come pure il Consiglio di Stato: ciò significa che, salvo eventuali colpi di scena dell’ultimo momento, - che potrebbe arrivare dall’accoglimento di una qualche azione legale - centinaia di sale dovranno interrompere la propria attività.

L’aspetto ritenuto paradossale dagli addetti ai lavori, più che altro, è il palese conflitto rispetto ai principi sanciti dalla Conferenza Unificata (soprattutto nella parte in cui si intendeva salvaguardare gli investimenti esistenti) la quale – pur non essendo stato attuato in via definitiva dal governo attraverso un decreto ad hoc, era stato comunque siglato dagli Enti locali e richiamato come riferimento anche da alcuni provvedimenti amministrativi anche da parte del Viminale. Invece, la maggiore parte dei comuni ha già comunicato le proprie mappature del territorio, individuando le aree indicate all’esercizio del gioco perché esterne alle zone circoscritte all’interno del perimetro imposto dal “distanziometro”, dando così la facoltà (puramente teorica) agli operatori di delocalizzare le proprie sale. Fatto salvo, però, che le aree idonee risultano, in vari casi, inferiori al 4/5 percento del territorio: e senza considerare, in ogni caso, l’effettiva fattibilità dell’operazione di spostamento, anche semplicemente rispetto all’esistenza di locali o strutture disponibili.
In alcuni casi, inoltre, alcuni Comuni hanno fatto decorrere i sei mesi previsti dalla Legge Regionale non già dalla comunicazione inviata agli esercenti (o comunque dall’invio della mappatura), ma dall’entrata in vigore della legge, cioè il 28 dicembre 2017. Anche se esistono comunque realtà che hanno interpretato diversamente la scadenza e qualche raro caso – come per esempio il Comune di Fidenza – che ha optato anche per sospendere i procedimenti in attesa degli esiti dei contenziosi o di diverse pronunce del Governo.
Nel frattempo, però, bisognerà vedere cosa rimarrà del settore tra qualche mese, almeno all’interno della Regione, che ha sempre rappresentato un territorio fertile non tanto e non solo per i giocatori, ma quanto piuttosto per l’industria dell’intrattenimento, che ospita gran parte della manifattura e della distribuzione italiana di giochi. Ma l’effetto più devastante, secondo gli operatori e gli esperti del settore, è quello che si avrebbe in futuro in termini di offerta e distribuzione del gioco, con il rischio di un forte ritorno dell’illegalità. Con le evidenti conseguenze in termini di sicurezza e ordine pubblico. E di certo in direzione opposto rispetto alla tutela dei giocatori che teoricamente l’amministrazione regionale intendeva tutelare.

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