skin

Se l'intrattenimento è sempre più mobile

18 giugno 2016 - 08:04

Alberto Marinelli, docente di Teorie della comunicazione e dei nuovi media a La Sapienza di Roma, traccia i nuovi scenari del vivere e del divertirsi attraverso i nuovi strumenti mediali.

Scritto da Sara
Se l'intrattenimento è sempre più mobile

Il mobile ha pervaso la vita delle persone. Ma in che modo è cambiato il modo di guardare la realtà e anche l'intrattenimento? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Marinelli, professore di Teorie della comunicazione e dei nuovi media alla facoltà di Scienze politiche, sociologia, comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma.

“Le tecnologie che non chiamiamo mobili - per abitudine e per antico riferimento ai telefoni cellulari da cui originano - non trovano più solo nella mobilità la loro chiave interpretativa. Lo smartphone è sempre con noi, lo abbiamo incorporato, guardiamo il suo schermo per centinaia di volte al giorno. È lo snodo tecnologico della nostra vita di relazione multicanale (Facebook, whatsapp, etc), il punto di accesso ai servizi internet e web, lo schermo su cui guardiamo contenuti televisivi e ascoltiamo musica, la principale piattaforma di gioco, il punto di contatto con i brand quando vogliamo acquistare o semplicemente avere informazioni su qualcosa, il pianificatore degli spostamenti e l’organizzatore dei nostri intervalli temporali e molte altre cose ancora. Non è qualcosa separato dalla nostra realtà fisica, ma l’interfaccia per muoversi in questa realtà, per accedere alle risorse informative che la governano, per comunicare e condividere con gli altri quello che si sta facendo. In sintesi: non si avverte più una distinzione, una interposizione rispetto alla realtà”, afferma.

Il mondo del gioco, sia for fun che con vincita in denaro, mostra attenzione al mondo mobile. Cosa ne pensa e quali sono a suo avviso gli scenari futuri?

“Per i motivi che abbiamo detto, entrare nello schermo degli smartphone con la propria App significa potenzialmente entrare in contatto con la gran parte della popolazione e con la parte più attiva e giovane in particolare; e i numeri, in questo caso, salgono rapidamente fino a decine e decine di milioni per i giochi di maggior successo. Le piattaforme mobili inoltre, oltre ad offrire una sempre maggiore qualità dell’esperienza di intrattenimento (schermi di grandi dimensioni, Hd) sono sempre a disposizione nei tempi interstiziali, nelle pause dal lavoro o dallo studio, durante gli spostamenti e sempre più in situazioni di multi screening (per esempio, mentre guardo la Tv sullo schermo grande di casa). Se a queste condizioni strutturali si aggiunge il fatto che lo smartphone può svolgere facilmente funzioni di 'borsellino elettronico' e favorire un consumo d’impulso come per esempio nel live betting, si capisce facilmente perché i dispositivi individuali siano guardati con particolare attenzione”.

Le app sia di gioco che di altri servizi sono uno strumento utilizzatissimo, soprattutto fra i più giovani. Cosa può dirci al riguardo?

“Aggiungo a quanto ho appena detto che le app per la loro facilità d’uso e per la segmentazione degli interessi favoriscono l’accesso anche a chi non ha la minima competenza tecnologica: si auto installano e si aggiornano da sole; non bisogna aprire un browser o ricordarsi indirizzi; il riconoscimento dell’utente avviene in totale automatismo, ed infine, la fidelizzazione rispetto a un ambiente di gioco e/o a un brand è molto più semplice ed efficace”.

Crede che ci sia una nuova dimensione del vivere, dell'informarsi e dell'intrattenersi attraverso app e mobile?

“Per le generazioni più giovani (GenX, Millennials) app e smartphone rappresentano quello che gli studiosi di media chiamano mainstream: la corrente principale che orienta atteggiamenti, modalità operative nella soluzione dei problemi, costruzione degli immaginari, lessici ed espressioni culturali. Il posto che per le generazioni precedenti era della televisione ora passa sicuramente ai social media, a Youtube, al gioco, alla ricerca autonoma di informazione, alle diverse espressioni condivise di creatività. L’accesso a queste (nuove!?) modalità avviene attraverso i dispositivi personali, senza alcuna soluzione di continuità, rispetto alla normale vita in presenza”.

A suo avviso c'è una eccessiva offerta di app di gioco e quali sono secondo lei i possibili rischi? E i vantaggi?

Il panorama delle app di gioco non è differente da quello di altri contesti online. Per assicurare riconoscibilità e fidelizzazione si deve assicurare qualità dell’esperienza (giocabilità e non solo) e un tratto di distinzione/innovatività rispetto ad altri competitor. Quando questo mix si compone scattano i fenomeni di 'viralizzazione' (social) che rendono poi inevitabile o quasi per tutti provare quell’esperienza e gli utilizzatori diventano i primi testimonial del prodotto”.
Come si sono trasformati internet e la tecnologia web in relazione al mobile?
“Ho già in buona parte risposto per quanto attiene alla pervasività e all’integrazione rispetto alla vita quotidiana. Non c’è più distinzione tra accesso da fisso o mobile per la maggior parte delle funzioni social, search e intrattenimento: la grande parte del traffico dati internet si sta rapidamente spostando sugli smartphone. Solo per le dimensioni professionali, che non possono essere gestite in tempo reale per la loro complessità, è ancora possibile operare una distinzione tra i due mondi”.
Il futuro dell'intrattenimento a suo avviso è mobile?
“L’intrattenimento per sua natura risponde a bisogni differenziati: una parte considerevole è già transitato o transiterà rapidamente sugli schermi personali, ma questo non comporterà necessariamente un minore interesse rispetto alla condivisione dell’esperienza, in particolare in contesti che la connotino come rilevante sul piano della qualità e della multi-sensorialità”.

Articoli correlati