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Brescia, Capra (Pd): "Presto un regolamento comunale per limitare le aperture di sale da gioco"

13 dicembre 2013 - 11:49

Orari ridotti, distanziometro, sgravi sulla Tares per gli esercenti virtuosi. Sono alcune delle ipotesi contenute nella mozione approvata all'unanimità dal consiglio comunale di Brescia, che obbliga sindaco e Giunta a promuovere al più presto un regolamento che limiti le aperture di sale da gioco nella città lombarda. Ad illustrarne i dettagli a Gioconews.it è il consigliere Fabio Capra, firmatario del documento insieme ai rappresentanti di Pd e delle liste civiche Brescia per passione, Al lavoro per Brescia, Brescia civica – Del Bono sindaco.

Scritto da Fm
Brescia, Capra (Pd): "Presto un regolamento comunale per limitare le aperture di sale da gioco"

 

 

IL SOSTEGNO ALLA PROPOSTA DI LEGGE DI LEGAUTONOMIE - "La mozione – esordisce Capra – è stata votata anche dai consiglieri di Forza Italia e Lega, a dimostrare che il fenomeno del gioco compulsivo è molto sentito a Brescia. Vorremmo dar vita ad un regolamento che disciplini le aperture delle sale ma innanzitutto servirebbe una legge nazionale, che regoli la materia una volta per tutte e dia più poteri ai sindaci". Per questo, il Consiglio comunale ha fatto propria la legge di inziaitiva popolare contro il gioco patologico promossa da Legautonomie, sostenuta con una serie di banchetti per la raccolta firme allestiti per le vie del centro fra gennaio e febbraio.

 

IPOTESI REGOLAMENTO - In parallelo, l'amministrazione comunale sta lavorando alla redazione del regolamento comunale. "Stiamo valutando tutte le opzioni possibili – prosegue il consigliere Pd -  perché vogliamo approntare norme che non possano essere oggetto di ricorsi al Tar da parte degli esercenti. Penso agli sgravi o alle maggiorazioni sulla Tares, già scelte da altri Comuni, ma per definire la percentuale dobbiamo prima approvare il bilancio 2014-2015 e capire quali saranno le nostre disponibilità. Penso ad orari ridotti per le sale, per evitare che la mattina siano frequentate dai ragazzi che saltano la scuola, e che la sera chiudano in ore più 'convenienti'". Fra le misure allo studio per scoraggiare le nuove aperture – e facilitare la dismissione degli apparecchi da parte di chi li ha già – ci sono le distanze dai luoghi sensibili, ma anche una serie di paletti amministrativi che riguarderanno la metratura dei locali, la presenza dei bagni e il rispetto di altri requisiti.

 

AL VAGLIO DELLE COMMISSIONI – "Abbiamo chiesto all'ufficio Statistica del Comune di monitorare il fenomeno – conclude Capra – e di farci sapere, al 31 dicembre  2013, quanti sono gli apparecchi, a quali categorie commerciali sono riconducibili, che orari fanno le sale. Una volta che avremmo i  numeri, metteremo in campo gli strumenti  socio-sanitari, urbanistici e fiscali a nostra disposizione, coinvolgendo le commissioni competenti. Solo così potremo mettere in atto un'azione realmente efficace a sostegno dei malati e delle loro famiglie".

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