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Dl sicurezza, no a emendamento gioco, Bubbico: 'Interverremo'

16 marzo 2017 - 12:57

Respinto l'emendamento del Movimento 5 Stelle su ordinanze sindacali su gioco, l'intervento del vice ministro Bubbico.

Scritto da Amr
Dl sicurezza, no a emendamento gioco, Bubbico: 'Interverremo'

L'Aula della Camera dei deputati, impegnata nell'esame del disegno di legge sulla sicurezza nelle città, ha respinto l'emendamento, a lungo accantonato, a prima firma di Daniele Crippa (M5S) che chiedeva tra l'altro di “introdurre gli esercizi in cui è utilizzato il gioco con vincite in denaro tra le tipologie di attività commerciali oggetto di ordinanze sindacali”. Sul tema è intervenuto anche il vice ministro dell'Interno Filippo Bubbico che, in riferimento alla bocciatura, da parte della commissione Bilancio, dell'emendamento delle commissioni Affari sociali e Giustizia che prevedeva maggiori poteri agli enti locali in materia di orari di apertura delle sale e di funzionamento degli apparecchi da gioco, ha affermato “Mi sento di confermare l’impegno a debellare le infiltrazioni criminali anche nel settore del gioco legale, ma - pur consapevoli dei ritardi dell’avanzamento del confronto tra Governo ed enti locali - segnalo che la questione coinvolge anche altri soggetti”. Secondo Bubbico, “La posizione della Commissione Bilancio non può essere superata in questo momento”, ma la questione sarà affrontata “in tempi veloci, individuando soluzioni equilibrate a tutela degli interessi pubblici, limitando l’accesso al gioco e promuovendo norme più efficaci per tutelare i soggetti più fragili”.

IL DIBATTITO IN AULA - Intervenuto in Aula, Matteo Mantero ((M5S) ha affermato: “Noi abbiamo presentato un emendamento che aveva lo scopo di dare maggiore potere ai sindaci per tutelare la sicurezza dei cittadini, e soprattutto dei minori, rispetto anche al gioco d'azzardo, oltre alle altre fattispecie che sono in questo decreto-legge”. Massimo Enrico Baroni, sempre del M5S, ha affermato come a suo dire “mentre un Paese è in crisi, piegato dalla disoccupazione giovanile, piegato praticamente da reparti industriali che sono in forte perdita, il gioco d'azzardo è praticamente spumeggiante, negli ultimi due anni, perché è difeso da un turboliberismo del Governo”. Paola Binetti (Ap) ha evidenziato che “il gioco d'azzardo ha una sfaccettatura molto particolare: da un lato, costituisce introito positivo nelle casse dello Stato, e sembra che il Governo a questo introito non intenda rinunciarci a nessun motivo, costi quello che costi; dall'altro, parliamo di sicurezza ma non sappiamo che cosa fare laddove l'insicurezza la fa da padrona.  Io mi chiedo se veramente possiamo tollerare ulteriormente, in una legislatura che in qualche modo volge al termine, che si corra e si prema l'acceleratore su tanti disegni di legge, su tante proposte e se ne ignorino altre che, dall'inizio di questa legislatura, proponevano di fare chiarezza su questo tema, proponevano un «no» deciso alla pubblicità e, in qualche modo, proponevano misure di tutele reali nei confronti dei cittadini”. Walter Rizzetto (Fdi) ritiene che “è chiaro a tutti che il Governo non vuole rinunciare a questo introito – vi arrivano valanghe di soldi, purtroppo, rispetto a questo dramma –, allora facciamo un ragionamento: quanto costa la sanità postuma per cercare di curare i cosiddetti effetti da gioco d'azzardo patologico? Quanto costa? Quanto arriva nelle casse dello Stato in termini di introito? Pesiamo le due cose. Dopodiché – noi abbiamo presentato una proposta di legge che vada a combattere il cosiddetto gioco d'azzardo patologico –, qualche collega che con me era nella Commissione deputata e competente rispetto a questo tema ricorderà perfettamente che il Governo aveva detto a tutti che avrebbe accettato buona parte degli articolati delle proposte di legge presentate anche dalle opposizioni, e che parlavano esattamente di questa roba: delle distanze rispetto alle scuole, ai bambini, ai minori”.
 

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