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Amusement, gli operatori: 'Portiamo il caso alla Commissione Ue'

14 ottobre 2015 - 10:55

Se ne parla a Enada Roma al convegno 'Amusement: iniziative e proposte per il rilancio del divertimento puro in Italia'

Scritto da Sara
Amusement, gli operatori: 'Portiamo il caso alla Commissione Ue'



"Lo stato dell'arte del settore del puro intrattenimento è di crisi e va rifondato dal punto di vista della fiscalità, non ci si deve basare solo sul gettito, creando una serie di norme che consolidino il mercato", afferma Raffaele Curcio, presidente Sapar, in occasione del convegno 'Amusement: iniziative e proposte per il rilancio del divertimento puro in Italia', a Enada Roma.

 

MERCATO FERMO - Secondo Curcio "nostro compito è quello di cercare di iniziare un percorso portando dei progetti fondati alle istituzione che contemplino sia i videogiochi che le ticket redemption. Ci siamo offerti di partecipare a un tavolo di confronto con i Monopoli, cercando di ripartire per un percorso comune per rilanciare il settore dei videogiochi, lasciando da parte la fiscalità. Finito il percorso di consolidamento del settore, con una nuova produttività per gli operatori e una appetibilità per i consumatori, si può tornare a parlare di fiscalità. Il mercato oggi è completamente fermo, con grosse sale giochi in crisi. I criteri di omologazione delle macchine sono obsoleti e non viene rispettata la normativa sui servizi di matrice europea. E' un settore abbandonato dal punto di vista normativo".

 

LE IENE E LE TICKET REDEMPTION - Per quanto riguarda le ticket redemption, dopo il servizio delle Iene, Curcio aggiunge: "Non possiamo fare di tutta un'erba un fascio e ci auguriamo che nelle prossime trasmissioni si possa fare chiarezza. Parlare di ticket redemption come azzardo per bambini ci è sembrato francamente troppo. Se c'è una situazione di abuso, con un uso non corretto dell'apparecchio, va sanzionato. Noi chiediamo da tempo una regolamentazione delle ticket redemption e da anni attendiamo un decreto tecnico di attuazione della Finanziaria 2012. Non è pensabile che non ci sia la giusta presa di posizione da parte delle istituzioni. Forse è arrivato il momento di proporre una 'casa diversa' per questo settore: In Italia non siamo capaci di dare un'alternativa al gioco con vincita e questo è un paradosso in un paese dove si parla in continuazione di gioco d'azzardo patologico".
 

NO A RISERVA DI STATO - Roberto Marai di Farogames aggiunge: "Il gioco di puro intrattenimento a mio avviso non deve essere più riserva di Stato, ma deve essere libero come accade nel resto del mondo". Eduardo Antoja di Euromat sottolinea: "Dopo il 2006, è stato stabilito dalla direttiva del Parlamento Ue la garanzia della libera prestazione dei servizi per questi giochi di puro intrattenimento. E' una forma di commercio, quindi, non è gioco d'azzardo. In Spagna, dove il gioco è regolarizzato nelle singole regioni, il gioco di puro intrattenimento è considerato come libera circolazione di merci e servizi. Questo tranne in Catalogna e Galizia, dove il caso è stato portato di fronte alla Commissione Ue. Stessa cosa si deve fare in Italia. Quindi siamo pronti a sostenere Sapar in questa 'battaglia'".
 
SETTORE INESISTENTE? Il professore Carlo Cuomo, il quale si occupa di insegnare la creazione di contenuti per l'entertainment, delinea uno scenario piuttosto negativo per il settore dell'amusement italiano: "Un settore economico che non esiste per un tot numero di anni è considerato vergine e quindi un settore su cui possibilmente investire. Bisogna far capire che il gioco è qualcosa che è sempre esistito. E come esiste il gioco d'azzardo esistono anche delle alternative. L'amusement in Italia non esiste più, né in termini di luoghi, né di produzione, salvo rare eccezioni. All'estero, invece, la situazione è completamente opposta. Le sale giochi sono luoghi di socializzazione, dove le persone possono incontrarsi. La gente, anche in Italia, ha bisogno di luoghi di ritrovo e questo dovrebbe essere preso in considerazione da chi ci governa, creando alternative all'azzardo. Perché non investire parte dei proventi del gioco con vincita in denaro nel rilancio dell'amusement? Potrebbe essere una soluzione per iniziare a far ripartire il puro intrattenimento".

L'AMUSEMENT VIVE - Paolo Dalla Pria, presidente di Sapar Servizi, conclude affermando che "l'amusement esiste e vive e quello che dobbiamo fare è uscire dal controllo dei Monopoli di Stato. Dobbiamo portare avanti una legge europea per il rilancio del settore e cambiare le regole delle omologazioni che sono un freno per l'innovazione di questo comparto del gioco".
 

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