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Ticket redemption: 'Un attacco ridicolo' per le multinazionali del videogame

16 ottobre 2015 - 09:39

Dopo il presunto scandalo sollevato dallo show televisivo Le Iene sulle ticket redemption, le multinazionali del videogame si indignano e pretendono chiarezza.

Scritto da Alessio Crisantemi
Ticket redemption: 'Un attacco ridicolo' per le multinazionali del videogame

Roma - Il caso esploso attorno al settore dell'Amusement che ha preso di mira, nello specifico, le apparecchiature ticket redemption non convince le multinazionali dell'intrattenimento. Le quali, in realtà, si dicono "indignate" per quello che sta accadendo nel nostro paese. "Unico al mondo dove si ascoltano discorsi di questo tipo", è la frase più ricorrente tra i responsabili delle major del videogame.

"Credo che la critica sollevata nei confronti delle ticket redemption, che verrebbero considerate come giochi di azzardo rivolti ai minori, sia semplicemente ridicola", spiega Tom Kane, responsabile export di  Betson, società americana produttrice di redemption.

"Basta guardare i giochi e il loro funzionamento per capire, senza bisogno di tante parole. Se prendiamo il gioco del basket, tra i più venduti negli anni, vediamo che è un gioco di pura abilità, dove devi lanciare una pallone dentro a un canestro entro un tempo limite, per vincere delle figurine Nba. Se vogliamo far passare questo per azzardo, siamo lontani dalla realtà. Senza contare, poi, che questo tipo di giochi vengono venuti ed offerti in gran parte del mondo dove non ci sono problemi di questo tipo". E aggiunge: "Credo che si sia voluto sollevare un caso sensazionalistico su un problema che, in realtà, non esiste. In tutto il mondo questi giochi vengono istallati liberamente nei locali, con procedure addirittura più semplici rispetto all'Italia".
Dello stesso avviso Maria Carmen Villaroya, responsabile per l'Europa del colosso Sega: "Credo che l'aspetto da mettere in risalto su tutti sia il ruolo determinante che ha sul gioco l'elemento dell'abilità. In tutti i paesi con cui lavoriamo esistono le ticket redemption che sono da sempre l'emblema dell'intrattenimento rivolto alle famiglie e il simbolo di un gioco sano e oggi ci lascia senza parole sentire che queste macchine possano essere considerate dei giochi di azzardo". E in effetti, da sempre, l'elemento distintivo tra il gioco "di azzardo" e  non è proprio la presenza dell'abilità: quando manca, siamo nel campo dell'azzardo, altrimenti, parliamo di gioco da intrattenimento.
A denunciare la situazione italiana, più in generale, è Julian Goicoa, responsabile per l'Europa del colosso Bandani Namco, la multinazionale che, tra i vari successi, vanta l'invenzione dello storico Pac Man. "Trovo questa situazione decisamente ridicola ma quello che è più ridicolo è il fatto che l'Italia stia facendo morire un settore come quello dell'intrattenimento a causa di una normativa sbagliata, inadeguata e che viola la direttiva europea. Del resto, se il caso mediatico è esploso è proprio perchè non c'è una normativa chiara su questo settore e non può più andare avanti la situazione". Secondo Goicoa, le redemption sono macchine innocue e usate in gran parte del mondo, anche se esistono diverse tipologie: "Io credo che dobbiamo considerare gli operatori di questo settore come dei giostrai del 21esimo secolo. Quando vai alle giostre trovi dei giochi di abilità, come la palla da lanciare contro i barattoli, il tiro a segno e così via. In alcuni conta molto l'abilità, in altri di meno. Lo stesso avviene per le redemption, dove ci sono giochi di vario genere. Se ci sono alcune macchine che si pensa possano essere meno indicate per i minori, allora si faccia una legge che indichi con chiarezza come devono essere questi giochi e quali sono le regole. Invece sono anni che in Italia non si affronta il problema e intanto il settore sta morendo, mentre lo Stato, evidentemente, si preoccupa solo del gioco con vincita in denaro, molto più redditizio". Secondo il responsabile di Namco - da sempre critico nei confronti della nostra legge sul gioco - il settore ha bisogno di regole certe e assolutamente chiare, una volta per tutte: "Se guardiamo gli altri paesi del mondo questo settore è sostanzialmente libero, perchè così deve essere. E lo stesso ce lo dice l'Europa, in una direttiva che l'Italia non sta applicando. Per qeusto l'industria italiana e le associazioni devono ribellarsi e pretendere un adeguamento della normativa, che riconosca le ticket redemption e favorisca l'evoluzione del comparto, tenendo conto dei nuovi sviluppi tecnologici come l'impiego del video in questi giochi, ma senza puntare a una tassazione su questi giochi o altrimenti li vedremo sparire del tutto".

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