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Casinò e decisionismo, il peso della gestione

18 giugno 2024 - 12:56

Nei casinò o importante prendere decisioni tanto rapide quanto basate sulla competenza, ecco quanto ciò dipende anche dalla tipologia di gestione.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash

Foto di Towfiqu barbhuiya su Unsplash

Ogni volta che leggo di mance al personale tecnico delle case da gioco, per intenderci quelle di cui al Dm 314/97, art. 3, non posso fare a meno di precisare con quanto segue, qualunque sia la provenienza, spero che mi scusiate.
La mancia è una parte della vincita. La sentenza n. 1776 del 18 maggio 1976 della Sezione Lavoro della Corte di cassazione, a proposito della mancia al croupier, recita: “Il sistema mancia è retto da un uso normativo - si ricava dall’indirizzo  consolidato della giurisprudenza dal 1954 – tanto consolidato quanto idoneo ad assumere un ruolo di fonte secondaria del regime giuridico proprio del particolare rapporto che obbliga il giocatore vincente ad elargire una parte della vincita al croupier e questi a ripartirla con gli altri addetti e il gestore”.

Mi permetto aggiungere, tanto per precisare, che: il primo beneficiario della mancia è, indiscutibilmente, il croupier. Il gestore non ha titolo originario a parte della vincita (cioè la mancia); d’altro canto sarebbe paradossale che partecipi alla vincita chi, perdendo, la deve finanziare: il gestore. Il fatto che quest’ultimo soggetto partecipi ad una parte delle mance, fondato su un patto o un accordo di devoluzione con il quale i lavoratori consentono al datore di lavoro di sottrarre parte di quanto elargito da terzi (Cassazione, 9 marzo 1954, n. 672),  non pare giustificare un diritto originario del gestore ma, piuttosto, una forma di prelievo forzoso (stante la natura giuridica delle entrate) anche se non è stato regolato il presupposto, la base imponibile, ecc..
Non posso che condividere l’idea che la gestione di una casa da gioco sia più adeguata per una società a capitale privato o a capitale misto a maggioranza privato. 

Non tanto e non solo per una questione di competenza che una società a capitale pubblico potrebbe ricercare unitamente ad altre qualità, spesso e volentieri si legge che il direttore generale è in quota a... Allora diviene comprensibile il dubbio precedentemente presentato.
A mio parere personale, motivato da una lunga esperienza in tutte e due le metodologie citate, capitale pubblico o privato, la prima dal luglio 1994 al 2000, la seconda dal settembre 1959 al giugno 1994, ho potuto osservare che il decisionismo rapido ben difficilmente alberga nella prima per l’esistenza a monte di placet provenienti dalla politica.
Seguitando a essere noioso perché non so quante volte ho citato la disposizione legislativa che segue e in quali occasioni, ma non posso esimermi dal fare ricorso a questo per introdurre l’argomento che segue.
E anticipo, poiché mi è stato domandato il perché il casinò non può essere che di proprietà pubblica in quanto trattasi di una deroga alle norme del codice penale.  Non può essere concesso in gestione al privato se non a determinate condizioni.

L’articolo 19 del decreto legge n. 318 del 1 luglio 1986 convertito in Legge n. 488/86, dal titolo: Entrate speciali a favore dei comuni di  Sanremo e Venezia, recita al comma 1: “Le entrate derivanti ai Comuni di Sanremo  e Venezia alle gestione di cui al Rdl 22 dicembre 1927, n.2448 convertito dalla L. 27 dicembre 1928 n.3125, nonché al Rdl 16 luglio 1936, n. 1404 convertito dalla L. 14 gennaio 1937 n. 62, sono considerate, fin dalla loro istituzione, entrate di natura pubblicistica da classificarsi nel bilancio al titolo I, entrate tributarie. Non si da luogo al rimborso delle imposte dirette già pagate”.
Con quanto immediatamente precede sono, forzatamente, ripetitivo avendolo citato moltissime volte ma è utile a supportare la scelta gestionale già espressa come migliore proprio per la natura giuridica che la disposizione di legge ha imposto.
Sicuramente i tempi sono cambiati, la situazione economico e finanziaria non è  quella di alcuni anni or sono ma, neppure tantissimi. 

2012

Sanremo

Saint Vincent

Campione

Venezia

note

Totale introiti

50.546.815

76.680.928

00.775.012

114.181.138

 

slot

35.832.803

38.388.744

60.770.021

68.875.266

 

presenze

602921

567.196

664.391

634.376

 

2022

 

 

 

 

 

Totale introiti

43.523.009

62.400.054

40.503.682

104.435.224

 

slot

34357676

33.428.110

27.566.089

59.877.082

 

presenze

174.973

295.599

208.334

625.735

 

È anche normale che da molte parti si parli di rilancio di come affrontare un periodo molto cambiato da quando era sufficiente aprire le porte e le sale da gioco si riempivano. Si leggono proposte, si  ascoltano idee delle quali alcune molto interessanti e spesso indirizzate alla diversificazione intesa come ricerca di qualcosa che riaccenda, dalla curiosità per il nuovo, l’attrattiva del giocatore.
Forse si vorrebbe ricreare quel clima di interesse per manifestazioni e spettacoli di vario genere atti a supplire al divieto di pubblicità per il gioco da coniugarsi unitamente alla qualità dei servizi. Poiché tutto ha un costo, il gestore privato non dovrebbe trattare l’argomento rilancio come è stato al riguardo della roulette tradizionale sostituendola con la fair. La più che logica  preoccupazione del gestore pubblico in tema di ritorno dell’investimento crea o potrebbe creare un ostacolo dovuto ai tempi della politica senza dubbio più lunghi.
Chiaramente, tornando ai risultati delle case da gioco nel 1994, da notare in lire italiane, siamo portati a ben altre considerazioni. Ma quelli erano tempi molto differenti dagli attuali!

1994

Sanremo

Saint Vincent

Campione

Venezia

note

Totale introiti

104.728.613

218.006.647

142.171.431

113.409.490

 

slot

57.066.961

63.740.556

59.016.079

40.940.362

 

presenze

363.544

1.121.654

357.571

561.733

 

Roulette franc.

29.557.011

57.967.756

 

44.184.052

 

Chemin de fer

8.207.540

16.348.010

 

18.020.291

 

Roulette amer.

 

42.792.729

 

 

 

craps

 

3.646.438

 

 

 

Fair roulette

3.952.373

 

 

 

 

Punto banco

3.219.990

 

 

 

 

poker

2.921.520

 

 

 

 

Desidero chiudere il discorso con due osservazioni che nascono dalla conoscenza la prima e dall’esperienza la seconda.
La percezione che la maggior parte degli addetti ai lavori pensa ai proventi aleatori, in questo caso le mance al personale tecnico, come di competenza del gestore al 50 percento. Non è così perché la percentuale è perfettamente contrattabile come se ne trova traccia in una casa da gioco italiana.
Il programma di politica produttiva per il rilancio di un casinò passa attraverso nozioni che derivano dall’esperienza, dalla conoscenza del mercato, dalla professionalità acquisita e dalla consapevolezza di potersi assumere determinate responsabilità. 
Il poter verificare e giudicare il possesso  delle peculiarità citate è un compito che il capitale privato può assolvere soddisfacentemente in quanto l’investimento è fatto per  l’utile che se ne pensa ricavare.
 

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