Casinò, tra rischi aziendali e nuova concorrenza
I casinò terrestri devono fronteggiare 'tradizionali' rischi aziendali, ma anche la nuova concorrenza rappresentata dall'online.
Scritto da Mauro Natta
Foto di Loic Leray su Unsplash
Oggi ho potuto leggere la notizia di quanto avrebbe dovuto contenere un progetto o disegno di legge sulle case da gioco che, nel 1992, avevo proposto con un suggerimento del sindacato.
Certamente molti ricorderanno che in quel tempo furono presentati in Parlamento elaborati in tema di incremento del numero delle case da gioco nel Paese arrivando ad includere quelle stagionali e quelle sulle navi da crociera battenti bandiera italiana, non in tutte.
Ho sempre sostenuto che i rischi aziendali che corre il casinò hanno due origini differenti: una deriva dal fatto che la casa può perdere, l’altra discende dal fatto che non tutti i titoli di credito negoziati presso l’ufficio competente della casa da gioco vengono onorati.
Bene inteso quelli accettati da nominativi la solvibilità dei quali è stata accertata dal management e, nel caso fosse questo il finale, ho sostenuto e continuo a farlo la mancanza di azione per il recupero del credito in quanto riferibile a debiti di gioco.
Ma, col senno di poi, anche se il sospetto ha quasi costantemente albergato nel mio pensare, ho iniziato a vedere il calo dei proventi derivanti dallo chemin de fer anche dal pericolo appena descritto. Non c’è dubbio alcuno che lo chemin comporti la partecipazione di giocatori con discrete possibilità economiche e, stante la crisi dal 2007 in poi, si è potuto constatare il fenomeno in discorso.
Molto probabilmente l’arrivo dei giochi americani e con questi del punto banco ha incentivato lo sviluppo crescente di detto gioco a scapito dello chemin che, in alcuni casi, non è più presente tra le offerte della casa da gioco.
Non posso pronunciarmi sul merito di una scelta perché, certamente, la direzione giochi che l’ha fatta avrà assunto una tale decisione a ragion veduta e sulla scorta di dati e risultanze che sono a disposizione del management. In ogni caso non si può negare che ciò sia accaduto e nell'elencare le concause non mi pare esagerato comprendere quella in parola.
Chiaramente, nell’intento di non intrattenermi eccessivamente sui numeri e sulle case da gioco nazionali mi soffermo su quanto ritengo di conoscere meglio.
Le risultanze che espongo si riferiscono al Casinò di Saint Vincent e non solo per questa credo di poter avanzare una modesta convinzione che, probabilmente per il periodo concordatario o per la pandemia, come per le rimanenti case da gioco forse maggiormente per Campione, il costo del personale possa aver influito sulle scelte di politica produttiva, vedasi la fair roulette.
Alla particolare situazione economica aggiungiamo la concorrenza dell’online che negli ultimi tempi ha raggiunto cifre poco immaginabili qualche anno fa, vuoi per la comodità e il minimo impatto sul costo del giocatore che, per dedicarsi al gioco fisico, non può esimersi dal calcolarlo.
giochi
|
1986
|
1989
|
1992
|
2004
|
2014
|
2022
|
Roulette fr.
|
22.186.727
|
34.635.178
|
32.747.894
|
17.693.980
|
5.619.617
|
|
30/40
|
3.198.770
|
4.543.206
|
9.615.913
|
4.326.032
|
1.186.020
|
|
chemin
|
6.559.832
|
12.304.015
|
12.399.622
|
6.539.115
|
2.379.135
|
3.109.605
|
Black jack
|
|
5.262.498
|
6.912.706
|
6.463.840
|
2.507.341
|
3.662.013
|
Fair roul.
|
|
|
|
9.925.213
|
5.091.648
|
8.817.310
|
Roul.americ.
|
|
16.221.381
|
26.212.907
|
19.713.080
|
3.679.649
|
1.532.750
|
Punto banco
|
|
|
914.821
|
5.810.283
|
7.115.552
|
7.742.729
|
slot
|
|
20.397.207
|
27.038.956
|
67.029.368
|
33.120.770
|
33.428.110
|
poker
|
|
|
717.217
|
2.018.222
|
1.778.011
|
2.974.552
|
Tornei poker
|
|
|
|
|
736.574
|
|
craps
|
|
|
2.556.134
|
2.779.103
|
849.804
|
1.132.985
|
totale
|
31.944.329
|
93.363.485
|
119.116.170
|
142.298.236
|
64.064.121
|
62.400.054
|
Quota merc.
|
18,34%
|
40,80%
|
42,35%
|
25,53%
|
21,57%
|
24,87%
|
presenze
|
688.520
|
1.036.348
|
1.089.621
|
691.026
|
506.439
|
295.599
|
Per non parlare di Venezia dove il punto banco ha avuto uno sviluppo eccezionale!
Ritorno al concetto del rischio di impresa come descritto. Quando la gestione era affidata ad una società privata, sino al 30 giugno 1994, era previsto dal capitolato d’appalto un contributo del concedente a favore del concessionario proprio per il rischio derivante dal mancato pagamento dei titoli di credito insoluti.
A ben ragionare oso dire che una clausola contrattuale in questo senso aveva una motivazione logica in quanto il gestore garantiva la percentuale sui proventi alla Regione come se tutto il cambiato fosse andato a buon fine.
Visto che sono nei ricordi, uno mi viene alla mente parlando dell’argomento collegabile all’art. 1933 del codice civile: allorché l’amministratore si informava sui risultati di qualche particolare manifestazione non terminava se non con una domanda: quanto c’è da leggere? Il riferimento all’avvenuto cambio assegni era evidente.