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Casinò verso il futuro, dall'analisi dei trend le indicazioni per il rilancio

22 febbraio 2024 - 10:48

I casinò italiani si proiettano verso il futuro cercando di incrementare i proventi e di far quadrare i conti: ecco qualche indicazione operativa.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Benjamin Davies su Unsplash

Foto di Benjamin Davies su Unsplash

È certo, i giudizi in ordine alla conduzione del Casinò di Sanremo li ho letti e mi fermo qui. Nella Casa da gioco della Riviera dei fiori ci sono stato più volte quando ero segretario regionale e nazionale dello Snalc Cisal, ho conosciuto impiegati tecnici e amministrativi, dirigenti e ricordo tra tutti Vittorio Berta che aveva iniziato la carriera ai tempi in cui mio padre vi aveva lavorato, mi pare sino al 1946. Infatti, in altro mio articolo, rammento la statua che si trovava all’ingresso del Casinò e che faceva, se ben ricordo, le corna.
Come ho già scritto in altre occasioni, mi sono sempre interessato della politica produttiva e dei risultati ad essa ascrivibili bene inteso per quanto ai proventi netti. 
Ho avuto anche l’incarico abbastanza gravoso non tanto per la materia quanto per la sua complessità e ringrazio di aver studiato e lavorato qualche anno da ragioniere; il che mi ha parzialmente agevolato nell’affrontare la questione fiscale della categoria degli impiegati tecnici di gioco conclusasi con l’art. 3 del Decreto n. 314 del 1997. 

Ultimamente ho trovato su internet, in un sito dei controllori comunali del Casinò di Sanremo, i risultati della casa da gioco rivierasca a datare dal 1986 sino al 2022. Così ho potuto fare un raffronto con le cifre che erano rimaste a mie mani dopo lo sfoltimento delle carte che ancora avevo in casa.
Senza andare troppo indietro nel tempo mi sono accontentato di evidenziare le risultanze dal 2017 al 2022 perché del 2023 ho solo il totale degli introiti netti e quelli derivanti dalle slot e mancano le voci che si riferiscono ai singoli giochi da tavolo.

Il primo impatto, come sempre, lo cerco nell’incidenza dei proventi slot sul totale e, considerando la rilevanza dei proventi aleatori che immagino e se li conoscessi non mi permetterei di evidenziare, se una persona è curiosa come chi scrive se li può cercare negli allegati ai bilanci delle gestioni che trova in internet.
Una seconda operazione è quella di rapportare le presenze alle singole voci dei proventi, in primo luogo suddivisi tra slot e tavoli, dopo relativamente ad ogni singolo gioco da tavolo.
Come spesso e volentieri scrivo si tratta di un dato più statistico che altro ma, a ben vedere, pur qualitativamente così definito, il dato risultante fornisce una certa indicazione sulla qualità del gioco e, abbinandolo ai proventi aleatori anche se approssimati, possiamo ricavarne una idea abbastanza corretta dell’andamento gestionale relativamente ai valori della produzione.

Sicuramente mancano i costi della produzione che si conosceranno con l’approvazione del bilancio ma dopo qualche tempo, nell’anno seguente.
Anche se non siamo in possesso di tutto quanto può essere utile, abbiamo la reale e concreta possibilità di evidenziare il trend degli introiti e, se a conoscenza dei risultati di tutte le case da gioco, verificare le differenze qualitative e quantitative di due o più anni susseguenti. 
Negli ultimi tempi non è semplice conoscere i dati di tutte le case da gioco, spesso si fermano alle risultanze di slot e giochi da tavolo con il numero degli ingressi e, ancor più spesso, fanno conoscere l’andamento di un mese sullo stesso dell’anno precedente: a mio avviso serve a ben poco e potrebbe anche essere fuorviante. 
Quello che ho trovato prima e approvato dopo è il confronto del ricavo netto con le ore effettive di lavoro di quel tavolo; sicuramente dovrò avere a disposizione i bordereaux di chiusura dai quali rilevare le eventuali aggiunte e il contante cambiato e, se possibile in quanto previste, l’annotazione del cambio del minimo e le note integrative da parte del capo tavolo o dell’ispettore in servizio.

La conoscenza del rendimento così ottenuto, la vicinanza tra due giochi o meno e altre notizie, ad esempio vincite o perdite consistenti, potrebbero fornire indicazioni valide in tema di politica e anche di logistica produttiva.
Mi sento di concludere con l’affermare convinto che maggiori sono i dati idonei a disposizione più è agevolata la scelta di politica produttiva, più selezionati sono gli elementi da consultare e più si presenta semplice la ricerca delle motivazioni alla base di determinati risultati.
Non si dovrebbe omettere uno dei compiti, o forse è meglio indicarli come doveri, più difficili per il management di una casa da gioco che consiste nel far durare il più possibile i periodi positivi e meno quelli negativi. 
Non mi pare possa dubitarsi che trattasi di un incarico di particolare impegno ma si può dire, quando il corredo delle notizie utili è grande,  meno difficoltoso a svolgersi nei dovuti modi; ritengo che la tranquillità nel disporre degli elementi indispensabili lo rende maggiormente affrontabile e risolvibile con successo.

Ho lavorato nell’ambiente delle case da gioco dal 1969 al 2000 e ho continuato ad occuparmene; ho svolto compiti amministrativi e tecnici e posso affermare di conoscere quasi tutto ciò che interessa l’organizzazione e il controllo della produzione.
Mi defilo in quanto, avendo trascorso operativamente i  tempi in cui Berta filava ed era sufficiente aprire la porta, non sempre ma spesso, non vorrei subire l’influenza del periodo lavorativo.
Certamente è innegabile la trasformazione della situazione finanziaria iniziata dal 2007 e durata da allora sino ad oggi producendo la riduzione della disponibilità di molti e incrementandola per pochi. 
Non ritengo si possa negare il buon andamento commerciale degli articoli di lusso, mentre il contrario si può pacificamente ammettere per quanto al carrello della spesa.
Non si può, a mio parere, e mi scuso per l’intrusione dopo la precedente auto esclusione, non si dovrebbe sottacere la rilevanza che il gioco online, un pochino anche per il periodo pandemico ma, indubbiamente, per le ridotte possibilità economiche, ha negativamente influito sulla domanda nei casinò terrestri anche per il rilievo assunto dai costi di trasporto.

Si dovrebbero tenere in debita considerazione le concause del calo nello chemin de fer a beneficio del punto banco e/o della roulette tradizionale a tutto vantaggio della fair. Una per il rischio di impresa specifico di cui all’art. 1933 del codice civile sul quale potrebbe intervenire il Parlamento con una deroga ad hoc, eventualmente, nell’ambito dell’approvazione di una legge organica sulle case da gioco; l’altra per l’evidente maggiore impatto sui ricavi del costo del personale.
L’unico e vero effetto benefico del gioco online è che, se andiamo ad esaminarne la domanda, troviamo un rilevante incremento dei giochi da casinò. Il che, se da una parte potrebbe cautamente rallegrare, dall’altra invita caldamente a ricercare una possibile soluzione partendo dall’incremento numerico delle case da gioco sino alla ricerca di una diversificazione dell’offerta. Che può trovare l’impulso nelle manifestazioni sportive, culturali e, probabilmente come un tempo, collegate alla gastronomia regionale, senza sorvolare sulla reale possibilità di ricercare e programmare lo svolgimento di giochi assolutamente nuovi sia fisicamente che dal vivo.

Forse, e questo è il mio augurio a 83 anni compiuti, per un futuro migliore che, oltre a procurare ciò per cui le case da gioco sono state autorizzate, abbia un impatto positivo sul turismo e sul fattore occupazionale.
In buona sostanza cosa si chiede e mi permetto di chiedere se non un bagno di realtà?
Certamente non si può ritornare ai numeri del 2004 o anni precedenti. Oppure quando il casinò di Venezia godeva dell’apertura della sede di Ca’ Noghera (1999) ed aveva già dimensionato l’offerta alla domanda con l’ausilio delle risultanze dei casinò di oltre confine. Ma l’osservazione del mercato nazionale, suddiviso per case da gioco, del 2017 e 2019, cioè prima della pandemia e con la chiusura temporanea di Campione a luglio del 2018 e sino al gennaio del 2022, non potrebbe essere ignorato per quanto lascia rilevare.
Nessuno credo, tanto meno io, pretende di rammentare e, ancor peggio, confrontare gli anni nei quali il successo  dello chemin de fer era considerato il fiore all’occhiello di un casinò, dove i gala con relative gare di chemin e, a volte, di roulette francese, erano  una normalità, quando il gioco dal sabato sera si interrompeva la domenica mattina col sole già alto; ho fatto il cassiere di notte e ciò lo garantisco. Ma nemmeno si può dire che non è la pura e semplice verità; è sufficiente una ricerca mirata per constatare che la situazione era come quella descritta precedentemente.

Ma proviamo a verificare il 2019 quando Campione era ancora chiuso. Desidero, in ogni caso, rassicurare che con i dati richiamati e quanto ho scritto  non percorro una situazione di pessimismo personale, esprimo la preoccupazione per un mondo che mi ha permesso di vivere bene.
Chiudendo spero di aver parzialmente convinto della necessità di unire intenzioni, forze e idee di tutte le parti in causa: Parlamento con una iniziativa volta a definire l’attività in discorso stante l’apporto del turismo al prodotto interno lordo, gli attuali gestori affinché tengano in considerazione ogni risvolto ed interesse e gli enti pubblici che nell’attività in narrativa trovano il tramite per assolvere ai compiti loro affidati dalle disposizioni di legge vigenti.

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