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Controllo entrate casinò, benefici non solo per il concedente

03 febbraio 2024 - 11:26

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema del controllo sulle entrate dei casinò previsto dalla legge ma a non esclusivo vantaggio del solo concedente.

Foto di Razvan Chisu su Unsplash

Foto di Razvan Chisu su Unsplash

Molte volte è stato possibile leggermi in argomento controllo delle entrate, derivanti direttamente e indirettamente dal gioco, dei casinò.
Ebbene sì, ma non è una mia ossessione! 
Personalmente sono convinto, e i risultati me lo confermano ma non sostengo che la mia sia la metodologia perfetta e unica, che non si tratta solo del metodo ma delle motivazioni a monte del dovere che conforta l’obbligo di cui trattasi. E non solo da parte del concedente ma anche dal concessionario e quest’ultimo ha, senza dubbio, l’interesse pratico di trovare notizie in tema gestionale.
 

Non è esclusivamente la natura giuridica relativa a quanto è a beneficio dell’Ente pubblico titolare dell’autorizzazione  alla casa da gioco che imporrebbe allo stesso Ente un controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi ma, come scrivevo, il concessionario può ricavarne utilissime indicazioni che vanno ben oltre l’interesse del concedente.
Il concedente, ha l’interesse a ricevere quanto statuito dall’accordo con il concessionario; quest’ultimo, come cercherò di mettere in luce, ha interessi ben maggiori e di tutto rilievo sotto ogni punto di vista possibile in tema di relazioni con il territorio e con la parte politica.
Relativamente alla regolarità del gioco, come spesso ho scritto, si può osservare che si svolge in due forme, concomitante e susseguente. La prima si svolge de visu, la seconda vorrei approfondirla con semplicissime considerazioni. Tutti possono aver visto che il gioco si svolge con gettoni e contanti. Non intendo tornare sul come si forma il risultato del gioco  e in quale modo avviene il controllo sulla forma concomitante; passo alla regolarità rilevabile a posteriori su un periodo di media durata. 
Si tenga presente, e ogni addetto ai lavori ne è perfettamente a conoscenza, che le mance ed i contanti cambiati direttamente al tavolo dai clienti rivestono una importanza considerevole tanto che negli Stati Uniti il drop (rapporto tra contante e risultati)  è ritenuto il parametro  più importante e  attendibile per controllare la regolarità del gioco. Non vado oltre sul presente argomento in quanto ne ho scritto molto.
In quel molto ho scritto che le mance sono da contarsi tavolo per tavolo prima ancora che gioco per gioco. Ecco le motivazioni:

- di logistica produttiva in quanto non è semplice pensare di spostare un tavolo posizionandolo vicino ad un punto banco piuttosto che al black jack senza volerne valutare il rendimento complessivo prima e dopo;

- di controllo inteso quale osservazione, anche a distanza di tempo, dei gettoni mancanti alla dotazione del tavolo e di quelli che compongono le mance;

- di statistica perché è innegabile che il risultato correlato al numero dei tavoli aperti ed alle presenze, al tipo di giornata se feriale o meno, alla concomitanza con particolari manifestazioni collegabili alla casa da gioco, rappresenta un dato rilevante; 

- di marketing dato che la casa da gioco fornisce servizi non indispensabili dovrebbe essere in grado di verificare se l’offerta è adeguata alla domanda e se la politica produttiva è dello stesso segno perché, se è vero che il cliente influisce sulle scelte della casa, rimane difficile impedire alla stessa di  giostrare con prodotti similari ma dalla resa o dall’impegno economico diverso (punto banco e chemin de fer).

Le annotazioni che precedono hanno il solo e unico intento di fare comprendere quanto, per me, sia stato indispensabile elaborare alcune nozioni che in una azienda atipica come la casa da gioco non sono affatto trascurabili.
La mancia consiste in un atto di liberalità in occasione della vincita; è agevole, quindi, ammettere che più alta è la probabilità di vincita più frequente sarà la mancia. La possibilità, non solo teorica in quanto le mance esistono normalmente, di vincere dipende dal vantaggio del banco. Per semplificare possiamo prendere in esame la roulette francese  e quella americana. Le vincite sono pagate allo stesso modo, il pieno 35 volte e la puntata rimane al giocatore. Così come esistono tabelle che riportano le percentuali tra mance e proventi di tutti i giochi  possiamo ipotizzare che alla roulette americana siano del 34 contro il 51 percento nella francese.
Sia chiaro che il contenuto del presente articolo non intende assolutamente creare un clima di caccia alle streghe; il solo motivo è quello che mi invoglia ad illustrare, spero in modo  comprensibile agli addetti ai lavori, ciò che penso sia una scelta con ottimi risultati e che senza dubbio, come dico sempre, non pretendo sia l’unica.

Le  annotazioni che precedono focalizzate maggiormente sul tema del controllo trovano la motivazione nella combinazione che, visitando una casa da gioco ci si può render conto a vista di fatti sui quali porre domande, non è altrettanto per quanto al controllo sulla regolarità del gioco a posteriori. Argomento al quale mi sono dedicato da molto tempo, non da solo.

Desidero chiudere con una riflessione: sicuramente la vincita del giocatore non è che un fatto momentaneo ma non negativo.  Ciò che veramente rileva  è la regolarità del fatto ed è per questo che occorre possedere le poche nozioni che ho appreso e sperimentato nel tempo e che ho cercato di narrarne l’utilità.

anno

Gioc.Trad.li

Gioc. nuovi

g. da tavolo

slot

Prov. netti

slot/netto

1990

153.720

44.319

198.038

53.846

251.884

21,38%

1994

131.847

52.712

184.559

113.935

298.493

38,17%

2000

125.926

100.661

226.587

251.130

477.717

52,57%

2001

122.076

106.162

228.239

297.245

525.585

57,95%

Come è risaputo sono stato dipendente sino al 2000, ero impiegato tecnico,  a datare dal 1959 iniziai come amministrativo. Le cifre esposte sono state anche un incentivo a ricercare come poteva realizzarsi un controllo efficace spinto, forse poco consapevolmente, dalle risultanze dopo l’apertura di Ca’ Noghera nell’agosto del 2001.

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