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Dissesto Comune Campione, Procura CdC impugna il decreto: 'Sanzionare Salmoiraghi e Balsamo'

01 agosto 2023 - 17:17

La Procura della Corte dei Conti impugna il decreto che aveva sanzionato l'ex sindaca Piccaluga per la gestione del Comune, chiedendo di sanzionare pure l'ex sindaco Salmoiraghi.

Scritto da Anna Maria Rengo
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Non si è certamente chiusa la vicenda relativa alle sanzioni che la Procura della Corte dei Conti aveva chiesto ad ex amministratori e revisori dei conti del Comune di Campione d'Italia, per gli atti, molti relativi al Casinò, che avevano infine portato, era il 2018, alla dichiarazione di dissesto dell'ente.
E se diversi di coloro per i quali, tramite decreto, la Corte dei conti aveva accertato la responsabilità, hanno presentato ricorso, anche la Procura dell'ente contabile ha deciso di impugnare la decisione, contestando la parte nella quale, invece, non si evidenziavano responsabilità nei confronti dell'ex sindaco Roberto Salmoiraghi, dell'ex vice sindaco Alfio Balsamo e dei revisori dei conti Salvatore Palmi e Giovanni Toninelli.

LE MOTIVAZIONI DEL GIUDICE MONOCRATICO - Come noto, nel decreto il giudice monocratico ha respinto la domanda formulata nei confronti di Salmoiraghi e Balsamo, rimasti in carica solamente un anno prima della dichiarazione di dissesto, in quanto, nonostante le delibere assunte da tale amministrazione non si fossero discostante di molto dalla gestione precedente, “non vi è prova che tali illegittimità abbiano contribuito a causare o ad aggravare il dissesto, non essendo state prese altre decisioni foriere di danno nuove e ulteriori rispetto alla passata gestione e, anzi, in questo periodo la situazione debitoria era diminuita”.
Inoltre, ricorda a Procura nel ricorso, è stata rigettata la domanda nei confronti di Palmi in quanto "lo stesso non aveva svolto le funzioni di revisore nel 2016 e l’ente non gli ha concesso il termine non inferiore a 20 giorni previsto dalla legge per l’esame della proposta di approvazione del rendiconto. Viceversa, nel giugno 2017, avuto modo di esaminare a fondo la situazione dell’ente, ha reso parere negativo all’approvazione del bilancio 2017-2019 per poi dare le dimissioni", mentre, quanto a Toninelli, "pur emergendo una certa superficialità nelle verifiche svolte, lo stesso ha esercitato le sue funzioni solo per un breve lasso temporale prima della dichiarazione di dissesto e non aveva svolto le funzioni di revisore nel 2017".

LE CENSURE DELLA PROCURA - Nel ricorso, la Procura motiva le censure che l'hanno spinta a ribadire la richiesta di sanzioni e di misure interdittive nei confronti dei quattro.

In riferimento a Salmoiraghi e Balsamo, secondo la Procura "diversamente da quanto affermato dal Giudice monocratico, gli amministratori in carica dal 16.06.2017, hanno assunto decisioni nuove e ulteriori rispetto a quelle della passata gestione, che sono state oggetto di esplicita contestazione da parte di questa Procura e la cui illegittimità, peraltro, è stata condivisa dal giudice" e "analogamente, sono state chiaramente contestate dalla Procura attrice le altrettanto rilevanti condotte omissive, anch’esse 'nuove', seppur adottate in continuità con quelle della precedente amministrazione, e pacificamente riconducibili agli odierni resistenti". Inoltre, non "può essere negato che le citate condotte, attive ed omissive, abbiano fornito un contributo al dissesto dell’ente". E quanto a contributo, anche se "mero" e non esclusivo e preponderante, c'è il "provvedimento che ha accordato alla Società la sospensione dei pagamenti che, adottato in un momento in cui l’Ente si trovava già in una situazione di gravissima e perdurante tensione di cassa (ma non era ancora in dissesto!), non può che aver determinato un ulteriore aggravamento della situazione finanziaria dello stesso. Né può essere trascurata l’approvazione di documenti contabili contenenti risultanze del tutto inattendibili, in contrasto con i principi di veridicità e correttezza".
Secondo la Procura, inoltre, una volta insediatisi "avrebbero dovuto immediatamente procedere alla dichiarazione di dissesto, mentre, al contrario, hanno perseverato nella gestione. E continuare ad amministrare pur in assenza di prospettive di risanamento, rappresenta già di per sé un contributo al dissesto".

Quanto ai due revisori dei conti, essi "erano deputati a garantire la correttezza della contabilità dell’Ente con la diligenza del mandatario. Il dott. Palmi, proprio in quanto non aveva svolto le funzioni di revisore nel 2016 e trovandosi a dover svolgere un compito così rilevante quale quello di esprimere un parere sul documento contabile fondamentale, sintesi delle risultanze della gestione, di un Ente, peraltro, in una situazione di squilibrio finanziario, avrebbe dovuto svolgere tale attività con particolare scrupolo e livello di approfondimento".
Così pure Toninelli, "pur avendo assunto le funzioni di revisore solamente a novembre 2017, era tenuto a redigere il parere sullo schema di rendiconto 2017 svolgendo con attenzione e cura tutte le verifiche necessarie, senza superficialmente affidarsi a quanto riscontrato dal suo predecessore. Il fatto di essersi discostato notevolmente dal minimo di diligenza richiesto dalla sua qualità di professionista, esprimendo parere favorevole all’approvazione del rendiconto nonostante la presenza di artifici contabili idonei ad occultare il reale squilibrio finanziario dell’Ente e il costante ricorso all’anticipazione di tesoreria e senza rilevare criticità con riguardo all’insostenibile costo del personale ed al pagamento di indennità integrative del trattamento retributivo non spettanti, rappresenta già di per sé condotta idonea ad integrare la fattispecie di cui all’art. 248, comma 5bis del Tuel, sia con riguardo all’elemento oggettivo che con riguardo all’elemento soggettivo".

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