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Gestione casinò, l'importanza del fattore umano

13 aprile 2024 - 09:58

In Valle d'Aosta si riflette sulla futura gestione del Casinò, ma al di là della scelta tra privato, pubblico e misto resta l'importanza del fattore umano.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Ryoji Iwata su Unsplash

Foto di Ryoji Iwata su Unsplash

Sono riuscito a trovare traccia dell’articolo a firma Martinet sulla Stampa, pagina della Valle d’Aosta, dal cui titolo si intuiva si trattasse del futuro gestionale della casa da gioco di Saint Vincent dopo il periodo concordatario.

È passato parecchio tempo dalla fine della gestione privata (30 giugno 1994) e dalla pubblica per me che sono in pensione dal 2001, ed eccomi a pensare delle differenze che potrebbero esistere, forse ancora oggi.

Non intendo scrivere di questioni che interessano la politica nel senso che determinate scelte non possono essere indicate da chi non conosce nel modo dovuto la situazione; per questo motivo mi dedico un pochino a quanto potrebbe essere riferito ad una gestione in concessione ad una società a capitale privato.

Sicuramente non ho alcuna pretesa di dare suggerimenti a chicchessia, tra l’altro non è un compito che, anche se richiesto, potrei affrontare con tranquillità non essendo a conoscenza della normativa di riferimento che, con ogni probabilità, ha subito variazioni dal 1992, l’ultima volta che me ne sono interessato in occasione del tentativo di incrementare numericamente le case da gioco nel Paese.

Tra l’altro ricordo che una delle motivazioni, che tutti i progetti e i disegni di Legge che ho letto a suo tempo, era lo sviluppo turistico anche per la sua partecipazione al prodotto interno lordo.

Ai tempi nei quali ero impiegato nella casa da gioco di Saint Vincent l’ufficio cambio assegni era conosciuto tra di noi come il polmone del casinò, allora la situazione economica era diversa e molti più di ora potevano permettersi di divertirsi giocando d’azzardo. Mi pare che il concedente, in considerazione del rischio sul cambio che in ogni caso poteva determinare un incremento dei proventi, versava al concessionario un importo che assolutamente non rammento quale contributo in conto del rischio in discorso.

Una questione che rammento, ma non nello stesso modo, è la problematica a seguito di un grande impegno economico da parte del concessionario per investimenti che poi avrebbe dovuto, mi permetto l’espressione, scontare anche parzialmente sulle decadi percentualmente conteggiate sui proventi netti del gioco.

Una idea del tutto personale desidero esprimerla soltanto perché mi pare che così operando (concessione al privato), l’ente pubblico sarebbe maggiormente tutelato in forza anche della natura giuridica delle entrate derivanti dalla casa da gioco e allo stesso tempo non gli resterebbe che controllare efficacemente non solo parte economica del contratto di concessione ma tutte le altre condizioni che un capitolato di appalto contiene obbligatoriamente.

Mi ritrovo a scrivere di argomenti già ampiamente trattati nell’ottica di una gestione improntata maggiormente alla diversificazione e alla moda del momento.
Ultimamente ho notato un intensificato interesse per il gioco online, spero che la ricerca di nuovi giochi da proporre online ma dal vivo possa trovare un simile accoglimento. Le novità potrebbero trovare una collocazione specifica quale sostituto della pubblicità oggi vietata e, al tempo stesso, un veicolo che, creando interesse e curiosità, ponga le condizioni per incrementare presenze fisiche e, perché no, un inizio di fidelizzazione.

Un altro motivo di interesse, particolarmente il mio forse perché un tempo non si organizzavano, sono i tornei di poker. Certamente sono un richiamo pubblicitario e di sicuro riscontro nelle attività turistico alberghiere oltre che per le case da gioco.
Ho apprezzato il ricorso a ditte specializzate per detti tornei, ditte che forniscono il personale altrettanto idoneo; quest’ultima annotazione mi invita ad una seguente.

Il giocatore tende ad apprezzare la presenza di personale che conosce non soltanto per la professionalità ma per quel non so che di reciproca simpatia che si crea normalmente. Per l’occasione parlo per esperienza diretta anche se sono passati molti anni, disporre di personale altamente specializzato (poker) consente ai partecipanti di incontrare  impiegati conosciuti; ebbene dare sempre una identica possibilità con gli altri giochi si finisce col fornite un servizio alla clientela che, a costo zero, ha un ritorno considerevole nel mantenimento della frequentazione, in specie, quella di élite.

Anche in questa occasione non posso tacere quanto mio nonno diceva spesso: ricordate sempre che il porto lo fanno i marinai! Lui che aveva navigato per tanti anni parlava per esperienza diretta.

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