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Riordino gioco e specificità casinò, tra moniti e auspici

10 settembre 2022 - 07:46

Anche il settore dei casinò attende da tempo il suo riordino: lo chiede dal 1985 la Corte costituzionale.

Scritto da Mauro Natta

Anche oggi la mia priorità nella lettura di gioconews.it vede l’attenzione per l’intervista al deputato del Pd Paolo Lattanzio, un politico che si è dedicato al settore gioco pubblico legale quale contrasto a quello illegale. Che, purtroppo ha registrato negli ultimi tempi un incremento.

L’ho letto tutto d’un fiato e poi mi sono messo ad analizzare domande e risposte e non nascondo che mi è difficile comprendere come l’argomento case da gioco non sia trattato, forse perché era in programma alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco poi rimandata.

Una legge nazionale non esiste ancora ma la Corte costituzionale, e non solo una volta, ha invitato il Parlamento a legiferare sulle case da gioco che nascono da diversi decreti luogotenenziali i primi convertiti in leggi nel 1927, 1933, 1937 e del presidente del Consiglio l’ultimo nel1946 per la Valle d’Aosta.
A prescindere dalla precedente considerazione vorrei aggiungere le seguenti considerazioni.

Alla domanda: alla luce di questa esperienza, di quali interventi politici ha bisogno o non ha bisogno il settore? La risposta non contiene alcun cenno alle case da gioco, lo ripeto, eppure la necessità di un riordino del settore del gioco pubblico dovrebbe farne riferimento. È noto a tutti, credo, quanto, dal 1985, la Corte costituzionale ha scritto che in tema di case da gioco sia più che necessaria una legge organica.

Nelle case da gioco, stante posizione privilegiata dell’ente pubblico periferico concedente, in qualunque tipologia di gestione (pubblica, privata o mista) lo stesso ente ha gli strumenti per non vedere l’inserimento di organizzazioni criminali. Mentre, invece, per queste ultime necessita un intervento mirato.
L’accesso alle case da gioco può essere impedito a chi soffre di ludopatia, dai familiari con una semplice comunicazione alla direzione.
Allo stesso tempo mi riesce difficile o poco praticabile comprendere come tramite comunicazioni e messaggi si possa veicolare il giocatore presso le strutture dove si pratica il gioco legale stante il divieto di pubblicità.

Sicuramente è più che condivisibile quanto espresso dall’intervistato sul fatto che la prossima legislatura possa giungere alla definizione legislativa dell’intero settore perché trattasi come l’onorevole ha detto di un obiettivo ineludibile.
Non possiamo sottacere e/o disconoscere le difficoltà alle quali sono andate incontro le case da gioco e gli enti pubblici a causa della pandemia in termini di entrate tributarie (L.488/86) e di occupazione; un rimedio è più che necessario e la politica si impegni a trovarlo; ecco l’obiettivo di una legge organica.

 

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