Irregolarità nei casinò, prevenire e curare è possibile
I casinò sono esposti a numerosi rischi, ma è possibile trovare delle soluzioni strutturali per fronteggiarli.
Scritto da Mauro Natta
Foto di Eyestetix Studio su Unsplash
Tra i rischi che una casa da gioco può correre credo si possa annoverare la combine tra diversi per pagare vincite inesistenti (a esempio se non ricordo male le cosiddette teste, parlando di Sanremo), per cambi irregolari di placche per gettoni e viceversa, per accettazione di contanti superiori al massimo consentito; per quanto meno evitare, eliminare è più difficile, queste eventualità i mezzi esistono già tranquillamente.
Nell’ultima ipotesi si potrebbe vietare il cambio al tavolo e permetterlo soltanto alla cassa di sala col risultato di offrire minori possibilità al cliente ma, contemporaneamente, minori importi giocati; bene inteso da quei giocatori che, forse, ritornando dalla cassa per andare fuori vedono il 32 e vogliono giocare zero e cavalli ma non possono perché sprovvisti di gettoni. Si può immaginare anche un accenno al maggior costo del lavoro.
I rapporti tra i due componenti i risultati del tavolo (netti e mance escludendo i biglietti per dare seguito a quanto precede) anche se verificati per periodi più brevi, magari integrati da un rapporto del capo tavolo o dell’ispettore sulla qualità della partita, sono in grado di segnalare anomalie da tenere sotto controllo unitamente ai soggetti interessati.
Le telecamere possono verificare l’esattezza dei cambi al tavolo e delle aggiunte per le quali preme ricordare il rapporto del capo o dell’ispettore; idem per i cambi con i clienti o i pagamenti errati nelle quantità.
Non desidero scendere in altri particolari riguardanti giochi di circolo o altro. Passo ad una diversa tipologia di possibile, in questo caso ben più grave corruzione: il “lavaggio” di contanti.
Ciò potrebbe avvenire in due tempi in un primo tempo c’è chi cambia un assegno all’ufficio del casino e poi chiede di non inviarlo all’incasso per ritirarlo per contanti. A casi come quello ipotizzato si dovrebbe sopperire con un regolamento che preveda la metodologia applicativa e il comportamento dell’addetto all’ufficio in ogni possibile operazione. Ad esempio l’impossibilità di intervenire in correzioni e simili.
Ma il pericolo più grande consiste nella possibilità di infiltrazioni non gradite nel capitale della società di gestione, amplio il pensiero.
Personalmente la ritengo la formula migliore in quanto ci si può legittimamente attendere l’impiego della professionalità scollegata da interessi differenti.
La società di gestione a capitale misto pubblico e privato con la maggioranza a quest’ultimo, ad esempio 40 e 60 percento e non credo che sia una novità in Europa.
A prescindere dalle norme in vigore applicabili esistono alcune particolarità alle quali sono propenso a credere e vederle bene nella conduzione aziendale che tenga, operando, conto degli interessi economici delle parti in causa: capitale pubblico, privato e lavoro:
a) un albo dei gestori dove siano indicate le qualità morali ed economiche unitamente ai requisiti indispensabili;
b) un albo dei dirigenti sulla falsariga del precedente dove sia evidenziata la professionalità, l’esperienza ed il curriculum sia controllabile//verificabile;
c) l’impossibilità, da parte del privato, di cedere a chiunque le proprie quote o azioni anche mortis causa. In questo caso le quote potranno essere ripartite tra gli altri soci e/o acquistate dagli stessi se non tutti. Nell’eventualità che non sia possibile il nuovo socio dovrà appartenere all’album dei gestori;
d) il direttore generale e il presidente del Cda sono di nomina privata e la parte pubblica è rappresentata sia nel Cda che nel collegio sindacale tramite nomina da parte del concedente.
Parte di questi argomenti sono stati, a suo tempo, discussi in Parlamento o in commissione, allorché si iniziava a discutere l’idea di autorizzare altre case da gioco nel Paese, nel 1992.
Con la parte iniziale non intendo altro che suggerire l’utilizzo ragionato di dati, elementi e mezzi già in possesso di chi è deputato al controllo della regolarità del gioco e degli incassi perché, in buona sostanza, di questo si tratta e non di altro.