Natta, Sanremo: 'Offerta di gioco scarsa rispetto alla concorrenza'
Secondo l'esperto la francesizzazione della fair roulette non può sostituire la roulette francese classica.
Scritto da Mauro Natta
Seguo con interesse la questione Sanremo, forse a causa dei miei trascorsi lavorativi o per la mia permanenza nel sindacato. Non posso sottacere che, esaminando i proventi ante pandemia, giungo alle seguenti considerazioni relativamente all'offerta di gioco e alle presenze. I ricavi li ho suddivisi su due titoli: ricavi totali e slot. Una certa attenzione mi permetto di rivolgerla all'incidenza dei proventi slot sul totale.
Ho preso ad esempio il 2019 e il 2020, il primo non ha subito i danni della pandemia e il secondo si, come il 2021 che non si discosta molto dal precedente: totale ricavi 22.096.606, slot 18.546.780, presenze 82.988. Per quanto all'incidenza dei ricavi slot sul totale non si nota una differenza rilevante, ma grande al raffronto con i giochi lavorati che restano in ben poca evidenza. Sicuramente non va dimenticato il tempo dedicato all'attività, inferiore a causa della pandemia.
Mi permetto di fare due osservazioni anche perché nel sindacato mi sono dedicato per molto tempo al trend del mercato dell'azzardo autorizzato, delle quote di mercato e di altre problematiche collegate.
La prima. Come ho già accennato la percentuale dei ricavi slot mi pare esagerata; non si può sottovalutare la rilevanza dei giochi da tavolo in considerazione dei proventi accessori.
Al tempo stesso, esprimendo un parere da esterno, ma confrontando l'offerta di gioco della concorrenza, mi convinco della scarsità di quella in loco. Ne potrebbe derivare una diminuzione di presenze qualificate che trovano o possono trovare in altri casinò maggiori occasioni. Non mi pare che la francesizzazione della fair roulette possa sostituire, anche nel breve periodo, la roulette francese classica; certamente con un fabbisogno più alto ma di tutt'altre presenze.
La seconda. Al proposito, stante che la sperimentazione è prevista sino o marzo, è possibile che una simile necessità sia conseguenza di un errore di valutazione in ordine al fabbisogno. Certamente per formare un impiegato di fair roulette si impiega un tempo minore di quello occorrente per uno di roulette francese; ma per venire incontro al fabbisogno si deve intervenire e, probabilmente, lo si è già provveduto a fare. In tema di fair roulette, per quanto mi ricordo, questa tipologia riusciva a sopperire al minimo di giocata più basso elevando la massa del giocato. La velocità era basata su due certezze: l'assenza di contestazioni visto l'uso dei gettoni di colore e la possibilità di giocare ponendo i gettoni negli appositi spazi sul tappeto (serie, vicini ecc.). Ora con la possibilità, da parte del giocatore, di annunci e altro a fronte di un solo impiegato anziché tre non credo si abbia un identico risultato.
Non è mia intenzione invadere il campo di altri che, per di più sono a perfetta conoscenza della situazione. Desideravo esprimere delle idee personali frutto dell'esperienza maturata sin dai tempi nei quali Berta filava. Speriamo che tornino quei tempi.