Nel mio precedente articolo mi sono soffermato nell’ammirazione e sulla sorpresa unite osservando il lavoro dei controllori comunali del Casinò di Sanremo; ora desidero visionare con una maggiore attenzione tutte le tabelle che vi sono rappresentate.
Sul fatto che il lavoro sia molto interessante non ho dubbio alcuno, che per l’utilità pratica nella gestione di una casa da gioco sia la prima pietra per la realizzazione della produzione tenuto nel dovuto riguardo domanda e offerta, costo del lavoro e dei servizi. Non si può assolutamente negare che ogni investimento diviene possibile se il proprio ritorno è economicamente probabile.
Mi sono trovato a far cenno ai tempi nei quali lo chemin de fer era molto in voga, il mercato nazionale lo dimostra, in concomitanza delle gare e dei gala; non ho nascosto che i tempi non sono più gli stessi per vari motivi; ciò non toglie - anche approfittando del lavoro in discorso – che espongo alcuni risultati del 2024, venti anni or sono – ma ritengo siano esplicativi.
2004
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Sanremo
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St. Vincent
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Campione
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Venezia
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roulette
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15.608.149
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17.693.980
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18.595.173
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15.517.10’3
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Chemin de fer
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2.496.115
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6.539.115
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4.697.319
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8.135.548
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Fair roulette
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4.,669.389
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9.925.213
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5.918.170
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23.640.281
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Punto banco
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1.710.035
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5.810.283
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6.015.048
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Black jack
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2.071.357
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6.463.840
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3.842.343
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10.116.415
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slot
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72.705.600
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67.029.368
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77.187.636
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127.189.713
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totale
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102.632.492
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142.298.236
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120.935.848
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191.468.542
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presenze
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281.088
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691.026
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174.285
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1.031.877
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Quote di mercato
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18,41%
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25,53%
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21,70%
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34,35%
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Andando a memoria mi pare che a Campione non fossero comprese le presenze alle slot.
Mi piace osservare che i proventi netti delle case da gioco italiane iniziano nel 1986, mentre per quanto a Sanremo, niente di meno, che dal 1946.
Sempre per Sanremo non dimentico il trend delle slot machine unitamente alla percentuale di incidenza sul totale dei proventi ad iniziare del 1986. In quell’anno, il primo nel quale furono introdotte, ma non è indicato il mese, i proventi totali ammontavano a 100.73,52 e le slot erano pari allo 0,52 percento.
La più alta incidenza sul totale delle slot, escludendo il periodo pandemico, risulta quella del 2019 con l’81,59 percento su un totale di introiti di 35.537.169,80.
Sicuramente, ritornando sull’utilità aggiuntiva che dall’elaborato in parola si ricava, non si può escludere la rilevanza per quanto riguarda la regolarità del gioco e degli incassi.
Non si potrebbero sottovalutare, mi pare, le necessità complessive per le quali non conosco le attuali esigenze relative alla disponibilità, degli elementi ricavati per periodi mensili e progressivi.
Allo stesso tempo mi permetto di suggerire allo scopo dichiarato di poter disporre di un ulteriore risultato statistico, e non solo, il raffronto tra proventi dei giochi da tavolo anche singolarmente considerati, con le presenze. Ciò per rendere più evidente la qualità del gioco che potrebbe trovare conforto, ancorché parziale, nei proventi aleatori.
Indubbiamente non posso nascondere che il precedente metodo possa non essere indispensabile e, infatti, lo descrivo come integrazione dei risultati ottenibili dall’incidenza dei proventi slot sul totale.
Chiaramente mi ritrovo ancora una volta, e me ne scuso, fuori tema ma rammento che nel 1992, quando si parlava di incrementare numericamente le case da gioco nel Paese, insistevo volentieri sull’istituzione di un modello di controllo unico da istituire nell’eventuale provvedimento legislativo.
Mi sono permesso, e se non lo avessi fatto dovrei sentirmi incompetente negli argomenti nei quali spesso mi cimento, di lodare l’iniziativa dei controllori comunali del Casinò di Sanremo, ma, a mio modo di vedere non è ancora sufficiente. Mi piacerebbe tanto che le stesse procedure fossero scelte e adottate dagli enti pubblici titolari di case da gioco sul proprio territorio. Non solo per quanto ho sempre citato e che ora vi risparmio, ma perché di meglio non si potrebbe fare.