Alcuni anni or sono, e non tantissimi, erano in voga nelle case da gioco italiane le gare con riferimento a molteplici giochi: inizialmente si svolgevano allo chemin de fer e si basavano sul numero di colpi consecutivi di vincita del banco. Poi furono estesi ad altro. Erano altri tempi che sarà difficile rivedere, la speranza è ultima a morire.
Non si può nascondere che l’obbligatorietà del possesso del certificato verde per accedere alle sale da gioco e del quale si apprezza l’utilità, pare non concorrere a creare una maggiore presenza nei casinò, la necessità o/e difficoltà riferite ai trasferimenti penso agisca nella stessa direzione, ed allora perché non reintrodurre quella usanza che c’era un tempo non troppo lontano?
Sicuramente molti giochi possono essere svolti in questa modalità, per quale motivo non farle anche per l’online, anche dal vivo? E, e non si può far finta di nulla, dobbiamo constatare che molti ritengono il gioco online un futuro certo.
Nei giorni di 28 e 29 luglio si tiene Sbc Digital Italia – Il futuro del gioco in Italia che, con mio compiacimento, tende a confermare quanto sostengo da parecchi mesi. Infatti viene condiviso il fatto che la pandemia abbia rappresentato un forte incentivo per il gioco online, i dati relativi sono pubblicati e possono essere consultati.
In questa ultima parte non posso nascondere quanto osserva uno come me che vive in Valle d’Aosta e che per una quarantina di anni ha lavorato al casinò di Saint Vincent. Purtroppo i tempi, come accennavo, non sono più gli stessi tenuto conto che sono in pensione dal 2000; i gusti e l’età dei frequentatori di case da gioco, facilmente, sono cambiati. Ho letto con piacere l’indirizzo produttivo e gestionale che la Regione, tramite l’assessore competente, Luciano Caveri, contiene parte di ciò che ritengo indispensabile nell’attualità del particolare momento.
Allorché si legge: “attenzione ai costi, al personale, alla evoluzione tecnologica e all’offerta di nuovi giochi” diviene difficile, se non complicato, non convenirne e non solo da parte mia. È per me evidente, e credo lo sia per tutti, l’indirizzo da parte dell’azionista di riferimento della società di gestione e, unitamente del concedente.
Trattasi dell’impronta collegabile alle motivazioni che nel lontano 1946 motivarono le ragioni per istituire una casa da gioco così come, in un certo senso e questa è una mia personale considerazione, nel 1927 e 1933 furono autorizzate le case da gioco di Sanremo, Venezia e Campione d’Italia, la si ritrova.
In buona sostanza si può ritenere che l’incremento dell’offerta tramite giochi nuovi per il mercato italiano, l’allargamento dell’online senza penalizzare l’esistente, rappresenti la via da seguire per raggiungere il risultato atteso.