Gioco terrestre in lockdown. Per ben due volte, la seconda ancora in corso, nell'ultimo anno, e con conseguente e naturale spostamento, almeno in parte, dal canale fisico a quello online. A evidenziare come la pandemia abbia cambiato le abitudini dei giocatori è (anche) l'associazione Assoutenti che, elaborando i dati del Fondo monetario internazionale, di Swg e dell'Istituto superiore di sanità, sottolinea che "nel nostro paese durante il lockdown del 2020 il 35 percento dei giocatori ha ridotto le puntate e quasi il 23 percento ha smesso di giocare".
E per chi non ho fatto, in mancanza di location terrestri, unico canale disponibile era ovviamente quello online. "Un intervistato su tre, tuttavia, dichiara di aver aumentato le giocate online. E proprio il web registra una sostanziale crescita delle giocate, a dimostrazione di come la pandemia abbia modificato le abitudini dei giocatori: il 33,8 percento di questi afferma di aver aumentato le occasioni di gioco nel 2020, il 28,8 percento di non aver modificato le proprie abitudini e addirittura l’11,3 percento di aver iniziato in questa modalità proprio durante l’isolamento. Tali giocatori hanno preferito poker, slot machine virtuali e scommesse sportive online".
Nei giocatori online, inoltre, "la frequenza di gioco è maggiore. Il 30,5 percento ha giocato una o più volte al giorno, altrettanti più volte a settimana, il 39 percento da una a quattro volte nel mese. La spesa online nel periodo in questione si rivela più consistente, con il 14,6 percento che riferisce di aver speso oltre 500 euro e l’11 percento tra i 200 e i 500 euro: il 44,2 percento non ammette di essere in perdita" (e magari potrebbe non esserlo, oltre a non ammetterlo Ndr).
IL COMMENTO DI TRUZZI - “La situazione attuale sta favorendo l’insorgenza di forme di dipendenza da gioco nei cittadini, con costi sociali enormi per la collettività – afferma il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi - In questo contesto le richieste di aiuto che giungono alle associazioni dei consumatori sono aumentate, soprattutto per quanto concerne la gestione delle difficoltà economiche e debitorie, per le segnalazioni ai sistemi di informazione creditizia e le relative pratiche necessarie alla cancellazione dalla banche dati dei cattivi pagatori”.