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Adeguamento offerta, i passi obbligatori dei casinò

26 marzo 2018 - 09:39

L'analista di gaming Mauro Natta esamina i passi da compiere perchè i casinò adeguino la loro offerta alla domanda.

Scritto da Mauro Natta

Desidero intrattenermi sul principio inderogabile, per i casinò italiani, di adeguare l’offerta alla domanda e sull’argomento ritengo non ci sia alcunché da obiettare.
La prima ricerca è quella di verificare, in campo nazionale, il trend di un gioco che sia comune all’intero mercato.
La seconda, invece, tenderà a constatare se il trend nazionale è simile a quello domestico; in questo caso la quota di mercato non subirà variazioni notevoli.
Nel caso in cui la concorrenza vada meglio di noi - il che può voler dire che la situazione è migliorabile – sarà opportuno, prima di mettere mano al portafoglio, concentrare l’attenzione su altre problematiche. Non è il momento di elencare il da farsi perché gli addetti ai lavori sono maestri in materia.

Un marketing mirato non può esaurirsi se non dopo aver dimostrato quanto un gioco rende in risultati e mance, quanto detto gioco incide sul totale dei giochi lavorati e quanto il risultato (vincita o perdita del tavolo) sia imputabile al costo effettivo orario del lavoro.
Ciò che immediatamente precede è parte dello scopo di accedere alla procedura relativa al mercato interno.
Come più volte mi è capitato di scrivere, una buona parte di questi risultati è l’utilissimo effetto collaterale di un procedimento che sovraintende al controllo sulla regolarità del gioco.
Una azione di marketing può essere motivata da ragioni di ordine competitivo come, ad esempio, l’incremento della quota di mercato oppure da motivazioni di ordine finanziario quale la relativa riduzione degli oneri.

Comunque una certezza la si può individuare, poco importa quali siano le motivazioni che inducono ad una azione di marketing, resta il fatto che il procedere come illustrato – e la ragione la trovo nell’esperienza – è la soluzione per dare la giusta e corretta impostazione.
Vorrei concludere con una constatazione che nulla a che vedere direttamente con quanto precede, una sorta di memento che mi pare adatto ai tempi: sono fermamente convinto che il profitto deriva, per una parte rilevante, dalle risorse umane. La produttività si misura non più dalla quantità delle persone impiegate ma dalla loro qualità. Spesso il management è portato a parlare di partecipazione e si ferma lì mentre non indugia a verificare se le idee dei manager sono generalmente condivise.
A volte una lunga esperienza può valere molto e se ne dovrebbe tenere conto debitamente. Un tempo si amava dire che vale più la pratica della grammatica e i vecchi, come sempre, avevano ragione!
 
L'AUTORE - Mauro Natta è stato segretario nazionale dello Snalc e ha lavorato nei casinò di Saint Vincent e di Venezia.
 

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