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Bernasconi: 'Campione, tempi troppo lenti rispetto a esigenze famiglie'

13 luglio 2019 - 07:06

L'ex vice sindaco di Campione d'Italia Florio Bernasconi fa il punto sul futuro della comunità dopo la chiusura del Casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo


“Venni nominato assessore al bilancio del Comune di Campione d'Italia nel 2014, quando sia la diffusione delle slot machine e delle sale Vlt sul territorio nazionale, ma in modo più determinante il crollo del rapporto di cambio dell'euro contro franco svizzero, avevano già creato una situazione economica delicata nell'Ente locale (nell'anno 2013 era stato deliberato un Piano di riequilibrio finanziario pluriennale ex-art. 243-bis del Tuel del Comune) a motivo della difficoltà del Casinò di trasferire al Comune una quota di proventi sufficiente ai propri bisogni come avvenuto negli anni precedenti”.

Lo ricorda Florio Bernasconi, vice sindaco di Campione sotto l'amministrazione di Maria Paola Mangili in Piccaluga, che aggiunge: “Dovetti quindi intervenire sull'ammontare della spesa corrente e del welfare sociale del Comune, riducendo gardualmente l'importo stanziato in bilancio da chf 70 milioni a circa 40 milioni di franchi nel 2017. Decisioni certamente impopolari, ma che permettevano un sostanziale equilibrio di bilancio, il pagamento degli stipendi ai dipendenti e dei servizi comunali. Certamente il sottoscritto e nessun campionese avrebbe mai immaginato cosa sarebbe successo con la successiva amministrazione comunale durante la quale é crollato il 'sistema Campione' ed é  avvenuta la chiusura della Casa da gioco con tragiche conseguenze per tutta la comunità che tutt'ora si aggravano ogni giorno di più!”.

La politica nazionale, quella attuale e quella passata, è attenta alle esigenze di Campione d'Italia?

“I Governi del passato sono stati attenti alle esigenze di Campione e ne hanno capito i problemi e le difficoltà intervenendo con provvedimenti normativi (fiscali e finanziari tutt'ora vigenti) che hanno aiutato a rendere meno preoccupanti le difficoltà che doveva affrontare l'exclave italiana del Comune di Campione, una realtà territoriale inserità in un contesto geo-economico svizzero. Non si dimentichi che la Casa da gioco campionese continuava a primeggiare tra i Casinò italiani per proventi di gioco in euro. La tempistica degli interventi del Governo attuale sono troppo lenti rispetto alle esigenze delle famiglie, dei lavoratori rimasti senza occupazione a causa della chiusura del Casinò e dei bisogni della collettività. Amareggia la posizione 'temporeggiatrice' della Lega che ha avuto dal dicembre 2001 al dicembre 2014, propri nominati nel consiglio di amministrazione e nel collegio sindacale della Casa da gioco e quindi era ben a conoscenza della situazione aziendale e della peculiare posizione di Campione. Inoltre aggiungo che dall'anno 2001 (e tralascio quelli degli annni precedenti), i territori delle Province di Varese, Lecco e Como nonché il ministero dell'Interno hanno beneficiato di trasferimenti per circa 40 milioni di franchi svizzeri”.

Come descriverebbe lo stato d'animo attuale dei campionesi?

"I campionesi sono prostrati dopo un anno senza lavoro. In particolare i residenti hanno difficoltà a far fronte agli impegni quotidiani del vivere e decine di famiglie sono costrette a ricorrere a forme di  sostegno che finora il Canton Ticino non ha negato loro. Questo è un comportamento non giusto e punitivo da parte della politica italiana che per contro riesce a trovare forme di intervento economico per tante altre città o paesi colpiti da crisi o da calamità e la chiusura del Casinò è stata una dolorosa calamità per la comunità campionese".

 

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