Casinò e quote mercato, chi sale e chi scende nel 2015
Gioconews.it analizza l'andamento dei casinò italiani e dei singoli giochi nel 2015: Campione leader come quote di mercato.
L’anno che si è appena concluso, come già dichiarato dal comunicato di Federgioco, può ritenersi abbastanza positivo per le nostre case da gioco, che dopo sette anni registrano incassi complessivi in crescita.
LE QUOTE DI MERCATO – Nel 2015 leader del mercato, come Gioconews aveva previsto, diventa il Casinò Campione d'Italia, che con incassi pari a circa 95 milioni di euro (più 4,9 percento rispetto al 2014), ne detiene una quota pari al 31,9 percento. Per la prima volta dopo almeno quindici anni, scende dal primo gradino del podio, per collocarsi al secondo, il Casinò di Venezia, che incassa 93,1 milioni di euro, il 3,2 percento in meno rispetto al 2014, con una quota del 31,3 percento. Terza piazza per il Casino di S.Vincent, in fortissima ripresa nel secondo semestre, con 64,7 milioni di euro (più 1 percento circa) e una quota del 21,7 percento. Infine il Casinò di Sanremo con 45,2 milioni di euro (meno 2,2 percento) e una quota del 15,2 percento.
La differenza di 4,43 milioni deriva prevalentemente dalla buona performance delle slot machine che incrementano rispetto al 2014 di 4 milioni di euro. I giochi lavorati hanno invece mantenuto il medesimo trend complessivo del 2014. C’è da segnalare che la roulette francese ha avuto un buon risultato, aumentando l’incasso del reparto di euro 1.677.000 . Bene pure il punto banco che aumenta di 680.000 euro. Le flessioni per il 2015 si sono avute nel black jack che diminuisce gli incassi del 2014 di 626.000 euro, il 30/40 che fa segnare incassi inferiori per 803.000 euro, così pure lo chemin de fer che diminuisce l’incasso rispetto al 2014 di 792.000 euro. Come si può notare tra i risultati positivi e negativi dei giochi lavorati la media è tendenzialmente nulla. Ciò che ha fatto la differenza è stata la progressione delle slot machines che hanno determinato il successo del Casinò campionese.
Chiusa la parentesi relativa al poker possiamo osservare che la roulette francese aumenta di poco meno di 400.000 euro; in flessione, black jack, fair roulette e punto banco che complessivamente lasciano dal 2014 circa 1, 3 milioni. I giochi lavorati dimostrano buone potenzialità per avere un recupero nel 2016 anche in vista dell’imminente selezione di una figura di assistenza alla direzione giochi e che avrà il compito di implementare il settore non solo con la tecnica ma anche con azioni specifiche e mirate per la clientela dei tavoli verdi.
A questo aspetto avevamo già fatto cenno nel corso dell’analisi del risultato del casinò veneziano. Nonostante tale flessione l’anno chiude con un meno tre milioni. Ciò significa che i giochi lavorati godono di buona salute tanto che la francese riesce a crescere di ben due milioni, la fair di 700.000 euro e il punto banco di 1,2 milioni di euro. Soffre il black jack che diminuisce la sua capacità di introiti di 1,6 milioni.
Il 2016 sarà un anno difficile e la casa da gioco dovrà camminare da sola perché non saranno più previste ricapitalizzazione da parte della proprietà così come già dichiarato dal sindaco Luigi Brugnaro. Per il nuovo consiglio di amministrazione e per il nuovo direttore che verrà (se verrà!) saranno mesi difficili e dovranno dimostrare che il casinò veneziano è ancora in grado di poter dare molto alla città.
Per fare una analisi più puntuale e accurata sarà necessario andare a vedere meglio i bilanci di ogni casa da gioco perché questo è il vero indicatore dello stato di salute delle aziende.
Come abbiamo già fatto presente in un nostro editoriale, le aziende casinò devono scendere nel mondo terreno e affrontare le difficoltà come una qualsiasi altra azienda. Per troppi anni sono state 'tutelate' sia dai rispettivi enti proprietari e sia da una forma ideale che poneva soltanto il mancato conseguimento degli incassi imputabili alla crisi. Poi il tiro si è spostato e il mancato conseguimento poteva essere imputato alle pretese economiche dell’ente proprietario. E poi ancora altre giustificazioni come ad esempio la limitazione del contante o alle varie situazioni meteo, tutte cause che hanno trovato terreno fertile per giustificare i minori introiti o le la contrazione di incassi per le case da gioco italiane.
Insomma una serie di motivazioni più o meno plausibili ma che in un’azienda normale vengono superate dalle reali capacità dei manager che la guidano.
In più c’è stata poi la 'strategia' di tarare gli incassi rispetto al budget di previsione. Anche qui si è aperto un nuovo modo per una gestione più difensiva dove il budget di previsione veniva stabilito al ribasso in modo tale da poter rimanere entro determinati limiti per far comprendere la bontà e la capacità della gestione.
Purtroppo tutte queste alchimie pseudo contabili hanno avuto un effetto positivo sulle varie proprietà che, non essendo esperte del settore, hanno sempre manifestato buoni apprezzamenti per i manager a capo di tali partecipate anche se poi il dato di fatto è sempre stato quello di intervenire con ricapitalizzazioni o con stanziamento di fondi governativi o locali per delle apparenti 'partite di giro'.
Naturalmente non possiamo fare previsioni di come potrà essere il 2016. Ci sono fattori che nel 2015 non erano presenti come la limitazione del contante o come il cambiamento dei vertici nelle aziende.
Crediamo però che il 2016 sarà l’anno della verità e ognuno dovrà pensare e agire come una qualsiasi azienda, lasciando alla proprietà i giudizi sui numeri che verranno generati a meno che non venga gettato un salvagente da parte del Governo con la costituzione della super società Casinò Italia.