Casinò, viaggio nella professione del Porteur
Un approfondimento su una figura professionale ai più sconosciuta, in Italia, mentre gode di parecchia visibilità all’estero.
Il “Porteur” o “Rabatteur”, in Oriente anche denominato erroneamente “Junket”, è una figura ai più sconosciuta in Italia. Di cosa si occupa questo signore? È, per dirla secondo il suo inquadramento professionale in Italia, un procacciatore d’affari, e gli “affari”, nel caso specifico, sono i giocatori che, grazie alle sue conoscenze, riesce a dirottare (raccogliere e portare…) nei vari Casinò con i quali collabora.
In estrema sintesi, la sua attività consiste nell’attivare pubbliche relazioni sul territorio in cui risiede, ma non solo, al fine di diventare punto di riferimento del giocatore nel momento in cui lo stesso decide di concedersi una vacanza di gioco, senza avere pensieri. Si occupano di tutto, quindi verificano la disponibilità del Casinò ad offrire ospitalità e a quali condizioni. Di norma le Case da gioco, per ospitare un giocatore che non conoscono chiedono allo stesso l’impegno di investire una somma di denaro al gioco, non di perderla, ma almeno di metterla in gioco, quindi di rischiarla. Sulla base di questo potenziale di spesa, i giocatori vengono classificati, ma soprattutto, viene riconosciuto un compenso al Porteur che li ha segnalati. Il mondo del gioco, largamente inteso, quindi travalicando i confini di casa nostra, ha adottato nel tempo diverse modalità di erogare i compensi ai Rabatteur.
Esistono diverse scuole di pensiero che si trasformano, in altrettanto diversi schemi contrattuali. Per citare alcuni esempi - non certo esaustivi rispetto a una materia che è alquanto ampia – il Porteur può essere compensato in base a delle percentuali, calcolate sulle perdite del giocatore, sul denaro da lui rischiato giocando fiches speciali non convertibili, sul deposito, quindi sulle somme che lo stesso giocatore accredita/deposita in anticipo sul conto corrente del Casinò. Sono solo alcuni esempi, a Macao, l’attività dei Porteur è regolamentata nell’ambito della legge sul Gioco. In questo caso, il Casinò percepisce una percentuale sull’utile generato dai tavoli da gioco che si trovano in piccole sale private, alle quali accedono i solo giocatori del Porteur. Questo modello prevede che resti in capo al Porteur ogni responsabilità sulla gestione del rapporto finanziario con il giocatore, in alcuni casi lo stesso Porteur deve fare fronte anche ai costi di soggiorno del suo cliente. Un modello che in Europa non è mai stato importato, a nostro parere giustamente. I Casinò italiani hanno sempre avuto un approccio molto cauto rispetto alla specifica figura professionale, anche se, come per tutte le Case da gioco del mondo, i clienti non bastano mai. La cautela è dettata dal fatto che il nostro mercato non è così grande da permettere lo sviluppo della specifica attività, quindi il rischio per i Casinò di condividere clienti segnalati dai propri Porteur resta elevato, con tutto ciò che ne consegue in termini commerciali. Occorre anche precisare che il giocatore è spesso il peggior nemico del Porteur, perché una volta entrato in contatto con il Casinò che preferisce, non esita a farsi avanti direttamente, bypassando il suo riferimento, cercando anche di negoziare condizioni di accoglienza migliorative per sé stesso. Resta il fatto che, soprattutto in tempi di congiuntura economica negativa, poter contare su aiuti esterni per fare scouting di nuova clientela è pressoché obbligatorio. Il grosso problema dei Casinò italiani rispetto ad un’apertura sui mercati stranieri, che potrebbe permettere di incrementare il loro giro d’affari, è rappresentato dalle leggi valutarie.