Casinò Venezia: 'Continuità azienda solo grazie a rinunce del Comune'
La Cdv Gioco Spa sottolinea come nel 2020 la quota che verserà a Ca' Farsetti basterà solo per pagare la Siae.
"Se l'azienda riuscirà a contenere la perdita di esercizio ed a garantire la continuità aziendale anche nel corso del 2021 nonostante l'emergenza epidemiologica ancora in atto che ha determinato e determina la chiusura della Casa da gioco, ciò sarà dovuto solo ed esclusivamente alla rinuncia da parte del Comune di Venezia (si ricorda unico soggetto titolare dell'autorizzazione all'esercizio del gioco d'azzardo ai sensi e per gli effetti del R.D.L. 16 luglio 1936, n. 1404, convertito in L. 14 gennaio 1937 n. 62 e del Decreto del Ministero dell'Interno del 30 luglio 1936) della quota del 15 percento sugli incassi di gioco convenzionalmente determinata, la quale è stata temporalmente stabilita con deliberazione di Consiglio Comunale n. 59 del 22/7/2020 nella misura del 10 percento. Tale previsione determina, sulla base degli incassi al 25/10/2020 (pari a € 41.562.608,93) una rinuncia da parte del Comune di Venezia ad un importo di € 6.234.391,34 sul proprio bilancio 2020".
Questa la "fotografia" degli effetti della crisi dovuta alla pandemia sui conti del Casinò di Venezia, scattata dal presidente della Cdv Gioco Spa Maurizio Salvalaio e dal direttore generale Alessandro Cattarossi e contenuta nella lettera inviata alle organizzazioni sindacali, che a loro volta avevano chiesto informazioni sulla messa in sicurezza dei lavoratori e dei terzi, sui costi sostenuti per la nuova sala a Ca' Noghera, su quelli del personale e delle iniziative di marketing, oltre che sugli incassi del gioco online.
Soffermandosi sui conti di Comune e Casinò, l'azienda evidenzia che "la percentuale del 10 percento che il Comune introiterà sarà sufficiente esclusivamente al pagamento da parte dello stesso delle tasse nei confronti della Siae. Pertanto, in definitiva, nel 2020 la predetta riduzione comporterà di fatto l’azzeramento degli introiti di effettivo utile in capo al Comune di Venezia".
Salvalaio e Cattarossi rimarcano inoltre "come la chiusura della Casa da gioco a partire dal mese di marzo 2020 abbia determinato l’insorgere di un debito verso il Comune di Venezia dovuto al mancato riversamento degli incassi gioco dei mesi di dicembre 2019, gennaio e febbraio 2020 per un complessivo di 24.060.187,80 euro. Debito per il quale consiglio comunale nella predetta deliberazione ha autorizzato l’estinzione da parte della società in 5 anni, e ciò a mezzo di pagamenti rateali trimestrali a decorre dal 1° marzo 2021 fino al 31 maggio 2026. Quindi, risulta di tutta evidenza che senza il supporto dell’amministrazione comunale la società si sarebbe trovata nell’oggettiva impossibilità di poter garantire la continuità aziendale".