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Casinò, il silenzio della politica e i benefici per l'Erario

02 gennaio 2023 - 10:21

Sostengo da parecchio tempo che la domanda di giochi da casinò è in forte incremento e, al tempo stesso, ho scritto che la crisi delle case da gioco italiane inizia nel 2007.

Scritto da Mauro Natta

Foto di Ernie A. Stephens su Unsplash

L’articolo pubblicato il 28 dicembre su gioconews.it mi invita a fare qualche considerazione e una personale conclusione. Sostengo da parecchio tempo che la domanda di giochi da casinò è in forte incremento e, al tempo stesso, ho scritto che la crisi delle case da gioco italiane inizia nel 2007.
Non è mia intenzione, anche perché non sarebbe la prima volta, esporre i dati degli introiti, desidero soffermarmi sull’argomento giochi da casinò.
Non senza aver ricordato, spero per l’ultima volta, che il gioco online dal vivo rappresenta, bene inteso per mio conto, una fonte importante di promozione in immagine e in entrate per le case da gioco, sia di riscontro immediato sia a posteriori magari solo occasionale ma pur sempre significativo. Forse potrebbe generare una sorta di fidelizzazione a distanza, chi può negarlo?

Sicuramente la stima di 52 miliardi del giocato presso gli operatori  in possesso di regolare licenza per l’esercizio nel nostro Paese ha una rilevanza indiscutibile anche se da questa sottraiamo il payout. 
Impressiona e non poco l’incremento sullo scorso anno circa 4 miliardi e quello sul periodo precedete la pandemia: superiore al 120 percento!
Sempre nei confronti del 2019, considerata la differenza tra introiti per giocato e pagato per vincite si tocca, per l’anno 2022, la considerevole cifra di  circa 1,9 miliardi il 128 percento in più.
Chiaramente non si può sottacere che il giocato fu di 23,3 miliardi.
Ed ora veniamo ai benefici per le entrate tributarie del bilancio statale: 524 milioni per il 2022. L’anno scorso 444 e 207 nel 2019.
Probabilmente è solo una ma convinzione, ma non ne esiste la prova a favore e nemmeno quella contraria: un incremento selezionato di giochi da casinò online solamente dal vivo avrebbe  un effetto positivo anche per l’occupazione.

Molto probabilmente chi legge si domanderà quale motivazione ha quanto precede. Ebbene, doverosamente mi sento di precisare che non intervengo quale sponsor di nessuno ma solo ed in modo esclusivo per le annunciate considerazioni.
Non riesco a capacitarmi come, dopo gli inviti al Parlamento da parte della Corte Costituzionale a datare dal 1985 e per quale ragione a seguito di quello che pareva un inizio di uno studio specifico, il tutto sia finito; dal 1992 sono trascorsi trent’anni! 
I vari disegni e progetti di legge previgenti l’ampliamento del numero dei casinò terrestri e anche quelli sulle navi da crociera battenti bandiera italiana non hanno trovato alcun seguito.

Eppure la Finanziaria per il 2023 tratta il turismo quale realmente è, una parte importante del prodotto interno lordo, si interessa di bar ristoranti  e di hotel riconoscendo la rilevanza di un settore dal quale dipendono redditi e lavoro. In altri termini l’ossatura dell’attività turistica e alberghiera della quale non possiamo  andare che fieri.
Ma anche le case da gioco che esistono sul territorio nazionale si  sono rivelate ottimi supporti per uno sviluppo turistico ad iniziare dal 1927 con il provvedimento autorizzante il casinò di Sanremo e per quello del 1946 per Saint Vincent.
In buona sostanza pongo sommessamente una domanda e spero in una risposta, magari nell’arco di cinque anni.

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