Campione d'Italia, la politica nazionale alla prova Casinò
La politica chiamata a decidere sul futuro del Casinò Campione d'Italia, all'indomani della definizione del quadro relativo al Comune.
L'ultima settimana di giugno ha riservato due novità per Campione d'Italia. La bella notizia, anche se non risolutiva, è la definitiva approvazione del disegno di conversione in legge del Dl Crescita, con il quale sono stati stanziati 5 milioni di euro, a partire dal 2019, a favore del Comune, da destinare al funzionamento dell'ente.
E certo, i costi (a parte i mega arretrati che deve pagare, visto – ma non sono gli unici creditori - che i dipendenti non vengono pagati da marzo 2018) sono destinati a essere abbattuti già dall'immediato futuro, dal momento che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi contro l'ordinanza del Tar del Lazio, dando immediata esecuzione alla delibera sul taglio della pianta organica disposta, nell'agosto 2019, dall'allora sindaco Roberto Salmoiraghi. Scrivere così asetticamente dell'ordinanza del CdS significa trascurare non solo gli effetti devastanti che ci sarà per l'operatività del Comune (fermo restando, e non è certo nostro compito metterci a sindacare su questo, che si può ottimizzare l'organizzazione di qualsiasi ente pubblico o privato), ma anche per quelle famiglie che vedranno venire meno una fonte di reddito, oltretutto in una comunità dove il principale datore di lavoro (e a cascata gli esercizi commerciali esistenti), il Casinò, non dà più lavoro a nessuno dallo scorso 27 luglio. Una tragedia inimmaginabile e inimmaginata, che ha lasciato attonita una comunità che sta ancora aspettando risposte. Stavolta dalla politica, che sulla pianta organica del Comune, sorda alle mille grida che richiamavano l'attenzione sulla peculiarità campionesi, ha lasciato decidere la giustizia. La quale, giustamente (per restare in tema!) ha deciso.